La cassa venne calata nelle profondità del carnaio. La terra fredda ed intrisa di lacrime, suggellava quella splendida giornata di morte. Ora iniziava il crepuscolo.
Marika penetra nel minuscolo camposanto. Non è sola. Le sepolture sono
murate lungo grandi pareti nere che suddividono l'interno in scompartimenti. Due
vecchietti sghignazzano passandole accanto. Con occhietti maliziosi la scrutano
attentamente. Percorre il corridoio principale, una tomba vuota l'attira. Si piega e con
la mano ne segue lentamente i contorni. Infila la testa dentro. Al suo orecchio giunge un
suono impercettibile che cresce sempre più di intensità. Il vagito di un neonato dato
alla luce le sta perforando la testa. Si allontana turbata. Una foto ritraente un ragazzo
biondo di bell'aspetto le provoca una visione ad istantanee: UN AUTO/IL RAGAZZO È ALLA
GUIDA/È UBRIACO SI DISTRAE/L'AUTO SBANDA/OSCURITÀ/LE LAMIERE CONTORTE SONO IMBRATTATE DI
ROSSO/IL PNEUMATICO SGONFIO GIRA A VUOTO/LA TESTA DORATA È SEMISEPOLTA DAL TERRICCIO/IL
FUMO SALE FINO A SFIORARE LE FRONDE SPOGLIE DI UN ALBERO/IL PNEUMATICO CONTINUA A GIRARE.
Vicino un'altra foto. Una bambina con i capelli raccolti da una coda. L'ennesima visione
di Marika: LA BAMBINA È SEDUTA SU UN BALCONE/È SOLA/STA GIOCHERELLANDO CON UN
TRENINO/GLI DA' SLANCIO/IL TRENINO DELINEA UNA CURVA E PASSA SOTTO LA VETRATA/CADE GIÙ/LA
BAMBINA SI ALZA ED INIZIA A SPORGERSI/VUOLE RIACCHIAPPARE IL SUO GIOCATTOLO/L'UNICO CHE
HA/LO RAGGIUNGE.
I rimproveri di una madre al figlio down destano Marika. La madre riallaccia la cerniera
dei pantaloni del bambino. Questo per pudore cerca di allontanarla. Innervosito la
spintona facendola cadere all'indietro. Il bambino scappa. Dal ginocchio violaceo della
madre cola un rivolo di sangue. Marika supera due fila di lapidi. Nota una persona voltata
di spalle davanti un angolo di uno scompartimento vicino ad una tomba di marmo. E' un uomo
vestito di nero, quasi pelato. Ha la testa ovale. La pelle di color olivastro reca delle
disturbanti pieghe sul dorso del collo. Si gira adagio verso la ragazza. Un lieve
scricchiolio accompagna questo suo movimento. Si arresta di profilo Con l'occhio sinistro
la osserva. Sorride.
Marika rimane a fissarlo. L'uomo si rigira verso il suo angolo abbassando il capo. Gli
occhi sbarrati della ragazza lacrimano. Se li riasciuga rapidamente e riprende il suo
cammino. Passa in rassegna gli sguardi pregni di mistero e rimpianti di tutte le anime
presenti.
Un mazzo di fiori liquefatti e gocciolanti troneggia su una lapide dimenticata. Al
passaggio di Marika l'intero liquame ricade a terra. Due ometti non molto rispettosi
conversano ad alta voce sulla soglia dell'entrata. Marika non se ne cura, supera una donna
con un velo nero sul volto. La ragazza si ferma e senza farsi vedere inizia a spiarla. La
donna è al cospetto di un caro estinto. Legge un libro a bassissima voce, alcune parole
vengono pronunciate con decisione. In mano tiene la Bibbia. Sfoglia una pagina. Serra il
pugno accartocciandola. La strappa e la infila in bocca.
Marika si allontana prudentemente verso il penultimo scompartimento dove la attende il
bambino down. Lui è seduto a terra e tiene una mano dentro la crepa di una lapide. Da
questa sgattaiola fuori un grosso topo nero seguito da una torma di scarafaggi. Estrae la
mano.Tiene stretto un topolino che si dimena. Il bambino gli molla un morso che gli stacca
di netto la testolina. La ragazza indietreggia spaventata. Tutti i personaggi si sporgono
sul corridoio principale dai loro rispettivi scompartimenti.Tutti la guardano in silenzio.
Si avvicinano pian piano. Il bambino down si alza e le porge quel che resta del topolino.
Marika cerca la fuga nell'ultimo scompartimento .Sa che non ci sono uscite. Alza gli
occhi. Dal soffitto spuntano facce urlanti pietrificate ammassate tra loro. Sono arrivati.
Sono davanti a lei. Tutti insieme puntano il dito su una tomba che le è accanto. Marika
volge lo sguardo verso la foto incorniciata che la ritrae. Dissolvenza in nero.
Marika apre gli occhi. E' distesa dentro una cassa. Sopra di lei uno specchietto da cui
scorge il cielo. Lo specchietto inizia ad oscurarsi lentamente. Della terra viene gettata
sulla cassa. Marika spalanca la bocca mentre calano le tenebre. Ora tutto tace. Niente
più si sente, tranne il grido del tuo silenzio Marika.