Vedi quel
cadavere lì vicino alla veranda? Sì, sì proprio quello! Bello, vero? L'ho ucciso con
questo coltello... ecco, ecco, vedi la ferita in testa? Sapessi che rumore che ha fatto!
Sembrava... un ceppo di legno, spezzato dal colpo di un'accetta... Come dici? Che
numero...? Ah! Sì, questo è il numero diciotto. Ne ho uccisi diciotto. Perché ti sembra
mostruoso? Io adoro uccidere, sentire quell'inebriante piacere che provo quando muovo il
coltello dentro la ferita, quando squarcio la carne umana o quando sento spaccarsi le
ossa... Altro che mostruoso! Io penso sia magnifico! Perché ti ho portato qui? Ti
spiego... Ho ucciso diciotto persone, provando un gusto impossibile da descrivere, non
puoi nemmeno immaginarlo... ma so che per gli stupidi esseri umani che popolano la Terra,
questo è omicidio... E invece no! Questo non è omicidio! Questo è piacere, come quando
fai sesso con la tua donna o come quando mangi o fai qualcosa che adori...
Questo è uccidere. Ma io ti capisco... In questo preciso istante stai pensando che io sia
pazzo, che dovrebbero rinchiudermi in un manicomio... e non posso darti tutti i torti. Ma
non sono pazzo... ho solo scoperto che non riesco a smettere di uccidere. Ho cominciato
con mia moglie, strozzandola pian piano, guardando la vita che usciva dai suoi occhi...
Quegli occhi che mi guardavano accusatori...
Pazzia... Forse sono davvero arrivato sull'orlo della follia, o sono già dentro il
baratro... e non mi interessa più. Ho lasciato una confessione scritta... i poliziotti la
troveranno di sicuro.
Perché sei qui? Perché voglio ucciderti... e non cominciare ad urlare, non serve a
niente... Prima ucciderò te e poi mi ucciderò... Ho bisogno di smetterla... E poi così
saremo venti, il numero che preferisco...
E adesso vieni qui, vieni, avvicinati, non vuoi vedere il mio coltello?
Sono Lorenzo Magistro, abito a Pozzallo, in Sicilia, provincia di Ragusa, vado ancora al liceo, il linguistico, sono al terzo anno.