Ho appena
capito che non penso più a te.
Quattro anni e spiccioli che non ti vedo più, e il tempo ha finalmente finito di
cancellarti.
Oggi non penso più a te. Adesso non penso ai nostri momenti di felicità, e tu non puoi
immaginare quanto male faccia ricordarli; un buco senti, qui sulla bocca dello stomaco che
brucia e cresce e pulsa e scoppia e tu stai lì che guardi nel vuoto con la faccia ebete
quasi a chiederti perché.
Ebbene no, io non ci penso più. Non penso più a quando camminavamo insieme in inverno
con il freddo nella schiena e le cose intorno a noi avvolte dal buio che cambiavano forma
diventando creature vive e sconosciute che ci guardavano e proteggevano per soprannaturale
volontà. Non penso più a quanto mi sentii meravigliosamente, egoisticamente vivo quella
volta, era marzo, me lo ricordo come fosse ieri, che io ti aspettavo alla fermata
dell'autobus e ti vidi arrivare da lontano e ti corsi incontro, goffa bestia impacciata,
in un mare di persone che mi guardavano stranite e tu ridevi e mi dicevi ti amo e io ti
dicevo anch'io e tu ridevi ancora e io.
No.
Ho vinto io. Non penso più a te; è meraviglioso, faccio quasi fatica a crederci.
Ho smesso di pensare a te, quattro anni e mezzo dopo averti visto l'ultima volta. Non so
dove sei, con chi sei, cosa fai. Non so nulla di te, e mi accorgo di non volerlo sapere,
di non averne interesse, dio che liberazione.
Non penso più a te. È l'unica cosa ragionevole da fare. Sono libero. Sono un altro. Sono
pronto a volare
E volo davvero, volo veloce, amore mio, e la tua foto che avevo appoggiato sul davanzale
anche da quaggiù la vedo ancora. Sei bellissima, come sempre.