La Cosa che viene da nonsodove giunge sempre di notte. Attraversa la strada, sintrufola nel cortile, striscia sotto alla porta e infine entra in camera mia. Non ha una forma definita; può assumere qualunque aspetto. Inoltre, se ti vede, ti divora.
Se mi accorgo della sua presenza, non riesco più a dormire. La Cosa sta lì, ai piedi del letto, e non se ne va fino quasi allalba. Mi mette paura. Aspetta famelica nella speranza che io mi dimentichi di lei e accenda la luce.
Questa sera ho deciso di affrontare la Cosa. Non appena lho sentita avvicinarsi, le sono saltato addosso. Lho afferrata per la coda. Era pesante, ma alla fine sono riuscito a trascinarla in cucina. La Cosa ha combattuto, scalciato, gridato, grugnito, ma non ha potuto farmi alcun male. Conosco la disposizione dei mobili a memoria, e quindi mi sono mosso a luci spente.
Volevo fare a pezzi la Cosa con la mannaia di mamma, e poi intendevo
infilarne i resti nel forno a microonde. Avevo studiato il piano in ogni dettaglio. Ce
l'avrei fatta. In effetti la Cosa aveva paura, e ad un certo punto ha persino iniziato a
piangere.
Con le ginocchia la tenevo inchiodata al pavimento. Con la mano sinistra le bloccavo il
collo. Dovevo solo sferrare il primo colpo. La cosa si contorceva, guaiva, sputava, ma io
ero lì, su di lei, pronto ad ucciderla. Avevo la mannaia in mano.
Poi una voce mi ha distratto: Che cosè sto casino?
Il frastuono della lotta aveva svegliato mio fratello.
Ho gridato non farlo!, ma quellidiota ha premuto linterruttore lo
stesso.
La Cosa che viene da nonsodove ti mangia soltanto se ti riesce a vedere. Ora, per esempio, sta sbranando me e mio fratello. Dopo cambierà zona di caccia
Cè luce lì, vero?