Quando
arriva la notte intorno alla nostra grande casa di campagna, Nonna Bell mi prende con le
sue braccia ossute e mi mette a letto, sotto le coperte di panno. Quando arriva la notte,
Nonna Bell non la fa entrare. Con le sue dita spigolose accende i ceri bianchi in tutte le
stanze, perché la luce tremolante non faccia passare il buio. Poi si siede, lentamente,
sulla sedia a dondolo di legno e cuce i vestitini per le mie bambole. Io gioco spesso con
le mie bambole. Quando gioco con loro non faccio rumore. Il rumore disturba, quando si
abita in una grande casa di campagna.
La luna rossa di sabbia è ancora bassa ma io sono già sotto le coperte. Nonna Bell si è
appena seduta sulla sedia a dondolo, nella stanza con il camino. Io non sono lì con lei,
però lo so. Io so tutto quello che fa.
Nonna Bell ha paura del buio. Io no. Anche stasera Nonna Bell ha acceso tutti i ceri, e
ora ha iniziato a sferruzzare il nuovo vestitino per la mia bambola speciale. Nonna Bell
non ha mai visto quella bambola. Le ho detto che se mi avesse fatto il vestitino speciale
gliel'avrei fatta vedere. Ma non farà in tempo a vederla, oh, no. Quando arriva la notte,
in una grande casa di campagna, gli spettri del passato ululano nel vento, Nonna Bell ha
paura di loro. E tiene accesi i ceri.
A mezzanotte andrò da Nonna Bell che avrà terminato il vestitino speciale, le darò un
bacio sulla guancia e andrò a vestire la bambola speciale. Poi spegnerò tutti i ceri e
correrò a far vedere a Nonna Bell la bambola speciale con indosso il vestito speciale.
Una piccola Nonna Bell con uno spillone piantato nel petto.