Quella
mattina avevo ricevuto la telefonata di Sara, la mia migliore amica. Non stava bene dopo
l'intervento per scongiurare il cancro. Corsi da lei. La accompagnai dal dottore che
l'aveva operata. Quel tipo non mi piaceva. Quando le aveva comunicato l'esito della
biopsia sembrava felice. Sara si accasciò a terra nella saletta d'attesa. Il medico
chiamò per farla portare via. Fui allontanato. Dopo ore seppi della sua morte. Rimasi
sconvolto e stupito. Dopo l'intervento sembrava tutto risolto. Dovevo vederci chiaro.
Con un gruppo di amici quella notte trafugammo il cadavere e lo portammo nel laboratorio
dell'Università. Un ragazzo, fresco di laurea, aveva le chiavi del laboratorio.
Incominciò l'autopsia. Non potevo credere di essere lì, con la mia migliore amica
squartata sulla tavola di un obitorio improvvisato.
Le aprì l'addome e si mise a urlare quando si accorse che cosa era successo ai suoi
organi interni. Alcuni mancavano, mentre altri erano stati spostati. Il medico in sala
operatoria aveva combinato qualcosa di mostruoso. La richiuse e la riportammo in clinica.
Io mi intrufolai nello studio del dottore. C'era un archivio sigillato. Lo forzai. Lessi i
nomi di decine di pazienti, con annotate date e numero di organi asportati o spostati. Mio
Dio, era un esperimento! Svolto su pazienti malati di tumore. Con la telecamera digitale
ripresi i nomi degli altri pazienti. Li riunii per avvertirli di cosa gli stava
succedendo. Portai le immagini come prova. Poi li salutai. Sara non era morta inutilmente.
Alcuni giorni dopo aprii il quotidiano. Nella cronaca cittadina c'era un articolo
riguardante un medico ucciso in un modo orribile. Era stato legato, amputato di mani,
piedi, orecchie e genitali. Vicino al cadavere era stato trovato un foglio, con scritto
"morto dopo 25 ore". Lessi il nome dell'uomo morto. Rabbrividii. L'esperimento
era concluso.
Nata a Roma nel 1975. Laureata in Biologia nel 2001 presso l'Università di Tor Vergata. Attualmente lavoro presso un Istituto Sperimentale di Roma. Hobby: computer e scrittura.