Ma male
solo all'inizio.
Un dolore sordo, pulsante. Dapprima avverti una specie di sensazione di nausea, come se il
tuo corpo fosse attraversato da lenti, forti spasmi; non credo che già inizi a farti
male. Non ancora, almeno. Senti, se proprio ti dice male, qualche piccola fitta qua e là,
ma è come se non ti facesse davvero soffrire. Sembra piuttosto qualcosa di infinitamente
piccolo che scivola, si insinua, e tu lo senti sempre più vicino alla pelle e poi giù di
nuovo, verso i centri umidi e pulsanti del tuo corpo.
All'inizio sei quasi sorpreso: voglio dire, è tutta la vita che aspetti questo benedetto
momento, no? Libri, televisione, cinema, canzoni, non parlano d'altro che di questo, e tu
ora stai qui, senza sentire nessun dolore; fai in tempo a chiederti se davvero sia
arrivato proprio quel momento e se tu non abbia magari preso una cantonata, ma di quelle
colossali.
Ti senti sollevato, e fai male.
Questa è solo la prima parte. L'inizio. Non credere a chi ti viene a raccontare che certe
volte ci mette un attimo. Non è vero, e poi allora non credo ne varrebbe la pena.
Decisamente no.
All'inizio non senti male semplicemente perché il tuo organismo (non già il cervello,
ché in quel momento è occupato a pensare a cose bellissime, ma di utilità nulla ai fini
del procedimento) si è fulmineamente preparato a quello che sta per succedere. Come dire
vestirsi bene per le grandi occasioni, o una cosa del genere.
Il divertimento comincia ora. Ad un tratto, quando sei ormai sicuro di esserti sbagliato,
e di avere al massimo una buona storiella da raccontare agli amici, arriva. Arriva proprio
quando meno te lo aspetti, e forse il lato comico che da sempre cercano di affibbiargli è
quello. O forse no.
Arriva, hai voglia se arriva. Arriva e tu in un attimo pensi ad una quantità mostruosa di
cose, un numero enorme di immagini, suoni, parole, volti, ricordi, tutto che ti scorre
davanti agli occhi vorticando e fischiando, estrema vertigine, salto, buio, luce, paura,
sole e speranza.
Il bello è che per un po', ma mai per troppo, continua a piacerti, ed in fondo lo sapevi
fin dall'inizio che ti sarebbe piaciuto, altrimenti non avrebbe avuto senso fare tutta
questa fatica. Non credi?
Ad ogni modo il dolore è arrivato; è già una conferma. Ora cominci a sentire male
davvero, e rimpiangi amaramente di esserti sentito sollevato fino a un attimo prima. Il
risvolto psicologico delle cose a volte è tremendo.
Soffri come un cane, e ovviamente non riesci a muoverti. Chiaro, non puoi muoverti. Fa
parte del gioco. A volte c'è chi cerca di farti credere le cose più assurde, gente che
cammina, che fa un sacco di cose. Durante. Evidentemente non ne sanno niente e tirano a
indovinare, ma se è vero che quelle che chiamiamo scienze esatte altro non sono che
calcoli fondati sull'approssimazione, allora la cosa si ridimensiona notevolmente.
Ecco, per darti un'idea: riesci a pensare, in quel tempo infinitesimale, un discorso del
genere. Straordinario vero? Intuizioni, formulazioni, risposte, ragionamenti, tutto in un
unico grande flash.
Io dico che se ci fosse un modo per imporre al cervello di lavorare così a comando il
mondo potrebbe cambiare. Forse in peggio, ma di sicuro succederebbe qualcosa di grande. Mi
ci gioco la testa.
Ad ogni modo, non è di questo che stavamo parlando.
Il dolore, già. Che altro c'è da aggiungere? La sensazione la immagini da te. Sei in
preda ad un dolore nuovo, più forte di qualunque cosa tu abbia mai potuto provare prima.
Una sensazione profonda, piena, come se dentro di te stesse nascendo qualcosa di vivo, che
smania per uscire, e si ingrandisce sempre di più e preme preme preme sempre più
asfissiante, ti sembra di sentirlo contorcersi smanioso tra le tue viscere, un
agghiacciante urlo silenzioso che ti lacera dentro e ti mozza il respiro.
Ce n'è di gente a cui piace tutto questo. E molta più di quanto pensi. E non è detto
che debbano avere per forza qualche rotella fuori posto. Magari quelli proprio normali di
solito no, ma neppure solo pazzi furiosi. È una questione di inconscio, credo; ci sono
milioni di cose che ami, desideri e fuggi senza saperlo. E spesso il non esserne coscienti
è un bene. Più rassicurante, questo è sicuro.
Questa fase di dolore, forse ti interesserà saperlo, dura poco. Passato questo scoglio,
la strada che ti rimane è tutta in discesa. Coraggio, il meglio è passato.
Ora, e dire che dall'inizio non sono passati che pochi minuti, ti senti affievolire; non
il dolore, tu.
Subentra una specie di semincoscienza, un lento distaccarsi dal dolore. La sensazione di
distacco è davvero fisica: senti come se qualcuno, una mano amica e sicura, togliesse da
te il dolore, come se - ti giuro che è così - lo affettasse e lo portasse via, lontano.
Il dolore adesso va via veloce, non più a larghi pezzi ma come un piccolo ruscello: la
sensazione che hai è meravigliosa. Da questo piccolo momento di rilascio, senti che perdi
consistenza, ti senti leggero. Un po' come quando ti svegli dopo un sonno di dieci ore,
solo più bello. Tanto per rendere l'idea.
Ormai sei alla fine, e, a quanto dicono, il divertimento vero comincia adesso.
Lentamente, come se non avessi nessuna fretta, scivoli morbido verso un immenso,
silenzioso e lucente oceano nero. Nero come la fine di ogni cosa.
Ecco, questo è più o meno quello che succede quando muori.
Lo so che detto così può sembrare bellissimo, ma ti assicuro, dopo un po' che lo fai
cominci a stancarti.
Ti viene voglia di riposare.