Fu quando
si trovò davanti alla porta che notò la somiglianza tra la casa e il suo proprietario,
un tipo dall'aspetto inquietante. In realtà la costruzione era tenuta in buono stato,
forse mancava di una verniciata ma il dottore non si sentiva tranquillo. La lettera
ricevuta la sera prima lo aveva allarmato, il signor Whellwort non era certo tipo da
inviti e qualcuno sosteneva che avesse stretto un patto col demonio. Pensò che fossero
solo stupidaggini, si fece coraggio ed entrò.
Lo stanzone era cupo e male arredato, ma la cosa che attirò l'attenzione del nostro
protagonista fu l'unico quadro appeso alla parete. Mosse qualche passo per poterlo
osservare da vicino e stabilì che non doveva sicuramente trattarsi di un opera d'autore,
lui se ne intendeva. Forse era stato comprato da qualche viandante che si dilettava con la
pittura. Lo fissò ancora un momento, come a dargli un'ultima possibilità e notò
qualcosa che lo raggelò. Anzi, per la verità lo spaventò. A morte. Nella chiesetta
ritratta vide che si stava svolgendo un funerale e sulla targhetta della cassa da morto
lesse il suo nome. Il cuore ebbe un sobbalzo. Un omino che assisteva al corteo magicamente
si voltò con un ghigno grottesco e occhi come le tenebre, cominciò a fissarlo negli
occhi.
Il respiro si fece affannoso, una fitta lo prese allo stomaco come se avesse ricevuto un calcio, il cuore pulsava con battiti forti e irregolari. Cadde a terra preda delle convulsioni, perdeva bava dalla bocca. Era terrorizzato, non riusciva più a controllare i movimenti del proprio corpo. Guardò il quadro un ultima volta, involontariamente si girò sulla schiena e la inarcò verso l'alto. Una forza oscura gli squarciò il petto e un urlo disumano rimbombò nel vuoto della stanza mentre un essere infernale gli risucchiava l'anima
Nato il 16.06.1977 a Milano. Da sempre appassionato dei racconti di Conan Doyle e di E.A.Poe, di calcio e di musica. Laureando in Informatica presso l'Università Statale di Milano.