Della
deposizione che fece davanti al magistrato seduta a cavalcioni su una poltrona.
"Trenta, il trenta... numero fortunato, numero pieno di fascino e coincidenze.
Mi chiamo Chiara Olcise, coniugata con Franco Aretuso dal 1992.
Dalla nostra unione sono nati due bambini. Abitiamo nella prima periferia, in una casa in
affitto.
Io lavoro come badante. Talvolta avevamo avuto dei problemi finanziari tanto che mio
marito ha dovuto arrotondare lo stipendio prestando aiuto a mio fratello come carpentiere
il sabato e anche la domenica.
Quando è nato il primo figlio volevo allattarlo al seno ma non avevo latte e perciò mi
hanno fasciato i seni.
Con il secondo ci ho rinunciato. Ultimamente sono un po' nervosa tanto che rimproveravo a
mio marito di andare da solo a fare la spesa.
Succede spesso nei cambi di stagione.
Non so bene cosa
e che la mia mente scorre veloce ed io me la prendo per niente.
Comunque
domenica ero alla stazione, sa io ho la passione per i numeri, che nel
tempo è diventata passione per le schedine... come si chiamano... si insomma ha capito
anche lei signor Magistrato.
Era che andavo spesso, troppo spesso, alla stazione a giocare. Oramai i numeri correvano
più velocemente di me.
Ora invece salgo e scendo dalla scala mobile conto e riconto i gradini
sono
trentadue o trentacinque... sa com'è. Qui sì, in questo campo, vorrei sfondare... vabbè
con le schedine mi è andata a male ma con gli scalini non mi può battere nessuno.
Mi sono preparata, ho già fatto cinque stazioni.
Come può immaginare bisogna perdere almeno un giorno. Sa la gente va e viene ed io molto
premurosa li lascio passare. Anche loro hanno i loro affanni, hanno fretta.
Quando non c'è nessuno però salgo sulle scale, segno un gradino con la matita e cerco di
contarli.
Quando ci riesco, quando ce la faccio vado poi allo sportello, sa lei, no, mi ha capito.
Chiedo all'uomo che ho davanti se per caso lui sa quanti gradini ci sono ma, eh eh eh
eh... li prendo sempre in castagna, nessuno lo sa. Così me ne torno a casa contenta e in
cucina mio marito manco lo guardo.
Ah eh... ih ih... insomma.
Numero con numero, numero fa numero.
I miei bambini non fanno i numeri. Ora che loro sono un po' già grandini
. uno fa la
quarta, l'altro la quinta.
Ero agitata, no, non volevano imparare le tabelline a me, per me che "ho" i
numeri, che sono i numeri.
Poi, dopo siamo saliti e scesi assieme, su e giù.
Poi, all'improvviso una ragazza è arrivata tutta di corsa
una nuvola
un
polverone, non ho più sentito niente".