Era di
nuovo Natale, le fotografie degli anni precedenti erano ancora sul tavolo impolverate
d'eternita'. I soggetti erano tanti, ma in particolare quello che la colpiva era
l'immagine di un suo zio morto qualche anno prima; aveva quasi l'impressione che
quell'espressione tendesse a modificarsi in base ai momenti, addirittura aveva anche visto
delle foto in cui l'espressione di quell'uomo assumeva sembianze demoniache. Non voleva
pensarci e per questo si accese una sigaretta; i pensieri erano avvolti dal fumo e c'era
un caldo afoso che era sicuramente atipico per quel periodo. Decise di mettersi a letto e
si addormento' fra visioni che nulla di buono lasciavano presagire.
Al suo risveglio si trovo' in un luogo che non gli era familiare, uno strano odore era
presente in quel posto, cerco' di muoversi ma si accorse di essere legata e nuda: cosa
stava succedendo e dove si trovava?
La paura si poteva tagliare talmente era intensa, il suo cervello rischiava di impazzire
in quel momento, ma fu distratta da un rumore di passi, qualcuno si stava avvicinando,
forse l'avrebbero aiutata, ma la sua paura aumento' quando si accorse che attorno a lei si
stava radunando un gruppo di figure con dei corpi umani ma con le teste di animali; il
dubbio era che si trattasse di gente mascherata ma i visi assumevano espressioni
animalesche e quindi nella sua mente inizio' ad insinuarsi l'idea che forse era deceduta e
si trovava all'inferno. Uno di questi, probabilmente era il leader, si avvicino' a lei e
sussurro' delle parole in una lingua che mai aveva sentito con una voce che nulla aveva di
umano: un altro, porto' una gallina senza testa ed il sangue che colava dall'animale
decapitato venne messo in un bicchiere e poggiato su una struttura che somigliava ad un
altare.
Il presunto leader aveva una testa di capra e avvicinatosi al bicchiere comincio' a
trangugiare quel liquido con tale avidita' che una parte di queso gli fini' addosso;
tutt'attorno si era creato come un sabba e tutti gli altri adesso pronunciavano parole
nella stessa lingua del primo con voci cavernose e di tanto in tanto qualche risata
diabolica ne rompeva il ritmo.
Il leader si avvicino' a lei ed a forza le fece bere quello che nel bicchiere era rimasto:
un acre sapore di sangue gli pervase la gola e poi tutto il corpo ed il senso di disgusto
si mischiava a qualcosa che sembrava un'eccitazione sessuale: il rito ormai doveva essere
compiuto e sulla successiva pratica non ebbe dubbi quando vide l'essere denudarsi e con un
movimento quasi felino saltarle addosso. Adesso le urla erano diventate assordanti, stava
per compiersi il sacrificio.
L'essere aveva cominciato a sfiorale tutto il corpo e ad un tratto lei lo senti' in tutta
la sua potenza: era una sensazione mai provata, dapprima sgradevole, poi pian piano
cominciava a diventare meno pesante da sopportare.
Mentre si trovava sopra di lei l'essere le avvicino' la bocca all'orecchio e le sussurro'
una frase che a sembro', nel terrore della situazione che stava vivendo: "QUESTO E'
IL FIGLIO DEL DEMONIO, TU SEI LA PRESCELTA!!!"
Mentre si consumava questo scempio gli altri presero il leader di forza e cominciarono a
strappargli le membra fra le urla atroci dell'essere; uno di questi con una testa da
cervo, strappo' la testa all'orrido ed in quel momento lei si accorse che l'uomo era quel
suo vecchio zio morto anni prima e di cui tanto aveva sempre avuto paura.
Con la forza della disperazione riusci' a liberarsi da quella posizione e approfittando
del fatto che tutti erano impegnati a squartare e mangiare il diabolico, comincio' a
scappare verso quello che a prima vista sembrava nient'altro che l'oblio.....
La mattina era splendida, gli uccelli volavano in cielo e lei era nella
sua stanza madida di sudore nel suo letto fradicio: come mai aveva avuto quel terribile
incubo?
Decise di uscire, per dimenticare quella notte infernale e si indirizzo' verso il parco
illuminato da una giornata che certo era anomala nel mese di dicembre.
Passarono tre mesi e a causa di alcuni disturbi decise di andare dal medico:
"Complimenti, signora" le disse il medico dopo un'attento esame delle sue
analisi del sangue "Lei e' in cinta di tre mesi"!
Un brivido le corse lungo la schiena, corse subito a casa attanagliata da un pensiero
terribile: ando' in salotto, apri' il cassetto per cercare le vecchie foto di Natale, le
guardo' e le sue paure diventarono una realta' piu' terribile degli incubi: LUI non c'era
piu'...
Gianni Gioè è nato nel 1970 a Palermo.