Cristina

Ogni mattina Cristina si reca al lavoro ma quel giorno non è molto tranquilla, la notte ha fatto strani sogni e lei non è riuscita a capire cosa vogliano significare.
Quel lavoro per lei è molto importante, il padre dei suoi figli non è molto affidabile e lei ha due creature da tirare su. Fa due lavori, questo non le pesa anche se quando torna a casa è sempre distrutta, malgrado questo ha sempre il sorriso sulle labbra... ai suoi bambini non vuole far mancare nulla.
Quel giorno però c'è qualcosa di strano.
Arrivata al lavoro trova l'ingresso principale chiuso e così è costretta a passare dall'entrata sul retro, quella di cui lei ha paura.
La mattina presto - 5,30 - quel posto ha un aspetto tetro e sente sempre strani rumori provenire da dentro uno stanzone... per sua fortuna lei lì non deve pulire, la cosa non la farebbe molto felice.
Quella mattina nota che lo stanzone ha la porta accostata. Lei continua dritta come non se l'avesse notato ma poi sente uno strano lamento, come di un bimbo che piange, ma questo è impossibile a quell'ora.... Un bambino da dove può essere entrato? Si infonde coraggio e decide di tornare indietro. Lei è una mamma e comprende la paura che può creare un posto del genere ad un bambino, spaventa anche lei...
Arrivata davanti alla porta il lamento non si sente più. Questo è molto strano, forse sarà stato un gatto? Alcuni quando si lamentano somigliano molto a dei bambini che piangono. Meglio così pensa. Si sta facendo tardi, s'incammina di nuovo verso l'ascensore, ma ecco ricominciare di nuovo quel lamento....
<<BASTA! NON NE' POSSO PIU'!>> dice a voce alta.
Non ci sono più scuse vuole entrare, dopotutto cosa ci potrà mai essere di tanto brutto? E' un ufficio come gli altri, un po' di carta non la spaventa. Cerca di convincersi, con il cuore in gola afferra la maniglia e spalanca la porta...

La stanza è in penombra, da quel poco che s'intravede non sembra un ufficio come gli altri, ha qualcosa di diverso. Cerca sulla parete l'interruttore, lo trova e lo fa scattare. Improvvisamente tutta la stanza è illuminata. Quello che vede è orribile, fugge via spaventata...
Non dice nulla di quello che ha visto. Fa le sue ore, cercando di essere il più normale possibile, non vuole far capire che lei sa, potrebbe essere pericoloso.
Dopo la solita giornata di lavoro torna a casa dai suoi bambini, forse così riuscirà a dimenticare la visione che l'ha accompagnata tutto il giorno. Cerca di non pensarci ma non ci riesce, non riesce a dimenticare, quell'esperienza l'ha molto turbata...
Va a dormire, forse l'indomani ne parlerà con il responsabile, vuole capire ma il suo sonno non è tranquillo, gli incubi la perseguitano...
Quella mattina esce un po' prima da casa, ha deciso di controllare nuovamente la stanza e poi parlare con il responsabile... vuole sapere e capire.
Arriva in ufficio ed entra dalla porta secondaria. E' davanti alla stanza e con freddezza gira la maniglia, sente uno scatto ed è aperta. Cerca l'interruttore e lo gira. Ora il camerone è illuminato.
Si presenta lo stesso spettacolo orribile del giorno prima, ma questa volta nota che alcuni barattoli sono vuoti... chissà cosa è successo...
Non fa in tempo a pensare a nulla che dietro di lei appare un embrione di bambino al sesto mese di crescita che le dà un morso alla mano.
Quelle cose stranamente sono animate ma anche fameliche.
Un altro le salta addosso da un ripiano e le stacca un orecchio. Un terzo, più grande, sembra al nono mese, ha delle strane manine con lunghi artigli e i suoi dentini sembrano zanne, anche la sua testolina sembra quella di un essere mostruoso e famelico; il suo viso spurga sangue da ogni poro e fessura, i suoi occhi non hanno nulla d'umano...
Lei non si rende conto, non comprende che gli esserini hanno fame, ma non di latte bensì di carne, carne umana...
Le sono tutti addosso ed iniziano piano a divorarla mentre lei urla di dolore e spavento....

 

Cristina non ha potuto leggere il cartello appeso alla porta "CENTRO RICERCHE MUTAZIONI GENETICHE SU FETI DEFORMI" è caduto.
Ecco perché in quella stanza c'erano tantissimi barattoli al cui interno erano conservati feti e che, a causa delle loro malformazioni, erano stati abortiti dalle mamme spaventate da quello che potevano generare...
Tutto sommato avevano ragione....
Avevano fatto la scelta giusta anche se dolorosa.....

 

(dedicato a Cristina)

Marina Sulpizi