- Fighissima.
Beppe e Marika erano fermi sul bordo della pedana, gli zaini carichi di libri scolastici
abbandonati dietro il biliardino.
Nicola l'aveva già vista il giorno prima e la trovava la migliore attrazione di tutta la
sala giochi.
- Fanno quattro gettoni - disse con aria superiore. - Li ho già presi. Chi si siede per
primo?
Beppe si chinò per toccare una cinghia e sgranò gli occhi. - Sembra vero!
- Mi fa una certa impressione - disse Marika facendo un passo indietro. - Voglio dire, è
solo un gioco, no? Credo sia troppo di cattivo gusto per essere veramente divertente.
Nicola strinse i gettoni metallici nella mano fino a farli diventare viscidi di sudore. -
E' una sedia elettrica, mocciosetta. Se fosse stata una sedia da barbiere nessuno avrebbe
pagato quattro gettoni per sedersi!
- Ma l'hai vista funzionare? Cosa ti fa? Trema tutta, ti dà qualche scossone, ti spara
qualche lampo di luce? Magari anche un filino di fumo?
- No, non mi rovinare la sorpresa - intervenne Beppe strofinandosi le mani eccitato. -
Stare lì seduto, legato come un salame, e non sapere esattamente quello che mi
succederà. Questa io la chiamo una grande esperienza.
Lo aiutarono a salire e a sistemarsi la cervelliera di metallo. Aveva l'aria vagamente
preoccupata e Marika sorrise nervosa.
Nicola inserì i gettoni e afferrò la grossa leva accanto al pannello dei comandi.
Trattenne il fiato e lo lasciò uscire lentamente. Era consapevole che la vera emozione la
provava chi tirava la leva, non chi sedeva sulla sedia. Il potere immenso in un solo
gesto. E qualche rudimentale nozione di elettricista. La polarità invertita nel quadro
elettrico, un sapiente sabotaggio dei fili, qualche contatto in più.
Questa lui l'avrebbe chiamata una grande esperienza.
Sono appassionata di horror/fantascienza/fantasy. Mi diletto nello scrivere racconti e romanzi e ho pubblicato un'antologia per Ghost intitolata "Un piccolo mondo di divertimento".