Maria se ne stava
nel suo attico in centro, era stanca di dispensare sorrisi ma era questo il
prezzo del suo successo, Maurizio gliel’aveva detto, lei credeva che dopo
aver succhiato il corto pene rugoso del baffuto e pingue ciccione tutto si
sarebbe risolto, ma non era così.
Nella sua camera da letto, una ragazza mandatale da Fabrizio (un paparazzo da
due soldi), poco più che diciottenne, l’aspettava in mutandine e reggiseno,
era ora di rilassarsi, le avrebbe leccato la fica per due ore, così avrebbe
dimenticato ogni cosa, poi se la sarebbe fatta leccare e si sarebbe
addormentata mentre la ragazzina ancora lappava.
Maurizio era stato chiaro, avrebbe avuto i miliardi, la gente l’avrebbe
amata, avrebbe potuto mantenere le proprie tendenze lesbiche e andare anche
oltre, anzi, era meglio se fosse andata oltre, poiché Shub-Niggurath adora
gli individui empi e corrotti, e pretende innumerevoli sacrifici.
Inizialmente si trattava di bazzecole, cerchi di candele, rituali, orge, si
era fatta inculare e aveva inculato (con falli di gomma e di ferro)
innumerevoli politici.
Ogni notte doveva celebrare Shub-Niggurath, anche da sola, non doveva
dimenticarlo mai, nuda doveva porsi sotto le stelle, sul terrazzo del suo
attico, circondata di candele, e una empia creatura sarebbe discesa a
prendere sessualmente il suo corpo, carezzandola con squamose grinfie e
penetrandola con cuspidi rostrate, sotto il battito d’ali strisciante di
insetti stellari, il corpo di Maria praticamente, come quello dell’intera
umanità, apparteneva a Shub-Niggurath.
Ma la situazione era divenuta ingestibile da quando la creatura che si
agitava in bagno, una delle tante progenie che la divinità le aveva
costretto ad adottare, stava raggiungendo proporzioni immani e presto non si
sarebbe accontentata del bagno, avrebbe occupato interamente il suo
appartamento, corrodendo i costosi mobili ed il parquet con la propria bava
viscosa.
Forse era meglio dargli da mangiare prima di dedicarsi al relax.
Maria prese la testa di maiale che da due giorni teneva nel freezer del suo
enorme frigo all’ultimo grido, costatole ventimila euro, ce lo si può
permettere quando si detiene il monopolio dell’arte da due soldi italiana,
quando si lancia cantanti senza speranza in altri paesi e ballerini con le
emorroidi.
La mascolina biondina vinse il disgusto e portò la testa di porco in bagno,
era disgustata dal suono dei tentacoli che sbattevano in umidi tonfi contro
la porta.
“Ecco, ti ho portato la cena!” Disse la regina della tv italiana.
“Sono stanco della tua carne morta puttana! Dammi la ragazza che hai di là!”
Maria si ritrasse lasciando cadere in terra la testa di porco, uno dei
tentacoli uncinati si allungò afferrando la carne congelata, in meno di un
secondo triturò il cranio e lo portò a uno dei suoi quattordici becchi,
deglutendo senza troppi sforzi, quelle molteplici bocche avevano un infinito
bisogno di carne.
“Non posso darti la ragazza! Non che non voglia, ma quel paparazzo del cazzo
me l’ha procurata, se scompare nel mio appartamento lo sapranno tutti i
giornali entro poche ore, e poi anch’io ho bisogno del mio relax , non lecco
una fica da due settimane, me lo concederai spero?”
La creatura strisciò in avanti minacciosamente, un tentacolo afferrò i
biondi capelli della muscolosa puttana di Mediaset.
“Questi sono affari tuoi troia, io sono uno degli innumerevoli figli di
Shub-Niggurath, nel mio sangue scorre l’icore della sua divinità, e tu devi
servirci, sia me che la Dea prolifera, è solo grazie a lei che puoi
permetterti il tuo stile di vita, inutile pezzo di carne, è solo grazie a
noi che hai fama e ricchezza, devi farci pascere, presto giungeranno i miei
fratelli, non è consigliabile contrariare la mia stirpe!”
Maria sospirò, l’immonda progenie aveva ragione, maledisse Maurizio, quel
fottuto ciccione, che l’aveva iniziata a quelle immonde pratiche, il giorno
in cui la mise nuda in un cerchio, facendola inculare da milioni di
tentacoli provenienti da una botola nel pavimento, promettendole fama e
successo eterni.
Sì, Shub-Niggurath, l’aveva inculata coi suoi dodicimila tentacoli, inculata
a sangue, nel vero senso della parola, e adesso le mandava a casa i suoi
figli da mantenere.
La prima volta aveva fatto morire un cucciolo, era poco più grande di un
cane, solo che somigliava ad un incrocio tra un coccodrillo e un calamaro,
lo lasciò nella vasca da bagno, un po’ disgustata e un po’ convita che la
creatura fosse autosufficiente, quando morì, due giorni dopo, Shub-Niggurath
in persona andò a farle visita, la inculò nuovamente coi dodicimila
tentacoli (infilarglieli nella vagina significava renderle l’onore di
inseminarla con le proprie spore, una zozza mortale non poteva ospitare una
sacra progenie dei grandi antichi), quel giorno con la Maria c’era un
ballerino albanese, Shub-Niggurath inculò anche lui, avete idea di che
dolore può provocare essere penetrati da dodicimila tentacoli? Ma per il
successo e il denaro non si bada a queste cose.
Al fine di placare l’ira della divinità Maria dovette indire dei nuovi
provini per Amici, miriadi di incompetenti e coglioni incapaci si
presentarono in un capannone della periferia (tanto cosa costa provare?)
tutti finirono tra le fauci di Shub-Niggurath, offerti in sanguinario
sacrificio, i genitori non fecero domande, credono ancora che siano nella
scuola di ballo, il ballerino albanese (col culo ormai largo come un
portacenere) risponde personalmente con false mail ai genitori, che sono
contenti della fittizia vita carceraria che i propri figli conducono sotto
l’ala protettrice della grande Maria, sperano di vederli presto in un
reality o a sculettare davanti alle checche della giuria di Amici, non sanno
però che Shub-Niggurath, la grande dea dei boschi ermafrodita dalla
innumerevole prole, ha già cagato le ossa dei loro figli ormai da tempo.
Quindi era meglio non contraddire la divinità, e i suoi figli erano molto
capricciosi, inutile tentare di corromperli con offerte sessuali, il
ballerino orami non voleva più saperne di dare il culo a quei tentacoli, ma
la Maria ci provò lo stesso:
“E se ti succhiassi i tentacoli?”
La creatura rise, la bava giallastra colò dai suoi becchi di seppia, allungò
una grinfia e solleticò il capezzolo di Maria.
“Effettivamente mi fa schifo mettere un mio tentacolo dove l’ha messo
Maurizio Costanzo troia, ma mi piacerebbe umiliarti, girati!”
La progenie di Shub-Niggurath infilò il proprio tentacolo fra le natiche di
Maria, e sarebbe una falsa la troia se dicesse di non aver goduto, la
creatura spinse fino alle viscere, poi la sventrò tirando via con sé le
budella!
Svuotato, il corpo di Maria cadde in terra, ancora dall’ano le fuoriuscivano
lunghe strisce di interiora sanguinanti.
“Ma Shub-Niggurath aveva detto...”
Tre becchi famelici stavano masticando le budella dell’aspirante imperatrice
d’Italia.
“Shub-Niggurath se ne fotte dei pezzi di carne come te, siete burattini,
deboli, sostituibili, affascinati dal ballo, dalle chincaglierie dello
spirito, dalla vanagloria, presto i nostri tentacoli affonderanno nelle
natiche della vostra patetica umanità!”
La creatura uscì dal bagno, il cui pavimento era orami ricoperto da sangue e
materia organica di scarto; si diresse nella camera da letto, dove
l’aspirante ballerina stava attendendo Maria!