Occhi di
ghiaccio, labbra dorate, mani fatate. Quante bimbe hai stregato coi tuoi sguardi, quante
vite hai ingannato nei tuoi lombi. Godevi a vederle morire. Fremere in quell'ansito
insieme, giacere con loro e ucciderle nell'istante stesso della massima dolcezza.
Ami il candore ed esso svanisce nell'istante in cui le tocchi. Il tuo sguardo non sbaglia,
la tua mano non perdona. Tre volte gli torci i capelli sulla nuca, alle tue bimbe piace
Mork e poi, poi svezzandole d'ardore gli afferri la gola e confondi i loro ansiti in duri
spasmi d'agonia.
Io lo so che tu le invidi in fondo poichè muoiono felici, mentre tu in eterno cerchi,
trovi e perdi nell'introvabile. Ami le vergini che t'odiano e poi le sciogli in disprezzo
quando t'amano. Una creatura pura dovrebbe odiarti poichè tu solo sei sporco, tu solo ti
nutri d'infinita innocenza e in essa annega il tuo desiderio raggiunto. Troverai pace
povero Mork? Le bimbe perdonano presto la tua crudeltà poichè tutto ai puri è puro, ma
tu spasmodico curioso senza requie, non trovi mai ciò che nel tuo baratro si disperde
poichè tu non uccidi di morte reale, uccidi d'amore. Chi per un attimo ti possiede,
mentre t'ama, muore infinite agonie in disprezzo della tua fuga costante.
Fuggi Mork, corri e corri più lontano. Per monti, colli, città e confini ormai solcati
dal pensiero, non potrai nasconderti dai tuoi ricordi, dalle tue brame, dai sogni
scomparsi. E' lunga la notte e cala ovunque. La luna fa capolino dal suo drappo oscuro,
pallido il suo volto sogghigna alle bimbe il segreto dell'anatema notturno. Di giorno può
nasconderti il sorriso Mork, ma la notte s'affaccia cinica ai tuoi solitari pensieri.
Mentre dormono, s'alzano lievi i desideri delle tue bimbe, dai loro corpi inerti, si
condensano in potente, deleteria energia e allora, sopra monti, colli, città e confini
lei viene Mork a sfidare i tuoi sogni, a insidiarsi nel tuo letto. Si materializza, ha
sembianza umane: bellissima. E' lei la splendida donna: sinuosa, scura, florida come una
dea, maledetta oltre il confine. E' lei che sposerai. T'ha ammaliato subito nelle sue
spire: non fu l'innocenza a sbalordirti, ma la sua esperienza.
Oh...potente Mork anche tu hai ceduto: cadesti quel giorno nella profonda valle d'amore. Lei ti stregò sotto il suo sguardo felino, mentre le efelidi del suo viso nulla suggerirono alla tua ragione ormai sopita. Sarà lei la donna, lei la dea. Si rischiara nel sonno il tuo viso d'un sereno sorriso, un suo bacio sulla fronte, una carezza sul tuo viso... ma ghiacciata cala la sua mano sul tuo addome. Le sue fredde unghie strappano il tuo cuore e lei crudele lo donerà ad un altro.
Sono nata a Sassari il 6 marzo 1980. A 14 anni mi iscrissi al Conservatorio dove
studiai pianoforte per 5 anni, ma a 19 fuggii ... forse disamore estremo per quel tipo di
mondo elitario e routinario...
La mia passione per la scrittura è nata dopo la fuga. Scrivo di getto e molto spesso in
dormiveglia: non so che significhi ciò, nè se sia figo o meno dichiararlo, ma
sinceramente non me ne preoccupo. Ora vivo a Manchester dove studio lingue all'università
e lavoro saltuariamente.
Sono molte le cose che amo: il romanticismo, il metal, le barche, la musica classica,
l'oscuro inconoscibile, il Mare (a Lui mi prostro!), le grotte, "Lolita" di V.
Nabokov, le candele, i fulmini, le persone problematiche, gli specchi, la poesia. Amo la
natura più d'ogni cosa, in sè e in tutte le sue accezioni: come libertà, bellezza,
sublime o come contrario di cultura, artefazione, falsità. Non so cosa siano il bene e il
male. Mi perdo nei meandri della loro definizione: ogni etichetta è una barriera e
un'astrazione... e poi come direbbe Oscar Wilde: "amo le persone più dei principi e
le persone senza principi più d'ogni altra cosa!"