Scherzi del destino

<<Perché l'ho fatto? Perché, quando io l'amavo?>> si domandò l'uomo sulla panchina, ma non seppe rispondersi.
Il sole si stava avviando dietro alle colline, celato alla vista dalla folta chioma degli alberi, tingendo di rosso il cielo. Il parco, di solito gremito di dente, era stranamente deserto e silenzioso. Il vociare dei bambini, le mamme che richiamavano il loro figlioli, neppure il dolce cinguettio degli uccellini, tutto terribilmente cupo e silenzioso.
L'uomo sedeva sulla panchina scompostamente, la mano sulla fronte e le lacrime agli occhi. Non doveva avere più di trent'anni, ma dentro si sentiva molto più vecchio.
Continuò a cercare una risposta alla sua domanda, ma nulla venne alla sua mente. Neppure la donna vestita di nero di fianco a lui seppe o volle rispondergli.
Indossava un abito da sera scuro, che gli arrivava a coprire i piedi, per cui l'uomo non vide che tipo di calzature indossava. I suoi capelli erano portati elegantemente all'indietro ed erano lisci, di un colore bruno. Quasi scintillanti.
Ma la cosa più bella in assoluto erano gli occhi, due splendidi smeraldi azzurri che sembravano brillare a seconda dell'inclinazione, occhi così seducenti e così inquietanti.
<<Rispondimi, ti prego!>> la implorò l'uomo, piangendo. <<Perché ho fatto tutto questo? Io l'amavo!>>
<<Non siamo noi i responsabili delle nostre azioni, tutto è scritto da sempre.>> sentenziò la donna in nero.
Lui continuò a piangere, continuando a ripetere sempre lo stesso nome. Angelica.
Si rivide alcune ore prima, stava rientrando dal lavoro per la pausa pranzo. Intendeva portare la moglie al ristorante, così, senza nessun motivo, e aveva chiesto e ottenuto un permesso di un'ora. A lei non aveva detto niente per farle una sorpresa.
Era perfino passato a comprarle un mazzo di rose rosse, si immaginava già la scena. Gliele avrebbe consegnate e avrebbe visto il volto di lei illuminarsi. Lei avrebbe detto 'ti amo ' e lui avrebbe risposto con un bacio. Ma non andò proprio così.
Entrato in casa e la scena che gli si presentò davanti fu la più sconvolgente della sua vita. Sua moglie, la sua Angelica, tra le braccia di un altro uomo. La sua Angelica che BACIAVA un altro uomo.
Afferrò la pistola che teneva sempre con sé (era un portavalori, e, data la natura del suo lavoro, girava sempre armato), la puntò allo sconosciuto e sparò. Gli spaccò la testa.
A nulla valsero le grida della moglie, l'uomo non volle sentire ragioni e sparò di nuovo, ancora e ancora, finché non ebbe svuotato il caricatore. Quando la sua foga si fu esaurita comprese quanto aveva fatto. L'aveva uccisa. Aveva ucciso sua moglie, la sua Angelica, il suo unico grande amore.
Ed eccolo lì,sulla panchina del parco, insieme ad una donna che non conosceva e del cui arrivo non si era nemmeno accorto.
Si guardò le mani tremolanti, se le portò al volto e si mise a piangere più forte che mai.
<<Io posso aiutarti>> disse la donna in nero.
<<E come? Nessuno può aiutarmi.>>
<<Io posso aiutarti.>> ripeté la misteriosa figura. <<Siete tutti uguali ai miei occhi. Ricchi e potenti, poveri e rifiuti della società, avidi di denaro e barboni in giro per le strade, per me non fate la benché minima differenza.>>
<<Stai dicendo che...>>

<<Vita per vita, non dimenticarlo. Oggi due si sono spente, quella della tua amata e quella del suo amante. Non dovevi farlo, sono io che strappo la vita ai mortali. Tuttavia voglio essere magnanima con te, ti offro la possibilità di salvare uno di loro, scegli tu chi.>>
<<Angelica!>> esclamò l'uomo senza ripensamenti. <<Voglio salvare Angelica!>>
<<Ma io non faccio regali, voglio avere qualcosa in cambio.>> disse la donna in nero. <<Non dimenticare, vita per vita. Non so se sarai disposto a pagare un prezzo così alto.>>
<<Tutto pur di salvare Angelica, sono disposto a tutto. Ma potresti pentirti, la mia vita non è preziosa come quella di lei.>>
La donna sorrise <<Oh, io non mi pento mai.>>
E fu allora che scomparve per materializzarsi di nuovo di fronte all'uomo. Solo che non era più la bellissima donna in abito da sera nero e gli occhi splendenti. Era proprio come ci si immagina che sia, nella classica iconografia medievale, la tonaca nera, lunghissima e sventolante, la falce in spalla, la faccia bianca.
L'ambiente circostante era scomparso e tutto era il nero. Il vuoto. Era scomparsa anche la panchina e esistevano solo l'uomo e Lei.
Attorno ad Essa una luce azzurra, ma allo stesso tempo cinerea, come misteriosi pulviscoli atmosferici.
Seppur in preda al panico e al terrore, l'uomo ebbe la forza di parlare. <<Se prenderai me lei vivrà di nuovo, vero? Me lo giuri che vivrà di nuovo, che non mi stai mentendo?>>
La voce di Lei si era fatta diversa, baritonale. <<Io non mento mai.>> e poi <<Sì, te lo giuro.>>
E per quell'uomo, di cui non sappiamo neppure il nome, fu la fine.

 

Angelica si sarebbe svegliata circa mezz'ora dopo, e non avrebbe realizzato molto dell'accaduto. L'unica cosa che avrebbe ricordato sarebbe stata l'immagine del marito che le puntava la pistola addosso. Si era lasciata andare ad una scappatella ma amava ancora il suo dolce maritino. Le rose che le aveva comprato erano tutte sparse sul pavimento.
Ciò che il marito non avrebbe mai saputo era che non era stato lui ad ucciderla, se non direttamente. Infatti Angelica era stata colpita da un infarto e morta un millesimo di secondo prima che il proiettile la raggiungesse. L'infarto era stato provocato proprio dalla vista del marito con la pistola puntata verso di lei.
Le ricerche del marito sarebbero proseguite per giorni, finché la polizia non sarebbe giunta alla conclusione che, dopo aver ucciso l'amante della moglie, questi si era tolto la vita in preda alla disperazione. Il dolce maritino era dunque morto e vaffanculo a tutti.
Angelica sarebbe caduta in depressione. In fondo aveva sempre cercato di essere una moglie ideale, aveva sempre amato il marito più della sua stessa vita. Non le si poteva forse perdonare una piccola scappatella dopo anni e anni di convivenza?
Dopo pochi giorni, sopraffatta dalla disperazione e dal rimorso, Angelica avrebbe ingoiato dei barbiturici e si sarebbe lasciata cullare dalla dolce sensazione dell'estasi.
Il gesto disperato del marito sarebbe servito a prolungare la vita di Angelica solo di qualche giorno, qualche giorno di dolore e agonia.
Strani scherzi del destino...

Cagliostro