Alex
innestò automaticamente la terza, poi la quarta. La Peugeut sfrecciò settanta all'ora
nella calda notte di agosto. Non c'era nessuno, solo poche macchine sull'autostrada, ormai
era notte fonda. Solo qualche faro illuminava di tanto in tanto la faccia di Alex.
Il ragazzo voleva più velocità, perciò mise la quinta e aumentò a novantacinque
all'ora.
Alex stava viaggiando da ormai tre ore senza nemmeno una sosta, una chiacchierata con un
commesso degli autogrill, niente di niente, solo la radio che trasmetteva techno e altra
musica da discoteca. Alex non aveva mai amato la discoteca, ma sentire musica lo faceva
sentire in compagnia.
Era stanchissimo, gli occhi arrossati gli stavano uscendo dalle orbite e più volte era
stato sul punto di addormentarsi al volante, ma la paura di uscire di strada e finire
così le vacanze lo avevano risvegliato. Aveva fretta, fretta di vedere le spiagge di
Rimini, le ragazze abbronzate che prendono il sole, i marocchini che passano a vendere le
loro cianfrusaglie, il mare, voleva vedere tutto questo al più presto, e la testa stava
per esplodergli per l'ansia.
La notte lo attanagliava, non sopportava quella mancanza di luce e caldo, voleva la
spiaggia!
Già si pregustava il sapore della salsedine sulle labbra, le festa in spiaggia, le
ragazze che avrebbe trovato
Anche se era un operaio di fabbrica, poteva anche permettersi ogni tanto di andare in un
albergo da tre stelle e fare il cretino tra feste e discoteche!
Sorrise alle sue visioni.
Le ragazze ancheggiavano in modo provocatorio davanti a lui, sorridevano, ammiccavano, i
suoi amici lo chiamavano, le piscine erano infestate da ragazzi che schizzavano acqua
ovunque
Alex si dette uno schiaffo prima di rischiare ad addormentarsi per l'ennesima volta al
volante. Le palpebre si facevano sempre più pesanti, la vista si offuscava, sudava e
aveva bisogno di pisciare. Ma a questo si poteva anche rimediare. Mise la freccia, e
accostò. Un po' di aria gli avrebbe fatto sicuramente bene dopo tre ore di macchina.
"
ma che cazzo la metto a fare la freccia
tanto non c'è nessuno!".
Uscì dalla macchina senza spegnere il motore e si abbassò la zip.
"
ma guarda che caldo
è peggio che in macchina". Sentire la sua
voce lo tranquillizzò, almeno ora sentiva una voce umana. Si guardò in giro, cercando di
aguzzare lo sguardo nell'oscurità totale che lo avvolgeva.
Niente, nemmeno una luce lontana, solo un mare di oscurità. Non gli piaceva, aveva sempre
sofferto di nictofobia, e non vedere niente lo innervosiva. Dall'oscurità cominciarono a
muoversi ovunque ombre che strisciavano, si contorcevano.
Gli occhi e il cervello di Alex erano troppo stanchi, e cominciava ad avere le
allucinazioni. Succedeva sempre così quando non vedeva niente.
Risalì in macchina e ripartì a tutta velocità. Voleva arrivare all'hotel per dormire.
Era partito tardi per evitare le file, ma ora cominciava a pentirsene; almeno di giorno
vedi qualcosa e non hai sonno.
Alzò il volume della radio per tenersi sveglio, e la boccata d'aria che aveva preso prima
gli sembrò un'ottima idea, si sentiva rinfrescato, e non aveva più sonno.
I fari illuminavano solamente carreggiate, erba sul ciglio della strada, animali
morti
ma all'improvviso la luce investì un'altra figura che camminava sul ciglio
della strada.
Era una ragazza.
Quella aveva visto la macchina e stava camminando con il pollice alzato e il braccio teso.
Stava facendo l'autostop.
Alex frenò facendo stridere freni e gomme, il rumore doveva essere stato assordante, ma
la ragazza non ci fece caso e si incamminò verso la macchina ferma.
"Ma che cazzo ci fa qua una ragazza a quest'ora e in un posto del genere?" si
chiese.
La ragazza aprì la portiera, ed entrò in macchina. Si sedette senza dire una parola,
nemmeno un grazie, o una parola di saluto.
Alex era ancora intontito e confuso per la scena e non fece caso alla ragazza già
accomodata sul sedile di fianco a lui. Quella non lo degnò di uno sguardo.
Alex fece una smorfia, e senza ripartire si girò verso la ragazza per osservarla.
Fu colpito dai capelli biondissimi e dal suo aspetto angelico.
"Sei l'essere più bello che abbia mai visto" stava per dire senza pensarci.
Invece rimase lì con una faccia da scemo, con la bocca aperta e gli occhi rossi
spalancati. Continuò ad osservarla.
Il volto era dolce, la pelle bianchissima e vellutata. Aveva indosso un giubbotto di pelle
che le arrivava alla vita sottile, la maglietta era una di quelle alla moda, che lasciava
vedere l'ombelico, anche i jeans erano alla moda, azzurri e stretti.
"Scommetto che non sa nemmeno come è fatta una spiaggia" si disse guardando la
sua pelle.
La ragazza voltò la testa a guardarlo. Alex fissò gli occhi azzurri come ghiaccio della
ragazza. Pensò che fosse la perfezione in persona, la ragazza creata per il piacere di
tutti.
"Mi dai un passaggio?" domandò. Aveva una voce fredda, senza la minima nota di
calore umano.
"Tanto ti sei già sistemata
" osservò Alex.
Ingranò la marcia e ripartì. Almeno ora aveva compagnia, qualcuno con cui parlare. Ed
era pure una bella compagnia
La ragazza fissò la strada e non disse una parola. Non aveva nemmeno messo la cintura, ma
Alex non glielo fece osservare, lei lo metteva a disagio con quel suo modo di fare.
Guidò per una decina di minuti, poi, non resistendo più, disse: "Mi vuoi dire chi
sei? E non mi hai ancora detto dove devi andare".
"Mi chiamo Chiara e devo andare a Rimini". Rispose lei.
"Sei di poche parole
" disse Alex. Chiara non rispose. Continuava a fissare
la strada.
Alex continuava a guidare, e ogni tanto lanciava uno sguardo alla ragazza. Lei non faceva
altrettanto, rimaneva immobile e zitta.
"Fa caldo, vero? Dove devi andare? In albergo
" chiese Alex per rompere il
ghiaccio.
"
vado a casa da un'amica".
Alex si sentì preso in giro, offeso, umiliato. Non poteva sopportare quella persona. O
gli diceva qualcosa, o la scaricava in mezzo alla strada. Lui dopotutto aveva il diritto
si sapere chi era!
"Va bene
mi hai detto come ti chiami, dove devi andare, ma come mai eri in
mezzo alla strada? Non sei una mignotta, mi avresti già detto i prezzi".
Chiara lo guardò.
"
scusami. Ho fatto la stronza
sono rimasta in mezzo alla strada perché
il mio fidanzato mi ha mollata qui. Abbiamo litigato". Lo disse come se si trattasse
di una cosa non sua, successa a qualcun'altra, e glielo stesse semplicemente raccontando.
"Uno che scarica una come questa deve essere pazzo!" si disse.
Osservò ancora Chiara. Era veramente bella
"Svolta a destra" disse ad Alex indicando una strada di campagna.
Alex svoltò di scatto senza nemmeno mettere la freccia, e aspettò che Chiara dicesse
ancora qualcosa. Non riusciva a resisterle.
Si inoltrarono per una decina di minuti nella campagna nera, poi Chiara ordinò di
fermarsi. Alex si fermò, e Chiara uscì dalla macchina.
"Vieni fuori" disse.
Alex saltò fuori dalla macchina senza pensarci due volte. Osservò il mare nero che aveva
attorno. La nictofobia se l'era dimenticata completamente. Vedeva soltanto i capelli
biondissimi della ragazza e la sua pelle bianca.
"Togliti i vestiti" ordinò freddamente Chiara.
Alex ubbidì. Non poteva crederci
Rimase completamente nudo di fronte a lei che si stava avvicinando con una strana
espressione sulla faccia. Una specie di ghigno, un'espressione indescrivibile. Gli occhi
azzurri fissi su di lui.
Alex era come intontito, non riusciva a pensare a niente, solo una debole vocina nel fondo
della sua mente urlava disperatamente di scappare.
Gli occhi della ragazza divennero neri, neri come la notte che li circondava. Sembrava che
avesse due buchi nella testa
ma Alex non ci fece caso, era completamente imbambolato
con un sorriso inebetito sulla faccia.
"Ho giurato di uccidere voi uomini, siete solo feccia
siete solo prede, e io
sono le cacciatrice".
Chiara cinse le braccia attorno al collo di Alex, e aprì la bocca per poi appoggiarla sul
lato destro del collo di Alex.
Alex non avrebbe mai più visto le tanto agognate spiagge.