"La notte ti apparirà accigliata e greve
e le stelle non più occhieggeranno
dai loro alti troni celesti, con luce
di vaghe speranze offerte ai mortali -
ma le loro rosse sfere, prive d'ogni raggio,
al tuo languente occhio si mostreranno
come incendio e ardore
che per sempre t'investiranno."
Edgar Allan Poe
"Perché? ... Ti amo, lo sai ..."
Mi disse questo, in quella notte spettrale. E le parole gli si spezzarono in gola. Mentre
io lo guardavo morire. Morire. Per mia stessa mano.
"Perché sei diventata così? Perché?"
Non potevo rispondere. Non potevo dire niente. Sentivo solo il suo sangue che mi scorreva
dentro. Che mi riempiva. Che mi riportava alla vita. Una vita apparente, è vero. Ma pur
sempre una vita.
Era una sensazione estatica. Non riuscivo a pensare ad altro che al suo sangue in me.
Sapevo che dopo mi sarei sentita meglio. Che, quando tutto sarebbe finito, avrei
dimenticato quello che avevo appena fatto. E non avrei avuto neanche l'accenno di un
misero senso di colpa.
Ma giuro su Dio che mai avrei voluto fargli del male! Mai avrei voluto che morisse. Mai.
Lui era l'intero universo per me. Era quello per cui avevo voluto lottare e vivere. Era
stata l'unica persona che mi avesse amata davvero. Ma prima. Fu prima. Prima che
diventassi il mostro che sono ora.
Dov'è andato a finire quello in cui ho creduto? Dov'è andata a finire la mia fede? La mia casa? Il mio amore? La mia umanità? Tutto è annegato in un mare di devastazione. Di solitudine. Di abominevole crudeltà. Tutto. Tutto è scomparso nell'oceano melmoso dell'aberrazione. Ed è colpa mia. Triste e funesto mi appare il mondo. Ho davanti a me una strada lastricata di morte. E dietro di me, il vuoto in espansione, come un'enorme galassia, si annulla e si autodistrugge. Non posso guardare negli occhi nessuno, senza che in me si risvegli l'istinto che mi spinge ad uccidere. Uccidere. E uccidere ancora. Senza ragione. Per saziare la mia putrida carne.
Io so perché ho scelto di diventare quello che sono. Lo so. Ma sono
stata una sciocca!
Mi fu offerta l'immortalità e io non chiesi quale sarebbe stato il prezzo da pagare.
Volevo vivere per sempre, era un pensiero che mi logorava ormai da tempo. Da quando avevo
scoperto di essere malata. Da quando avevo saputo che presto sarei morta. E la piccola
esistenza innocente che portavo dentro di me, mi avrebbe seguito nella tomba, come un
macabro ricordo della mia stessa inutile vita.
Non volevo che questo accadesse! Lei doveva nascere. Doveva vivere! Non doveva entrare nei
piani della mia nemesi fatale. Dio! Doveva vivere!
Fu così che accettai il patto. Fu per quello che scelsi di diventare un'orrenda creatura
della notte. Ma il prezzo fu alto. Fin troppo alto. E l'inganno che il patto celava, fu
anche peggiore. E allora non lo sapevo.
Ho distrutto ogni cosa per la mia brama di eternità. Ho distrutto ogni cosa perché
volevo avvicinarmi al Cielo ... ma è stato l'Inferno a trovarmi per primo. Ogni cosa che
avevo è crollata sotto i miei colpi spietati. Niente è rimasto. Solo questo schifo di
anima che mi porto addosso, come un'ombra. Che non mi appartiene.
Se avessi saputo! Ah!
Allora sarebbe stata meglio la morte che questa sofferenza senza fine. Sarebbe stato
meglio se avessi posto fine alla mia vita con le mie stesse mani. E avessi portato con me
la mia bambina, quando ancora non aveva visto la luce. Quando potevo concederle il dono di
tornare nel Limbo senza dolore ... senza quella straziante agonia.
Ma perché? Perché? Perché ho dovuto distruggere tutto ciò che più amavo? Perché sono
stata così stupida? Perché?
Avrei dovuto capire. Avrei dovuto immaginare ...
Quando mi fu data l'immortalità, mi furono dette anche poche parole, pronunciate in una
strana lingua che non potevo conoscere. Eppure me le ricordo bene. Come fosse stato ieri.
E invece sono passati anni, non so neanche quanti. Il mio specchio ormai riflette una
statica immagine ... non riesco più quasi a vedermi. Provo solo disprezzo e odio ... Odio
me stessa. E vorrei che mia madre non mi avesse mai partorito ... vorrei che mia madre mi
avesse gettato in un fiume, lasciandomi morire ... subito, al mio primo vagito pieno di
speranza ... pieno di sogni e illusioni ...
Era così bella la mia bambina quando venne al mondo. Aveva i capelli
più rossi che io avessi mai visto! Ed era bianca. Più bianca della neve che cade pura su
un prato mai calpestato dal piede infangato dell'uomo. Era semplice e ingenua, come una
dichiarazione d'amore ...
Mi sentivo felice. Felice, come mai prima d'ora. Ma quella felicità durò un attimo. Un
attimo solo. Poi tutto fu così terribile che quasi ho paura di ricordare ... quasi ho
paura che il ricordo possa diventare reale e mi trascini nuovamente in quella stanza
maledetta ... in quella stanza strappata giù a unghiate dalla luce di Dio ...
Ricordo che misero la mia bambina sopra di me, sul mio petto. E io la
guardai. E ricordo che qualcuno disse qualcosa, qualche frase di circostanza presumo.
Ebbi il tempo di formulare solo qualche pensiero abbozzato ... poi nella mia mente
cominciarono a insinuarsi immagini e frasi a me incomprensibili. Ero io a pensare e a
immaginare ... ma sentivo come una forza soprannaturale che mi stringeva la testa tra due
mani invisibili. E una voce si fece strada in me. Una voce sottile ma risoluta ...
"Devi farlo ... Adesso!"
Mi diceva questo. Solo questo. Lo ripeteva in un ciclico alternarsi di toni, e piano piano
le parole si confusero con il mio respiro ... sempre più affannoso. E vidi allora la
maschera dello sgomento e della cieca disperazione dipingersi sul viso di tutti quelli che
si trovavano nella stanza ... E lo feci ... Mi alzai in piedi sul letto, presi la mia
bambina. La sollevai al cielo. E in quel momento mi sembrò un angelo, un piccolo angelo
dai capelli rossi che poteva salvarmi dalla mia dannazione. Ma non fu così. Non fu così
né allora, né mai ...
La strinsi forte a me e in preda ad una follia incontrollabile, affondai i miei denti
aguzzi nel suo piccolo collo ... Sentii la sua vita scivolare, liquefarsi come brina al
primo sole del mattino. Sentii il suo tenue respiro affievolirsi ... e come un fuoco, il
suo sangue appena nato mi bruciò dentro ... più doloroso di una pugnalata ... più aspro
e crudele del morso di un serpente ...
Fu come se le mie vene venissero strappate con artigli di ghiaccio. Fu come se il deserto
che coprì il mondo miliardi di anni fa fosse stato proiettato ad altissima velocità
davanti ai miei occhi ... fu come morire ... ma non fu la morte ... La morte l'avrei
riconosciuta. Avrebbe avuto un volto familiare, compassionevole.
Non ebbi un solo istante di lucidità ... in pochi minuti uccisi tutti. Tutti. Senza
fermarmi, se non alla fine. Quando fu tutto finito. Quando non rimase altro che
contemplare l'orrore che io stessa avevo compiuto ....
Quella spettrale notte. Quella notte in cui io rinnegai la mia vita e
ne presi una nuova. Quella notte, io ricordai ciò che mi dissero Loro quando, sei mesi
prima, siglai il mio empio patto di sangue ...
Io volevo soltanto far vivere la mia bambina! L'ho fatto solo per questo!
Ma Loro mi hanno ingannato.
Ora non mi rimane più niente ... solo una distesa di tombe da visitare, ogni tanto ...
E la certezza che dovunque Loro si trovino, per quanto lontano possano scappare, io li
inseguirò finché ci saranno uomini da uccidere al mondo, dai quali prendere il sangue,
ciò che mi serve per vivere ... per dar Loro la caccia.
Loro mi hanno dato questa vita immortale. Loro ne pagheranno le conseguenze.
La mia vendetta arriverà cruda e spietata. E neanche il Demonio in persona potrà
salvarli dalla mia falce implacabile. E troverò pace solo quando avrò reciso ogni vita,
ogni essere immondo che appartiene ai Figli del Sangue ... e allora, quando il seme del
male sarà stato estirpato, sarò pronta a morire.
Ma prima di allora, non so quanti saranno di Voi a vedere il mio viso per l'ultima volta.
Per questo io Vi dico ... fuggite finché siete in tempo ... se mi vedete ... non vi
fermate ... scappate ... perché io non ho misericordia per Voi ... voglio solo trovare
chi mi ha ingannato ... e Voi siete semplicemente il mio pane e il mio vino ... il cibo
per compiere la mia vendetta ...
La vita eterna! Questo mi dissero quando accettai ... questo mi dissero
in quella lingua che non riuscivo a capire! Questo fu il patto! E adesso, che sono una di
Loro, le parole appaiono chiare, come caratteri d'oro su un muro pitturato di nero.
Questo mi dissero ... Maledetti vampiri! Li ucciderò tutti!
"Sei una Figlia del Sangue. Benvenuta Sorella.
La tua vita non è più. Ma ne avrai presto una nuova.
Passerai questi giorni nell'attesa.
Fin quando, tra sei lune, tua figlia verrà al mondo.
E solo allora tu diventerai una di noi.
Avrai modo di vedere il viso di tua figlia, almeno per un attimo.
Ma non ti illudere di poter prolungare più di tanto quel momento ...
Lei ci appartiene. Come ci appartiene ogni tua cosa.
Ogni cosa che ami sarà nostra in quel preciso momento!
Ma non saremo noi a strappartela, a pretenderla.
Sarai tu stessa a regalarcela.
Questo è il patto. E in cambio avrai la vita eterna ...
Una vita - di eterno dolore ... Una vita - di eterno smarrimento ...
Sei una Figlia del Sangue. Benvenuta Sorella."