Venerdì 13
agosto.
Ore 22:01.
Caro Boh! La vita è davvero di merda, ed io sto sempre più male.
La depressione è penetrata in me, si sta impadronendo del mio corpo, del mio tempo, del
mio mondo. Come un morbo assassino cresce continuamente dentro di me, alla continua
ricerca di nuovo cibo, nuovi organi da colpire. Penso che proprio adesso abbia finito di
inghiottire il cuore, ma lingordo virus non si ferma.
Sembrava essere scomparso, sconfitto, eppure è riaffiorato così, inaspettato e
apparentemente senza motivo, spontaneo. Vorrei reagire, combattere questoscurità
alla stregua del sole allalba con la notte; eppur mi ritrovo come lultimo
sospiro di luce sconfitto dal tramonto.
Ci sto pensando, davvero.
Ogni notte sogno la Luce con la falce; di mattino mi sento sollevata nel sapere che presto
arriverà a prendermi. Laltra notte però è stato diverso: una ragazza accompagnava
la Luce; non so chi fosse; i suoi occhi, il suo sorriso erano tremendi; certo era
bellissima, ma quell'espressione mincuteva terrore.
Si tenevano per mano, sullo
sfondo qualcosa di strano, forse lInfinito, forse il Nulla. Serenità e angoscia;
caligine e albore, amici per la pelle; gravoso il separarli, difficile un tradimento. In
realtà ciò che mi attraeva, mi affascinava, era la ragazza: le ho sorriso e la sua
espressione è cambiata.
Strano, ora sembrava felice nonostante alle sue spalle il buio avesse ucciso la luce.
Troppo amore, ho pensato; fiduciosa le ho teso una mano. Prima che riuscissi a
toccarla, me laveva già tagliata di netto. Il sangue sgorgava ma io non sentivo
alcun dolore; solo Paura, decomposizione, lacrime; poi il risveglio. Un sogno, era solo un
sogno. Ho continuato a piangere.
Poi ho capito di aver sbagliato: non dovevo svegliarmi. Sarei morta lì, nel sogno, e la
mia mente non avrebbe più riconosciuto il dolore.