La festa
era incominciata da poco e Marco si divertiva.
Volti disegnati dall'alcool vagavano per le stanze del gran casolare.
Marco non se ne rendeva ancora conto ma erano ormai passate due ore e
non riusciva, anche volendo, a toglierle gli occhi di dosso.
In lei non vedeva soltanto una ragazza carina ma riusciva ad assaporare il gusto delle sue
parole e ad inebriarsi con il bagliore dei suoi occhi per non parlare del suo profumo.
Tutto ciò che provava per lei era racchiuso nei suoi silenzi e in essi risplendeva con
lampi di luce argentata.
I loro sguardi s'incrociarono per l'ennesima volta..
.. lei aveva capito ..
Finalmente, dopo varie coincidenze, riuscirono a parlarsi e in quelle poche e flebili
parole entrambi coglievano la poesia e il romanticismo degni dei migliori poeti.
Pian piano la stanza si vuotò ai loro occhi, non vi erano che loro ma la festa continuava
con i suoi suoni sempre più assordanti.
Due sguardi incrociati, un unico corpo.
Viaggiavano sospesi da terra e disegnavano nell'aria dolci figure lasciando dietro di loro
ondate di porpora bianca e lucente.
Andarono al piano di sopra in tutta solitudine e si conobbero
sessualmente, poi rimasero distesi sul letto in silenzio per molto tempo.
Marco, con una dolcezza estrema, le accarezzava i capelli e lei era contenta di essere tra
le braccia di qualcuno che l'amava.
Assuefatto dall'amore che provava in quel momento meditava e fantasticava: era quella la
donna della sua vita? Era quell'essere dai tratti celestiali la sua seconda metà?.
Per quanto si sforzasse nella sua mente riusciva a cogliere soltanto risposte positive.
Di un tratto i suoi occhi si illuminarono di una luce particolare.
Delicatamente scostò lei, che nel frattempo si era addormentata, si alzò e si diresse
giù in cucina.
A dispetto dell'ora tarda, c'era musica in abbondanza e gente in abbondanza.
Marco scendeva le scale con passo deciso.
Ascoltava silenzi e desolazione.
In cucina. La mannaia. Le scale. Lei...
Con un taglio netto e deciso le portò via la testa e con fare
minuzioso le amputò gli arti e le lacerò il corpo in modo da formare pezzi non più
grandi della testa stessa. Ripose il tutto in due valigie e scese giù.
Marco scendeva le scale con passo deciso.
Uscì di casa e andò via, lei era sua per sempre.
La macchina partì con calma e si cancellò nell'ombra del viale; intanto, nella casa, la festa volgeva al termine con alcuni ragazzi che chiedevano di Marco.