All'età di
17 anni si può considerare ormai una veterana. La giornata si è conclusa e lei si sta
spazzolando svogliatamente i capelli quando l'uscio si apre e la faccia rubizza della
maitresse fa capolino.
" Preparati Yvette, abbiamo un cliente " dice.
" Ma sono le
"
" Oh figliola, niente storie! Paga bene. Avrai un extra. "
" Lo conosciamo? "
" Mai visto. Però ha chiesto specificatamente di te. "
" Fallo aspettare cinque minuti, il tempo di truccarmi. "
Yvette sa come fare per liquidare in fretta un cliente, ma quando l'uomo entra le sue
certezze per un attimo vacillano. Grassottello ma con la pelle stranamente arida, l'uomo
veste una vistosa giacca a scacchi con la martingala.
" Ci conosciamo? " chiede lei.
" Ti ho notata l'altro giorno al mercato dei fiori Yvette " dice l'uomo.
" Come ti chiami? "
" Il mio nome non ha importanza. "
Yvette prova a studiare meglio quello strano signore che sembra non avere fretta e che non
mostra nessun segno di disagio. Ha occhi piccoli, molto scuri, circondati da un alone
rosso. Ma è il naso l'elemento che maggiormente la sconcerta: è un nasino all'insù,
impertinente, da donna francese, con le narici come due virgole.
" Ora Yvette sdraiati sul letto e poi sfilati le mutandine. Però fallo molto
lentamente. " dice l'uomo.
" Tu non ti spogli? "
" Io non mi spoglio, per ora voglio solo guardarti "
Yvette fa quello che l'uomo gli ha chiesto. In cuor suo si augura che si tratti
semplicemente di uno di quei soggetti passivi che si eccitano a guardare, ma non ne ha la
certezza.
" Brava Yvette, hai fatto come ti ho chiesto. Ora apri le gambe. "
L'uomo rimane a lungo a guardare la sua fessura con quegli occhietti allo stesso tempo
febbricitanti e freddi. Uno sgradevole sibilo si è aggiunto al suo respiro.
Per la prima volta Yvette prova disagio ad essere osservata.
" Vuoi fare l'amore con me? " chiede, sentendosi contrariata che dalla propria
voce traspare tutto il suo disagio.
" Amore ?! " risponde l'uomo come se quella parola la sentisse per la prima
volta. " Ma lo sai chi sono io? "
" Non me lo hai detto il tuo nome " risponde Yvette.
" Non il mio nome Yvette. Ti sto chiedendo: sai chi sono io? "
" No che non lo so! Per favore, cosa vuoi da me!
" Sono venuto per leccartela Yvette. Te la sei mai fatta leccare da un rettile?
"
E dalla bocca dell'uomo, prima di perdere conoscenza, Yvette ha la fugace visione di una
lingua biforcuta, lubrica, che guizza fuori rossa come un lampone.