Allucinazione

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Pesanti gocce di sudore e di paura mi scendono lungo la fronte e mi inzuppano i capelli. Respiro malamente un'aria umida e maleodorante; mi trascino, scostando felci che urticano le gambe e scavalcando liane che si aggrappano alle caviglie, verso l'unica fonte di acqua bevibile. Melmosa, calda, ma bevibile.
Intorno nugoli di insetti si cibano del mio sangue e rettili schifosi sibilano schivando il mio passo pesante.
Più lontano si intravvede, sotto sciabolate di luce accecante lo squarcio lasciato dal napalm; il fuoco divampa ancora qua e là, aggiungendo calore a calore.

Intuisco, mimetizzati nella foresta, vietcong invisibili in agguato, pronti ad impedirmi di raggiungere quell'acqua di cui ho tanto bisogno ("Non mi avrete, musi gialli!"). Ma avanzo, nel pomeriggio torrido e spugnoso, trascinando i passi, intriso di umidità e di sudore, i pochi brandelli di abiti appiccicati addosso; avanzo verso la fonte, sto per raggiungerla...
Dling, dleng, fanno le monetine scivolando nella fessura, e, bong!, fa la bottiglia lasciata cadere dalla macchinetta.
Torno in ufficio. Ahhhhhhh... aria condizionata, finalmente!

Manuela Faccani

Sono nata nel 1953, sono impiegata. Da un paio di anni mi piace scrivere su argomenti vari, e mi diletto di brevi racconti. Non mi piace prendermi troppo sul serio, comunque.