Ho
predisposto tutto. Il tappeto copre, abbondante, il riparo che ho costruito in camera mia.
Potrò nascondermi come facevo da piccolo.
Credeva non mi ricordassi più di lui. Illuso. Non ho dormito notti intere, temendo che mi
rubasse il cervello. Poi i miei genitori mi fecero parlare con un tizio, che quasi mi
convinse che lui non esistesse.
Ma io lho visto. Lho sempre visto, in tutti questi anni. Solo che credevo di
sbagliarmi, o che si trattasse di unombra male interpretata, o che fossi stanco per
il lavoro.
Quando ho capito di averlo veramente visto? Probabilmente quando le sue dita scheletriche
mi ghermirono una spalla mentre mi radevo, in pieno giorno. In un attimo, mi tornò alla
mente la notte in cui (potevo avere tre anni), mi sospirò, a lato del mio lettino, quelle
sue frasi oscene, atterrendomi con tutto il suo essere, alitandomi il suo odio
inarrestabile.
Lho visto, ne sono assolutamente certo. E ho scoperto il suo inganno: rubarmi il
cervello lasciando che i suoi complici mi convincessero della sua inesistenza. Ma la mia
trappola è stata tesa: il primo colpo sarà per mio padre, che diceva che avevo ereditato
i geni della follia dai familiari di mia madre; il secondo sarà per lei, che piangeva le
sue finte lacrime quando decisero che mi avrebbero portato da uno strizzacervelli.
Questultimo verrà subito in mio soccorso, come ha fatto altre volte, illudendomi di
voler essere un vero amico.
E poi
e poi toccherà a lui. So che cercherà di salvarsi, nascondendosi dietro una
maschera. Mi guarderà allo specchio con occhi spauriti, i MIEI occhi. Disperatamente,
ruberà il mio viso, il mio corpo, la mia voce, la mia anima. Ed io mi sbarazzerò di lui,
distruggendo la prigione in cui si è stupidamente rinchiuso.
IO LHO VISTO!