Era in
piedi con la schiena appoggiata alla parete, le mani serrate sulla bocca per trattenere il
respiro affannoso e ogni possibile lamento.
Solo leco del suo ansimare sembrava esistere in quel silenzio spettrale.
Si trovava nella sacrestia. Oltre langolo ove era prudentemente ancorata cera
larcata principale che portava allaltare dellantica abbazia eretta su
una lontana collina nella Toscana medievale. Trascorse qualche minuto prima di scostarsi
di qualche centimetro alla sua sinistra per cercare di osservare se la navata centrale
fosse libera.
Voleva andarsene al più presto. Del resto sapeva di non essere abbastanza forte da
sopportare qualsiasi altra cosa.
Stringendo tra le dita delle mani il rosario, si fece forza e si incamminò dinnanzi
allaltare. Con molta fretta raccolse il vassoio e il calice che aveva fatto cadere a
seguito di quello che aveva visto e sentito.
Improvvisamente quel silenzio venne spezzato da uno schianto secco che proveniva da dietro
le sue spalle.
Si voltò di scatto e vide unombra nera, indefinita, che avanzava di gran passo
nella sua direzione.
Pensò subito a Padre Gerardo.
Padre! - disse Suor Lucia - Sono qui!
La luce che filtrava dal rosone dellabside non permetteva di identificare chi fosse
quella persona, facendola risultare solo una sagoma nera in contro luce. Nella religione
cristiana si dice che il sole che sorge è Cristo, quindi, attraverso la finestra
dellabside è Cristo che viene.
Ma ben presto Suor Lucia dovette ricredersi.
In realtà era qualcosa di diabolico che le si stava avvicinando.
Ferma, paralizzata dal terrore, vide quella figura dissolversi a pochi metri di distanza
dalle scale che conducevano allaltare dove lei stessa si trovava.
Lanciò un urlo disperato stringendo istericamente le mani sulle guance.
Leco della sua disperazione si distribuì in tutta la cattedrale sino a scomparire.
Avvertì un rombo lontano.
La luce che filtrava dal rosone diminuiva continuamente di intensità. Loscurità
stava diventando padrona internamente a quelle mura.
Suor Lucia si inginocchiò ai piedi dellaltare al cospetto del grande crocifisso e
iniziò a pregare imprigionando il rosario tra le mani, singhiozzando sconnessamente per
trattenere il pianto, serrando fortemente le palpebre per non vedere.
Il rombo era assordante.
La terra iniziò a tremare sotto i piedi della monaca, sino a crepare la pavimentazione di
pietra.
Seguì poi un agghiacciante lamento, il quale si perpetuò con uneco seguito da un
riverbero distorcente e spettrale.
Qualcosa di diabolico stava invadendo la casa di Cristo.
La sorella era pietrificata dal terrore.
Avvolta da un gemito straziante come fosse un uomo che urla di dolore. Un grido continuo,
terrorizzante, insopportabile, sembrava ogni secondo più vicino alla donna.
Poco dopo Suor Lucia avvertì una tremenda corrente daria gelida che le scostò la
veste sino a sollevarle il velo fino a coprirle il volto.
Con isteria si dimenò sino a liberarsi il volto dalla cortina.
Quel lamento sembrava pronunciare qualcosa. Qualcosa di orribile.
Le panche poste ai lati della navata iniziarono a sobbalzare e schiantarsi luna
contro laltra, gli affreschi cambiarono daspetto trasformando gli angeli in
dèmoni, lacqua santa divenne nera, le statue raffiguranti i santi si sgretolarono,
lorgano prese a suonare note senza senso alcuno, le candele si spensero tutte quante
ad eccezione delle tre poste sotto il crocifisso dellaltare.
Suor Lucia intese il suo nome venire pronunciato da quella voce infernale.
Di scatto lanciò il suo sguardo verso il crocifisso.
Fissò gli occhi sbarrati di Cristo crocifisso e si mise a pregarlo intensamente.
Il suo sguardo venne rapito da qualcosa che librava poco sopra la testa di Gesù.
A mezzaria aleggiava un velo nero, dalle grandi dimensioni. Librava nel vuoto e
creava un suono simile a quello che fanno gli uccelli quando sbattono le ali.
Quel manto ascese lentamente sino a distendersi e coprire interamente il crocifisso.
Il lamento cessò dimprovviso, così come il vento. Le altre candele si riaccesero
con una vampata fiammante.
La Sorella fece il segno della croce e si portò verso il grande crocifisso.
Si issò sullaltare e cercò di scoprire la grande croce dal velo che lo copriva.
Ritrasse immediatamente la mano quando vide che qualcosa al di sotto del mantello si
muoveva, sembrava ci fosse sotto qualcuno che si dimenava... ma cera solo il corpo
di Cristo.
Non può essere Gesù! - pensò la sorella.
Suor Lucia si fece coraggio e sfiorò quel telo con le dita, a quel punto il lamento si
ripresentò più intenso e più vicino di prima. Pregando con tutta la sua forza afferrò
il velo e lo scostò.
Al di sotto dello stesso, sul crocifisso, il corpo di Cristo era scomparso.
Al posto di Gesù cera un vecchio monaco crocifisso.
Era Padre Martino, con i piedi inchiodati e rivolti verso lalto, le mani
anchesse trafitte dai chiodi ed il volto allaltezza dei piedi della croce.
Gli occhi del monaco erano spalancati e seguivano ogni movimento di Suor Lucia.
Una lingua incomprensibile veniva pronunciata da Padre Martino. Sul suo collo una serie di
ferite recanti un simbolo a forma di pentacolo con al centro tre serie di sei.
La concretizzazione del maligno regnava nel suo corpo.
Il monaco era stato invaso da Satana da quando praticò serie di rituali esoterici.
Da anni era stato chiuso in una stanza isolata. Solo il priore andava a fargli visita e lo
purificava dei suoi peccati e dal male.
Il portone dellabbazia si spalancò facendo filtrare un bagliore di luce solare.
Dalla porta entrò Padre Gerardo.
Suor Lucia gli si fece incontro, mentre Padre Martino si dimenava come un ossesso su
quella croce.
Padre Gerardo baciò le mani della Sorella e si incamminarono insieme verso quello che una
volta era stato un servo di Dio.
Padre Martino stava per essere liberato.
La terra riprese a tremare. Innumerevoli voci gridarono e si lamentavano tra quelle mura
immense.
Dal rosone dellabside filtrava una timida Luce, era il Cristo che come scritto:
alla fine del mondo, Lui, arriverà dallOriente per salvarvi.