Monica
contemplava allo specchio i piercing appena applicati e ne era soddisfatta. Uno al naso e
all'ombelico, ma pensava di poterne avere almeno sei. Però, sapendo della contrarietà
dei genitori per quel genere di cose, non voleva affrettare i tempi per evitare malumori e
musi duri. Si sentiva bene, meravigliosamente contenta, in uno di quegli stati di
benessere che durano un attimo e svaniscono senza ripetersi mai.
Sentiva ancora la mano carezzevole di Mario infilargli il metallo senza una benché minima
sensazione di dolore o fastidio, anzi si era rilassata in una dolcezza appagante, come
quello che segue all'orgasmo sessuale. Ma gli era rimasto impresso lo sguardo: un abisso
profondo che le aveva causato un piccolo brivido, ma solo per un istante.
"Balle", pensò, e si mise a canticchiare una canzoncina quando avvertì un
prurito proprio nel buco del piercing.
La madre rientrava dalla parrucchiera ed il padre sarebbe arrivato più tardi. Si
ripromise di affrontare subito la questione con loro chè l'attesa le stava diventando
insostenibile.
Un ultimo sguardo allo specchio e si trovò alquanto carina e sarebbe piaciuta di più
agli amici, e soprattutto ad Alessandro. Una fitta al naso, seguita da un'altra
all'ombelico, la fece sussultare. "Gli effetti dell'intervento", si disse, e si
avviò alla porta.
Si bloccò smarrita, sbarrò gli occhi e le mancò il respiro. Sentiva avanzare i fili
metallici, penetrare dentro la pancia e all'interno del naso. Tornò davanti allo specchio
e vide un filo di sangue colare dall'occhio sinistro ed uno all'altezza del seno. Volle
gridare senza riuscirvi. Pian piano le estremità dei piercing si diramavano fino a bucare
le tempie, le orecchie ed il collo, per congiungersi alle braccia alle gambe in una
terribile gabbia metallica.
<<Monica, la cena è pronta!>> Chiamò la madre bussando inutilmente.