Il buio era
tutt'intorno.
Come avesse ancora gli occhi chiusi, stretti, nessuna luce percepiva, era immerso
nell'oscurità più totale.
Si sentiva seduto su un freddo pavimento, infreddolito, intontito, non ricordava...
Dov'era? Cosa stava facendo?
Pochi centimetri indietro e le sue spalle toccarono una liscia parete... una stanza
forse... una stanza che non conosceva o non ricordava... completamente immersa nel buio.
La paura cominciò a gelargli le gambe.
Ma non fu nulla, paragonato all'autentico terrore che lo inchiodò in un sussulto, quando
dal buio, sullo sfondo, percepì un movimento e fu conscio che in quella orribile stanza
non si trovava da solo. Il gelo lo assalì e si accorse di tremare come mai aveva tremato,
presto avrebbe cominciato a battere rumorosamente i suoi denti. Certo che non poteva
permetterselo, pensava, il minimo rumore avrebbe indicato all'altro la sua presenza e
questa non sarebbe stata una buona cosa. Doveva calmarsi, calmarsi, e pensare, pensare a
come uscire da quella maledetta situazione. Cercò di sforzarsi acuendo la vista, cercando
di spingersi dentro al buio, cercando i contorni di un corpo... niente. Quel buio era
assoluto, impenetrabile.
Chi poteva essere l'altro? Poteva essere un amico, qualcuno nella sua stessa situazione, o
poteva essere un nemico, magari un delinquente e un assassino. La sua mente accerchiata
dalla paura gli imponeva la seconda ipotesi. Ad ogni modo, nemico o no, la cosa giusta da
fare era quella di non scoprirsi, non doveva essere localizzato, in fondo, il buio
funzionava anche come difesa.
Poi l'altro cominciò a muoversi. Sentiva i passi, passi pesanti e poi sentiva qualcosa
che strisciava dietro quei passi, forse un altro corpo o un pesante sacco che veniva
trascinato. Tenebre e terrore lo assalirono. Era certo, l'altro qualunque cosa fosse,
veniva nella sua direzione. Non c'era molto tempo, qualcosa doveva pur fare, doveva
rischiare.
Lentissimamente, prestando la massima attenzione a ogni movimento, si mise carponi, poi
allungò una mano sulla parete e spingendo piano sulle ginocchia cominciò a muoversi.
Strisciava lungo la parete, ora il freddo era scomparso, sudava teso cercando di non
produrre alcun rumore.
Aveva compiuto alcuni metri quando un brivido percorse in un istante tutto il suo corpo.
Era lì, vicino più di quanto osasse immaginare. Tolse la mano dal muro e come a difesa
la spinse avanti, tremante. Incontrò una cosa strana, grossa, ruvida, fredda. Un attimo,
un soffio che non seppe trattenere, ritrasse veloce la sua mano mentre un grido incauto
usciva dalla sua bocca... scoperto.
Sentì il passo pesante della creatura del buio e una profonda, rauca risata esplose sopra
di lui, sovrastante, malefica... non restava che la fuga.
Fine.
Spiegazione.
Sempre, ogni storia ha la sua spiegazione.
A volte logica, razionale, fredda, altre volte affidata ai sentimenti o agli scherzi del
destino. Anche la storia più strana e all'apparenza misteriosa nasconde una sua
spiegazione. In fondo spesso i sensi s'ingannano e ancora più spesso a ingannarsi è la
nostra mente che gioca tra ricordi, sogni ed emozioni. Questa spiegazione è presente
anche nella nostra singolare storia, spiegazione ben esposta, due giorni dopo i fatti, dai
quotidiani locali, nelle consuete pagine di cronaca nera.
Un dannato, maledetto, stupido incidente in uno dei giorni più belli dell'anno, la
vigilia di Natale. Giorno tanto aspettato da tutti i bambini del mondo, compreso il
protagonista di questa storia: un bambino di sei anni.
La notte della vigilia, Babbo Natale porta i suoi doni ai bimbi che meritano e tutti
questi bimbi, come il nostro bimbo, sognano d'incontrarlo, d'incontrare il buon vecchio
dalla barba bianca.
Così quella notte, come chissà quanti altri bambini, si era alzato dal suo lettino ed
era corso giù nel soggiorno sperando finalmente di vedere il mitico Babbo Natale. Si era
accucciato sul pavimento nella parete di fronte al portone di casa. Loro, purtroppo, non
avevano un camino così durante la cena, visibilmente preoccupato, aveva chiesto ai suoi
da dove sarebbe potuto entrare senza un camino... Suo padre sorridendo aveva proposto dal
portone. Si ma.. aveva replicato con le lacrime alla soglia degli occhi, come poteva
aprire una porta chiusa a chiave come quella? Ma ancora e questa volta definitivamente il
padre l'aveva rassicurato, Babbo Natale possedeva tutte le chiavi di tutte quelle case
sfortunatamente sprovviste di camino... Così ora aspettava, nella notte, in attesa di
sentire qualche rumore, qualche passo...
Presto però, i suoi occhi si erano fatti pesanti e la sua mente confusa, il sonno aveva
ripreso il sopravvento, si addormentò e così rimase finché il freddo e uno strano
rumore (Babbo Natale che entrava) non lo risvegliarono.
Solo che ora non ricordava, il freddo di quel freddo inverno, l'intorpidimento dovuto al
sonno, alla stanchezza e il cieco buio lo confondevano, non capiva dove si trovava. Questo
stordimento del risveglio si prolungò a causa della paura, paura del buio e della cosa
che strisciava in quella stanza. La situazione così precipitò svolgendosi
irreparabilmente fino al dramma finale. La cosa strisciante si era avvicinata e lui
l'aveva toccata, nell'aria era scoppiata una terribile, cattiva risata.
Si alzò di scatto e in preda al terrore si lanciò di corsa nella stanza verso il buio,
presto inciampò nel grosso tappeto del soggiorno, cadde andando a sfondare con la testa
la vecchia cristalliera dove la madre teneva le chincaglierie più belle. Un grosso pezzo
di vetro penetrò profondo nella gola squarciandogli di netto le carotidi e strozzandolo
in pochi secondi.
Poi si accesero le luci e il buio fu vinto ma troppo tardi ormai. Con un dito
sull'interruttore rimase pietrificato il padre, come un idiota vestito da Babbo Natale con
ai piedi, caduto, il sacco dei regali. Non capiva. Non capiva dove i sottili fili del
destino l'avevano condotto.
Era entrato nella stanza trascinando il suo sacco, sapendo che il suo piccolo era lì in
trepida attesa dei doni. Non voleva certo rovinare la magia del Natale al suo bambino,
così quando si era sentito toccare aveva dato il via a quella che doveva essere la
perfetta rappresentazione di Babbo Natale, partendo ovviamente dalla sua caratteristica
risata.. forse sì, però, questa era venuta male a causa di quella brutta bronchite presa
qualche giorno prima...