Devo far
presto altrimenti faccio tardi al lavoro
E' curioso constatare come la monotonia dei giorni che si susseguono in un alternarsi di
gesta, luoghi, parole, persone possano atrofizzare la mente e tutte le sue capacità più
creative inducendoti ad entrare a far parte di un mondo dove tutto è uguale, amorfo,
morto.
Questa è la mia condizione mentale da qui a un anno, svegliarsi la mattina con l'unica
preoccupazione di dover giungere alla sera il più presto possibile per poi addormentarsi
con il pensiero ossessivo del risveglio. Ci sono persone che conducono questo stile di
vita per mesi, anni, alcune per tutta la vita e nonostante ciò riescono ancora a
sorridere come se l'obiettivo reale della vita fosse questo
alzarsi, lavorare, far
finta di sorridere, addormentarsi.
Lavoro ad un supermercato di nota fama che si trova a 8 km da casa ed ogni mattina alla
stessa ora, con lo stesso camice, con la stessa pettinatura, con lo stesso sonno, con lo
stesso sorriso comincio il mio lavoro di commesso. I giorni passano monotoni, lenti, tanto
da far passare inosservati anche i piccoli piaceri che la vita ci riserva saltuariamente;
ed io rimango qui ad osservarmi mentre il tempo soffia via dal mio viso l'ultima ombra di
speranza che ancora giace in me.
Chi vive un'esperienza simile alla mia si renderà sicuramente conto della mia condizione
fisico-mentale e sicuramente giustificherà il mio senso di indifferenza a riguardo di
quello che mi è appena successo.
Come ogni mattina sveglia alle 7.30, il camice verde, la colazione, la Punto rossa, il
tragitto, il supermercato
e cosi via
Ci sono due strade che conducono al supermercato: una breve, che utilizzo spesso data la
mia abitudine giornaliera di portare sempre un lieve ritardo, ed una lunga che, nei giorni
in cui ho qualche minuto a disposizione, percorro ritardando il mio ingresso nella
giornata lavorativa. Tutte e due le strade si incrociano a 1 km dal supermercato e si
uniscono formando un ampio stradone.
Stamattina, stanco della solita routine, ho deciso di fare il tragitto lungo; ed è
difficile comprendere come questo mi possa far sentire meglio, "trasgredire",
ritardare, cambiare
Dopo qualche minuto dalla mia partenza mi son trovato all'incrocio delle due strade e son
rimasto colpito dalla lunga fila di autovetture che mi si parava dinanzi.
Un incidente, pensai. Sì
un incidente.
Sconvolto e quasi eccitato da questo ribaltone teatrale mattutino, da questo lampo di
novità, sono stato quasi felice ma il tutto non è durato che pochi secondi.
Una volta fatta la fila, infatti, sono passato lentamente, con noncuranza, dinanzi il
luogo dell'incidente ed è con misero ed apatico stupore che ho visto
io ho
visto
sì, ho visto dapprima una Punto rossa lacerata in tutte le sue parti
schiantata contro un albero e poi ho visto il cranio fumante del guidatore che riversava
il suo contenuto sull'asfalto gelato dal freddo invernale; ho ancora davanti agli occhi il
colore del suo camice
VERDE!
Devo far presto altrimenti faccio tardi al lavoro