Correva
l'anno 18.., quando decisi di lasciarmi alle spalle una vita fatta di stenti e miseria.
Partì di buonora per la capitale, dove Carmine R. mi stava aspettando.
Era un brutto giorno di fine ottobre quando presi il treno che mi avrebbe portato verso
una nuova vita. Portavo con me la mia piccola valigia di cartone marrone, dove stipavo i
più cari ricordi.
Arrivato che fui alla stazione trovai Carmine che mi accompagnò ad un misero albergo
dalle parti della stazione e lì mi sistemai per la notte.
Quella notte sognai di un luogo sconosciuto e vidi un uomo che indossava un cappuccio nero
che gli copriva il volto; mi svegliai con una sensazione di cupo terrore, come se qualcosa
o qualcuno guidasse i miei passi verso l'ignoto.
Passarono alcuni mesi e dopo un lungo apprendistato, diventai un bravo mugnaio scrupoloso
nel mio lavoro. Un giorno di aprile, quando la capitale si rivestiva di fiori e colori
primaverili e le strade brulicavano di turisti e fannulloni, mi sentivo euforico e così
fischiettavo felice per le vie anguste vie del centro, che cercava di dimenticare le
ferite ancora aperte della guerra.
Quella mattina arrivai puntuale al lavoro, come al solito, ma non c'era nessuno e così mi
mise a lavorare, ma improvvisamente, con uno strano tonfo, la macina si fermò, allora
cercai di riparala, presi un martello ma
macina non volle partire, allora,
esasperato cominciai a bestemmiare tutti i santi del paradiso nella città di Pietro e
alla fine mi misi a inveire, per par condicio, anche contro il principe delle tenebre,
così
All'improvviso una fitta nebbia nera avvolse il mulino, mi guardai intorno spaventato da
una risata satanica che si propagò nella stanza, il mio sguardo terrorizzato vagava per
la stanza grigia, finché non vidi in un angolo della stanza, apparire una faccia di un
uomo con baffi e pizzo nero, con due piccole corna sulla testa e un berrettino rosso, che
mi fissava con uno sguardo di sfida; presi il grosso martello che avevo in mano e glielo
scagliai contro e questa strana apparizione svanì nel nulla e la macina, come per
incanto, iniziò di nuovo a macinare.
Passò una settimana quando un signore distinto con baffi e pizzo nero venne al mulino
chiedendomi di poter parlare con il proprietario, quest'uomo mi fece correre i brividi di
terrore lungo la schiena, perché mi ricordava quella satanica apparizione della settimana
prima.
Il distinto signore stanco di aspettare il mugnaio se andò, ma
mentre usciva mi
lanciò una occhiata demoniaca e rabbrividii di nuovo, mentre udivo una risata demonica
spegnersi nel caldo del tardo pomeriggio.
Passò un mese finché un brutto giorno sentì delle forti fitte sulle che mi
attanagliavano le gambe e nel giro di breve tempo mi si paralizzarono; fui costretto a
trascorrere il resto della sua vita su una sedia a rotelle. I dottori non seppero dirmi
mai niente di preciso, ma io avevo un idea ben precisa sulle cause del mio improvviso
malessere!!!