Ero sempre
riuscito a vantarmi, di fronte agli amici, di possedere una discreta conoscenza della
cinematografia horror. Talora esageravo, autodefinendomi un vero e proprio Morandini
dellorrore.
Eh già: esageravo. E molto, anche.
E lho capito nel modo forse più assurdo.
Una delle mie più ferme convinzioni sin dalladolescenza, quando guardavo film
horror, era quella dello spiacente, non esiste.
Ma esageravo. E lho capito in una fredda giornata dinverno, guardandomi allo
specchio.
Un paio d'occhi azzurri. Azzurri ma orrendamente iniettati di sangue.
Nessuno potrà mai stabilire quante volte nella mia vita mi sia guardato allo specchio; ma
sono molte.
Abbastanza comunque da stabilire che non ho mai avuto gli occhi azzurri. E che mai ho
portato lentine. Vedere occhi azzurri al posto dei miei fu come ricevere una pugnalata
assestata con cattiveria inimmaginabile: una pugnalata mortale.
Sconvolto da un fremito violento, richiusi gli occhi.
Li riaprii come se alla mia tempia fosse stata puntata una pistola. Lo specchio tornò a
restituirmi maleficamente la mia faccia. Con gli occhi azzurri.
Tutta un tratto, come uneco che si distingue in una valle di urla, il suono
del campanello si propagò tra le mura della mia casa vuota.
Corsi ad aprire la porta. Ero io.
Fuori delluscio dingresso cero io.
Cosa
Non ho parole.
Venga con me, mi dice con la mia voce.
Dove
?
Lassù, risponde indicando il soffitto di casa. Ancora più su.
Se non capisci, guarda sul tuo letto.
Sul mio letto ci sono io! Sto dormendo?
Ma no!
Infarto, durante la notte. Sei morto, Luca!
Morto? Ma allora
Sì. Sono lAngelo della morte!
Spiacente, lei non esiste. Non più.
Mi risveglio ansimando: allora era soltanto un incubo! Un fottutissimo incubo!
Mi alzo ansimando: devo andare in bagno.
Spiacente, lei non esiste!, mi sussurra lo specchio.
Ho gli occhi azzurri
Sono nato a Napoli il 19 dicembre 1982. Qui ho preso la maturità classica al liceo Polispecialistico "Piero Calamandrei". Studio Scienze della Comunicazione, sono iscritto al terzo anno in corso nella speranza di diventare giornalista o, meglio ancora, scrittore. Scrivo abitualmente dall'età di quattordici anni, e questo può avere rilevanza perché credo che ormai personalmente scrivere sia un rifugio, una sorta di accesso riservato soltanto a me, un magico punto d'incontro di ogni mia fantasia e, perché no, anche perversione. E' nella scrittura, infatti, che incontro i personaggi più strampalati, più improbabili ma a cui comunque sono affezionatissimo. Fantasia al potere, dunque. Il mio genere preferito in assoluto è l'horror, preferibilmente con sfumature di gotico. Da un po' mi sto cimentando con lo scrivere racconti sulle piccole tragedie quotidiane, qualcosa che faccia realmente riflettere circa ogni avvenimento che di giorno in giorno ci sconvolge l'esistenza.