Ero appena
tornato dalla caccia. Ero stanco e affamato. Bè, almeno stavolta avrei avuto qualcosa per
cena, pensai. Non sempre va così bene...
Come giornata non era andata tanto male: avevo dovuto faticare un po per portare la
carcassa in auto, ma ne valeva la pena. Mentre trascinavo lanimale esanime,
rimuginavo sullistinto di sopravvivenza. Alcuni animali lottano più di altri, ma in
ogni caso è listinto di sopravvivenza a dettare le loro azioni, la disperata voglia
di vivere, che magari alla fine può anche salvarli dal predatore. Mi chiedo come sarà
quando toccherà a me. Anche se, come tutti, spero in unindolore morte nel sonno.
Credo che listinto di sopravvivenza sia, in taluni casi, un atteggiamento privo di
senso: quando cioè la situazione è ormai giunta alla conclusione. Eppure, nonostante
tutto, esso acceca chiunque sia in pericolo di vita, anche quando non c'è alcuna
probabilità di sopravvivenza.
Tuttavia è faticoso per chi, come me, deve dare il colpo di grazia, per non farlo
soffrire ancora, mentre si dimena e scalcia. Io non sono come tanti, che quasi ci godono a
vederli soffrire. Io no. Io lo faccio solo per mangiare.
L'odore del sangue non mi inebria affatto. I tonfi sordi del suo corpo scalpitante di
panico e dolore non mi eccitano proprio.
Io ho solo fame.
Ebbene, ero tornato dalla caccia e stavo preparando la cena. Avevo molta fame e dovevo
fare in fretta, perciò mi diressi in cantina per preparare la carne. Con una sega
sezionai le varie parti, gettai in un sacco nero le parti che non avrei mangiato e
raccolsi il sangue in un secchio. Ne tengo sempre un po' di scorta, di sangue intendo,
perché sono un abile giardiniere e con esso a volte preparo degli ottimi fertilizzanti.
Modestamente, qui nel quartiere, sono lo scapolo preferito dalle donne di tutto il
vicinato! Nella zona dove abito ci sono solo graziose villette con giardino e, grazie al
mio pollice verde e a un sorriso niente male, mi sono fatto una bella cerchia di clienti
fissi. E a volte capita che mi faccia anche delle clienti...
Ma torniamo alla cena.
Erano le 8 e mezza. Presi tutto ciò che avrei potuto cucinare al momento e lasciai il
resto in cantina. L'indomani avrei pulito.
Preparai la tavola: un piatto, un bicchiere, una forchetta. Vino rosso e musica lounge in
sottofondo. Mi piace mangiare così nelle serate primaverili; gustare il cibo che io
stesso ho catturato e cucinato, guardando fuori dalla parete a vetro. Osservare il
panorama di onde azzurre che si stagliano dietro i vetri, col sole che vi si spegne
dentro.
Assorto com'ero nella tranquilla certezza che la routine subdolamente infonde, mai avrei
immaginato cosa stava per accadere.
Bussarono alla porta, era un agente. Merda, pensai. Di certo era lì per la mia caccia
pomeridiana (alcuni tipi di caccia sono purtroppo vietati). Aprii.
- Buonasera agente, posso esserle utile? - rimasi sulla porta come una barriera sperando
che non notasse il mio nervosismo.
- Sì - rispose - Abbiamo ricevuto una segnalazione a suo carico e vorrei farle qualche
domanda.
Merda, merda, merdissima. Ci siamo, è finita. Ostentavo un falso sorriso di nonchalance
misto alla meraviglia di colui che si chiede chi mai possa avercela con un uomo tanto
riservato e benvoluto come lui. Chissà se i miei nervi avrebbero retto?
Cazzo, avevo stupidamente lasciato tutto in bella vista, giù in cantina. Se avesse avuto
un mandato sarei stato fregato!
- B-bé - balbettai - Sono sinceramente sorpreso di questa situazione, ma farò tutto per
collaborare. Mi dica, agente, di cosa si tratta?
- Bene - disse l'agente - è da solo?
- Sì.
- Non sta dando una festa?
- No, affatto - dissi mentre mi chiedevo cosa c'entrasse questo con la carcassa in
cantina.
- Bè - continuò lui in tono ironico - dovrebbe essere così gentile da abbassare il
volume del suo impianto stereo, alcuni vicini si sono lamentati.
"Cazzo!" pensai euforico, ma risposi semplicemente:
- Oh cielo! che maleducato, mi perdoni agente, ero sovrappensiero e non mi sono reso conto
che la musica fosse così alta. Le prometto che non accadrà più.
Ero d'improvviso esageratamente sorridente. Troppo. Dovevo contenermi.
- Bene - disse l'agente freddamente - me lo auguro. Buonasera.
E se ne andò, ignaro di tutto.
Tornai alla mia tavola, disteso, felice. Ripresi a consumare la mia
cena, masticando con più gusto di prima. La carne era fantastica.
Davvero. La carne umana è la migliore.