Essere...

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Le mie ossa imputridiscono al fetore della carne che si consuma nell'alito della morte.
Giovane corpo ormai memoria di sé.
L'anima mia intrappolata in questa melma oscura, in questo gioco perverso fra il bene e il male. In un antro d'attesa infinità.
Tu che piangi il mio ricordo, apri il tuo cuore, fa entrare il mio spirito.
Ho fame della tua giovane vita.
Sì… ch'io mi nutra dei tuoi respiri, ch'io faccia miei i tuoi occhi, ch'io faccia mia il tuo corpo…
Alza il velo che ci separa… e sarai mia.
Non mostrarti pavida… lascia che i tuoi sensi ti guidino, allontana da te la paura sì d'ascoltar solo le mie parole d'un tempo ormai remoto…
Quando ti germii sotto il gelso del giardino paterno.
Sii… mia dolce sposa… innondami del profumo della vita, cospargimi delle tue calde lacrime, respira i miei miasmi sì da trasformarli nei tuoi respiri…
Lascia che io scorra in te, come fiume in piena.
Dolce ancella d'un tempo lontano abbandonati al tuo sogno, esso ti condurrà dalla mia eterna Signora.

il mio respiro si fa sempre più possente… la tua mano sempre più gelida…
Il sogno che ti condusse a me con tanta dolcezza ti ha intrappolato nel mio incubo… ora tu sei la prigioniera dell'oscura Signora.
Il tuo Principe ora garnirà altra preda, berrà al calice dell'eterna giovinezza… fonte di passione e di calore… sarà nei secoli l'eterno oscuro Signore delle notti di giovani fanciulle…
Io sarò la loro fine, il loro inizio… io sarò il loro incubo più nero.
Io sarò per loro il Principe che danza sui loro cuori.
Io sono e sarò nell'eternità dei giorni a venire.
il Principe Oscuro delle vostre passioni più perverse, il Signore dei vostri inutili cuori, berrò da voi il mio piacere, io sono la vostra anima.

Mara Verzeletti