C'è una
stanza, in questa villa, che è un po' particolare.
Non si tratta dell'arredamento o del colore delle pareti. Si tratta della luce. Nessuno sa
come sia fatta, perché non c'è verso di illuminarla. Le batterie delle torce si
scaricano non appena si varca la soglia. Le candele si spengono, investite dalle strane
correnti d'aria fredda che circolano tra le quattro mura. Stessa fine fanno i fiammiferi,
o qualsiasi mezzo tu abbia intenzione di usare per far luce. Persino quelli antivento si
spengono. Lampada a gas? Niente da fare. Fiaccole? Tristi compagne di candele e
fiammiferi. Ti viene in mente qualcos'altro? Non funzionerà, lascia perdere. La stanza
non vuole essere illuminata. E' come un vampiro, una creatura amante del buio che desidera
restare tra le ombre. Si difende, capisci? La luce la ucciderebbe. Sai, io sento dei
rumori, a volte, dietro la porta.
Spesso è il suono di qualcosa che striscia sul
pavimento, altre volte sento un sottile tic-tic come di zampette di topo. Ma non credo che
ci siano i topi, lì dentro. Quel tic-tic ricorda più il suono di unghie molto lunghe che
battono impazienti su un mobile di legno.
Ti vedo incuriosito. E' normale. Seguimi, ti faccio vedere dov'è. Prova a toccare la
maniglia. Senti com'è calda? Io non sono mai riuscito a spiegarmelo. Il ferro non
dovrebbe essere caldo come una mano, giusto? Coraggio, apri la porta. Come dici? Perché
ti sto spingendo? Perché ti ho chiuso dentro? E' che mi sembri una persona coraggiosa.
C'è una specie di leggenda, sai? Dice che se qualcuno entra e si chiude la porta alle
spalle, la stanza s'illumina subito. E allora sì che ne vedi di cose.
Oh, se ne vedi.