Non poteva
crederci. Non stava accadendo davvero. Non era possibile. Il dolore lancinante alle mani e
ai piedi induceva la sua mente a credere che si trattava di un sogno, di un incubo
Ma era la realtà. Sentiva il popolo come in trance che gridava e gemeva, mentre i suoi
assassini ridevano e si spartivano le vesti.
Cercando di raccogliere tutto il fiato che aveva, gridò unultima volta la sua
verità, ma le parole furono soffocate dalle lacrime, libere di scorrere sul suo viso,
invecchiato anzitempo.
Vi prego, non fatemi questo mormorò con voce spezzata.
I suoi occhi, velati dal sudore, dalle lacrime e dal sangue che gli colava dalla fronte,
circondata da una corona di spine, si posarono sui suoi amici che lo fissavano con rabbia,
sentendosi impotenti davanti a quellingiusto dolore.
Allimprovviso comparve lui
lultimo apostolo, la persona che lo aveva
tradito e consegnato a Pilato denunciandone il nome.
Arrivò nei pressi della croce canticchiando un motivetto allegro e con unaria
sbarazzina negli occhi... Con una mano, nelle tasche, faceva tintinnare i 30 danari che
aveva ricevuto come premio di quella denuncia.
I suoi amici lo raggiunsero e gli chiesero perché fosse così contento. Non capivano la
ragione di tanta gioia, essendo alloscuro del tradimento.
Il popolo, intanto, continuava a declamare con voce possente: "Avete crocefisso
luomo sbagliato! Avete crocefisso luomo sbagliato!.
Il traditore si girò per tornare a casa. Da lontano una voce, piena di dolore, si alzò
dalla croce: Perché, Maestro, perché mi hai fatto questo?.
Solo allora Gesù tornò a voltarsi verso la croce e pensò che, tra pochi minuti, Giuda,
e non lui, si sarebbe riconciliato al Padre suo.