Scattò a
sedere sul letto. Il dolore era lancinante. Gli occhi gli andavano a fuoco. Così come la
bocca. E così come la bocca per quanti sforzi facesse non riusciva ad aprirli. Si agitava
come un pazzo dandosi botte in faccia, cadendo di continuo. Non capiva. La confusione gli
annebbiava la mente e il panico portava l'adrenalina ai livelli massimi anche per un
ragazzo giovane come lui. Provava a gridare aiuto ma la bocca era sigillata. Sbatteva
contro i muri cercando di farsi sentire dai suoi genitori ma sua madre dormiva con i tappi
nelle orecchie. L'unico in cui poteva sperare era suo padre. Aveva un sonno così leggero
che spesso, tornando tardi da una serata con gli amici, se lo ritrovava di fronte
incazzato come un bufalo solo per aver fatto un po' di casino infilando la chiave nella
serratura, salendo le sale o cose del genere.
Sapeva che suo padre sarebbe corso sentendo tutto quel fracasso. Lo sentiva così vicino
da riuscire quasi a distinguere il suo odore in mezzo a quel tanfo di ammoniaca. Un colpo
in testa lo stese. Doveva aver sbattuto contro qualcosa. Non riusciva a capire cosa stesse
succedendo e la paura non avrebbe fatto altro che evitare di farlo svenire. Il dolore era
sempre più forte. Non si fermava. Avrebbe voluto piangere ma i suoi occhi erano più
aridi di quelli di un morto. Era questo che lo aspettava? Sentì un nuovo odore,
famigliare, come di detersivo, poi qualcosa penetrargli la gamba. Dopo poco la porta di
camera sua si aprì ma era troppo tardi perchè lui potesse capirlo.
I sensi se ne stavano andando. Il suo corpo era percorso da fremiti e scatti. L'ultima cosa che riuscì ad avvertire furono delle urla in lontanaza. E i rumori. Rumori mai sentiti. Urla disumane di donna. Come se fosse squarciata dall'interno. Poi solo un pianto. Anche questo femminile, ma infantile. Una fila di forti tonfi su una parete e il silenzio. Fuori e dentro di lui.
Scattò a sedere sul letto. Il dolore era lancinate. La testa gli scoppiava. <<Proprio stanotte!>>, pensò. Guardò la sveglia. Le tre e un quarto. Il sogno che aveva appena fatto lo aveva turbato come non gli era mai successo. Il sogno più strano che avesse mai fatto. Dalla prospettiva più strana. Scosse la testa. Avrebbe dovuto alzarsi tra qualche ora e aveva bisogno di dormire. Decise dunque di far veloce. Si alzò dal letto senza curasi troppo di far non far rumore. Camminò fino alla camera di suo figlio. Aprì la porta controllando che fosse nel suo letto. Al che tirò un grosso respiro... e aprì il tubetto di colla.