Brutto
bastardo! Adesso vediamo se continui a fare il furbo!"
Parlavo a bassa voce mentre componevo la mia prima pizza, una pizza unica al mondo nel suo
genere!
Scusate, non vi avevo visto, vi chiederete che sto facendo, beh non avrei mai immaginato
neanche io di ridurmi così, diventare un pazzo omicida! Ma la colpa non è mia, la colpa
è sua, di questo lurido verme! Se non fosse stato per lui e per il suo dannato
comportamento, in questo momento starei tranquillo a godermi queste belle giornate
d'estate, invece sono qua, in questo retrobottega con due marmocchi rompicoglioni legati a
due sedie, una donna morta, e 'sto figlio di puttana agonizzante legato all'ultima sedia
disponibile in questo assurdo locale maleodorante.
Tutto cominciò tre mesi prima, era una giornata più o meno come questa, forse anche
l'ora era la stessa.
Passando davanti la pizzeria "Il rustico" sotto casa mia
intravidi un via vai di persone uscire ed entrare dal locale, sembrava quasi un trasloco,
notai uscire le ragazze che lo gestivano, erano tristi, mi feci coraggio e ne fermai una e
le chiesi:
"Scusa, io sono Fedele, un vostro cliente saltuario, non so se ti ricordi di me"
"Certo, io mi chiamo Flores, se vuoi una pizza, è troppo tardi, stiamo chiudendo
bottega, e non venire neanche domani, chiudiamo i battenti per sempre"
"Ho capito, mi spiace, volevo passare tra qualche giorno per chiedervi se avevate
bisogno di un aiutante, sai com'è, ho perso il lavoro poco tempo fa e ho pensato a
voi" dissi io rassegnato
"Mi spiace, noi non ci siamo più, però se ti può consolare non avevamo bisogno di
nessuno, comunque ora scusami, abbiamo da fare, dobbiamo svuotare il negozio prima di
sera" rispose sconsolata la ragazza
"Scusa Flores, posso darvi una mano? Gratis s'intende, non ho nulla da fare, e così
se volete
"
"Va bene Fedele, se è gratis l'aiuto siamo d'accordo, sai siamo tutte e tre al
verde"
"Certo, gratis"
Ci impiegammo tutto il pomeriggio a svuotare la pizzeria, Flores dopo un inizio un poco
freddo si rivelò man mano più cordiale, mi presentò le altre due sue amiche e finito il
lavoro ci sedemmo dietro al loro camion adibito al trasloco.
La sera dolce favorì il dialogo e la calma, mangiammo della pizza, l'ultima cucinata
dalle ragazze e dopo ci fumammo un bello spinello a testa.
"Fedele, che lavoro avevi prima?" chiese Flores
"Lavoravo in un supermercato
"
"Fammi indovinare, è fallito?"
"Fallito e stecchito nel giro di due anni"
"Incredibile! Che razza di sfiga abbiamo tra tutt i
" e si mise a ridere,
prima Flores, poi in successione io, Loredana, e Tiziana, sicuramente gli spinelli
favorirono tutto quel ridere assurdo e amaro, ma fu meglio così, eravamo quattro giovani
bruciati nei nostri stessi dolori.
"E voi non vendevate più?" chiesi io
"Sai, all'inizio sì, tutto andava bene, ma poi
" rispose Loredana
"Ma poi cosa?" richiesi io.
Quasi sembrava che nessuno volesse dire il perchè, io non insistetti più, ma dopo
qualche minuto di silenzio Flores disse:
"È negli ultimi sei mesi che gli affari sono letteralmente caduti, dal giorno in cui
si cominciò a vociferare che noi tre avessimo dei comportamenti speciali verso alcuni
clienti maschi" concluse.
"In poche parole, si era sparsa la voce che nel retro della bottega facevamo le
puttane!" sentenziò Tiziana
"Cazzo, a saperlo venivo più spesso" dissi ridendo io, neanche finii di farlo
che mi vennero dietro tutte le ragazze, penso sempre a causa degli spinelli, ma fu una
fortuna, penso che se fossero state sobrie avrebbero avuto un altro tipo di reazione.
Passavano le ore e noi quattro eravamo sempre lì seduti dietro il camion dei traslochi.
"Fedele, adesso cosa cercherai di fare?" disse Flores
"Dipende, adesso farò alcune domande di lavoro, e poi vedremo"
"Prova a chiedere al nuovo proprietario della Pizzeria se ha bisogno di un
aiutante" mi consigliò Tiziana
"Voi lo conoscete?" chiesi io
"Certo, secondo noi è quel bastardo che ha messo in giro questa voce del
Troiaio!"
"Ma scusate, che cazzo! Se non è vero perchè non lo avete denunciato?"
"Ha due figli, e poi quanti soldi ci avrebbero dato per la calunnia?"
"Ho capito, però vi sareste rifatte un immagine, o no?" insistetti incavolato
"Ormai, la gente di questo quartiere è anziana e di Chiesa, e poi come si dice, la
calunnia è un venticello
" rispose Loredana
"c'è anche un particolare non trascurabile, è che una volta io mi portai il mio
fidanzato nel retro, e lì scopammo, il problema è che eravamo soli in negozio e si
sentiva tutto, quando è entrato un cliente
" confessò Flores
"
guarda caso il papà del nuovo proprietario
che raccontò tutto al
figlio
e il figlio, interessato al locale, fece in modo di ingigantire la cosa, e
così in pochi giorni sparirono tutti i clienti
bella storia, vero Fedele?"
disse stancamente Loredana
"Fedele, che dici la facciamo una bella orgia nel negozio?" disse ridendo Flores
"Ragazze, a parte gli scherzi, come è questo nuovo pizzaiolo?"
Tutte e tre cominciarono a ridere, e quando una delle tre potè parlare mi disse:
"Sarà alto più o meno un metro e ottanta, magro, con la pancia grossa e la schiena
inarcata"
"Ha la lordosi?" chiesi io
"Sì, poi ha un grosso naso, tipo cyrano, e per finire riccioli grigi e neri in
testa"
"Ma è bellissimo" dissi io ironicamente
"Guarda Fedele, a noi tre ragazze ci fa un sesso
" disse scherzando
Loredana
"Piuttosto di andare con quel figlio di puttana, mi faccio i ditalini fino alla
morte!" disse Tiziana
"E il carattere? insomma almeno quello ..."
"Neanche quello, è un maleducato zoticone, bastardo ..."
Adesso Flores e le altre finirono di ridere bonariamente, cominciò a venire fuori tutto
l'odio che avevano per quel verme schifoso e in seguito con il passare dei minuti, anche
l'effetto canna cominciò a farsi debole, e a quel punto dall'euforia si passò alla
tristezza piena.
Verso le tre del mattino salutai tutti e andai a casa a dormire, ma sì, intanto non mi
aspettava nessuno, chi se ne frega di fare tardi la sera, e poi figuratevi che la cosa
più bella che in quel periodo mi capitò fu proprio quella giornata con le ragazze.
La mattina seguente andai in pizzeria e ritrovai tutte e tre le fanciulle, che da brave,
prima di andare via volevano pulire tutto bene il locale, strano però, con tutto l'odio
che avevano verso il nuovo pizzaiolo
non feci a tempo di finire di pensare che mi
si avvicinò Loredana che mi disse:
"Vieni Fedele, entra a vedere come abbiamo pulito bene dentro"
Entrai incuriosito nel locale e notai subito lo splendore:
"Cavoli ragazze, ma che ordine per il panzone!"
"Sì, però forse tu oggi hai il raffreddore?" mi chiese ironica Flores
"Sì, perchè? Io vedo con gli occhi non con il naso, comunque non mi direte che lo
avete anche profumato!" risposi incuriosito.
Mi presero a braccetto Loredana e Flores e mi condussero al bagno del negozio, aprirono la
porta e vidi Tiziana intenta a versare badilate di letame fresco per tutto il cesso
"Allora Fedele, come ricordino non è male, scherzi, l'abbiamo caricata fresca
stamattina presto questa merda di cavallo!" disse Tiziana intenta a decorare i
servizi igienici
"E' proprio fresca, cagata da poche ore" sentenziò Flores
"Ragazze, ma se vi becca?"
"Figurati, noi tra tre ore abbiamo il treno per Milano, sai c'è un locale che cedono
e noi tre siamo proprio adatte
è un locale Sexy" scherzò Loredana
"A parte gli scherzi ... a Milano ricominceremo in un Bar, e con un pò di fortuna
staremo là a vivere"
"Mi spiace ... cioè sono contento
" non sapevo neanche io che dire
"Ehi Fedele, lasciaci il tuo numero, ci sentiremo ancora, e poi ci potrai venire a
trovare ogni volta che vorrai" disse Flores
"Grazie ragazze, ma il tipo della lordosi quando arriva?"
"Oggi pomeriggio e comunque noi saremo via, qui chiudiamo e le chiavi le lasciamo dal
negozio a fianco" disse Flores.
Finirono il lavoro, chiudemmo il negozio e ci fermammo nella piazzetta davanti.
Passarono circa cinque minuti e l'odore della merda cominciò a fuoriuscire dalla pizzeria
chiusa, infatti, le tre donzelle chiusero sì la saracinesca retata, ma lasciarono aperta
mezza porta interna!
Una volta consegnate le chiavi, andammo tutti e quattro in stazione, decisi di
accompagnarle anch'io, volevo salutarle e parlare un poco con loro, era strano per due
anni avevo delle ragazze così simpatiche sotto casa, e niente, oltre a ordinare la pizza
non avevo mai parlato di niente e ora che devono andare via, eccole, in due giorni siamo
diventati amici, a volte la vita che percorsi strani ha per farti conoscere altri esseri
umani.
Passammo le ultime due ore insieme a parlare e a scherzare, loro erano delle persone
straordinarie, molto alla mano, ed erano pure belle, chissà
prima di salire sul
treno ci scambiammo i numeri di telefono e ci salutammo, appena il treno cominciò a
partire dal finestrino Flores mi urlò:
"Fedele, telefonaci e mi raccomando tra breve, prima di tornare a casa, passa dalla
pizzeria, non perderti la scena!"
"Tranquille ragazze, sarò in prima fila, poi vi racconterò, BUON VIAGGIO!".
Tornando a casa mi recai nelle adiacenze della pizzeria e ancor prima di arrivare sentii
urlare:
"Ma che cazzo di cesso mi hanno lasciato?! Adesso le vado a cercare queste
troie!"
Non c'era che dire, l'energumeno era su tutte le furie, mi affrettai girai l'angolo e me
lo trovai a pochi metri, era lui, proprio come da descrizione e vi assicuro, se ve lo
trovate dinnanzi non sapete se ridere o se piangere. Feci finta di nulla e mi diressi
verso casa.
A parte la sua grandiosa incazzatura l'altro spettacolo era vedere la gente guardarlo,
tutti avevano il naso tappato con dei fazzoletti, perchè la puzza di merda era veramente
esagerata, addirittura più avanti seppi dalle stesse ragazze che gli escrementi erano sì
di cavallo, ma anche d'uomo, o meglio di donna, infatti le mie amiche prima di andarsene
avevano liberato i loro intestini dalla stessa merda che quel bastardo gli aveva fatto
ingoiare, non c'è che dire, erano tre tipe toste.
La mattina seguente di buon ora mi alzai, accesi la televisione e pensai se era il caso di
cercare lavoro da quel bastardo, se era vero tutto ciò che le mie amiche mi avevano
raccontato su quel tipo, beh non so quanto avrei resistito a lavorare con lui, però poi
mi vennero sott'occhio le bollette da pagare, erano lì, appoggiate sulla mia scrivania,
di seguito mi guardai le scarpe vecchie e allora decisi, mi vestii, rifeci il letto e
uscii di casa.
Appena entrai nella pizzeria fui accolto bene dal bastardo:
"Buongiorno, in cosa posso servirla? Abbiamo anche le brioches, sono fresche, le
faccio io stesso"
"Buongiorno, mi chiamo Fedele e sto cercando lavoro, non è che lei qui ha bisogno di
qualcuno?" dissi io
"Ho capito, senti sì, ho bisogno di un aiutante ... ho aperto appena oggi se vuoi ne
parliamo, così ci mettiamo d'accordo su tutto"
"Va bene"
"Dimenticavo, io mi chiamo Alex"
"Salve Alex, io mi chiamo Fedele"
Parlammo del lavoro che dovevo svolgere e della paga che mi avrebbe corrisposto, tutto
sembrava tranquillo, in pratica dovevo consegnare le pizze d'asporto e alla mattina lo
dovevo aiutare a cucinare, in tutto erano dieci ore, per la meravigliosa paga di 500 euro
al mese!
Pensai immediatamente:
"Questo è sfruttamento, ma non avevo scelta per ora dovevo accontentarmi"
Come primo impatto non fu buono, quando mi disse quale era la paga sembrava che fossero
chissà quanti soldi, ma è sempre così, quando lavori per un privato sembra sempre che i
soldi che ti dà siano troppi e che in fondo per lui non lavori mai abbastanza.
La mattina seguente mi presentai bello presto e puntuale.
Le giornate passavano in fretta e il lavoro procedeva tranquillo, vi erano anche momenti
divertenti, tipo la sera, lui era solito lavarsi i piedi nel lavandino del bagno, che
bastardo, io mi ci lavavo le mani e lui i piedi sporchi di farina, diciamo che non era uno
fine.
Dopo qualche tempo venne a lavorare in negozio anche la moglie, una tipa bassa con il naso
lungo, in pratica un citofono con gli arti! La differenza con l'uomo era che lei era più
affabile, mentre il marito era solito rispondere male alla clientela, lei invece ci sapeva
fare, niente niente fosse stata esteticamente decente
avrebbero avuto molti più
clienti.
Venne il grande giorno, quello della prima paga, ne avevo un bisogno esagerato, la
bolletta della luce scadeva proprio quel giorno.
Alex si avvicinò e mi disse:
"Purtroppo questo mese non abbiamo incassato molto, non posso pagarti"
Queste poche parole le disse con una freddezza allucinante, non aveva da pagarmi, io mi
ero sbattuto dieci ore al giorno per lui, per cosa poi? Per niente? No, certo, la sera
quando chiuse mi sbolognò della focaccia avanzata e mi salutò:
"Ci vediamo domani come al solito"
Lui se nè andò, e io riamasi lì, come un fesso
mi sedetti su di una panchina e
cominciai a pensare:
"E adesso, la luce chi me la paga?"
"Le scarpe, chi me le compra? Come cazzo faccio ad arrivare alla fine del mese?
Quello mi ha liquidato con due pezzi di focaccia secca ... e adesso? Meno male che resto
lì a mangiare! E sì, era un bastardo, però volli aspettare un altro mese.
Il mese seguente i nostri rapporti cominciarono a peggiorare, facevo sempre qualcosa di
sbagliato, ed io tipo tranquillo cominciai a essere sempre più scontroso.
Una mattina in negozio arrivarono anche i suoi figli, un maschio di nome Simone, ed una
femmina di nome Maurizia, devo dirlo, erano due rompiballe di poco più di tre anni il
maschio e poco più di quattro la femmina, comunque era un vero inferno, in negozio non
facevano altro che fare casino, ed io già nervoso per i miei cazzi dovevo starmene lì, a
fare da baby-sitter a quei due mocciosi.
Ogni sera ritornando a casa era un inferno di pensieri, oramai da due giorni non avevo
più la luce, e non riuscivo neanche più a pulire casa, troppa stanchezza, poi il signor
Alex prese anche il vizio di regalarmi sue vecchie giacche, io accettavo per educazione,
ma i soldi, quelli arrivarono solo il mese successivo.
"Fedele, eccoti la paga promessa" disse ridendo
"Grazie" risposi sollevato.
Allora pensai, ci saranno mille euro nella busta, l'aprii con fretta, e feci presto anche
a contare i soldi, erano duecento miseri euro!
"Scusa Alex, sono solo duecento" dissi radunando tutta la calma che mi era
possibile trovare
"Allora, non sei contento?" rispose Alex con indifferenza
"No, no di certo, me ne devi ancora ottocento"
"A me non sembra"
"Alex, stai scherzando? Dimmi che mi vuoi prendermi in giro, ti prego, dimmi che stai
scherzando?"
"Ma che cazzo vuoi da me! Io ti dò quel che posso!"
"Ma tu mi devi dare quel che mi devi!"
La situazione cominciò a precipitare, per fortuna, in quel preciso istante entrò nel
negozio la moglie di Alex con i due bambini.
"Cosa sta succedendo! Vi si sente anche da fuori" disse Maria, la moglie
"E' colpa di questo cretino, gli ho dato la paga e questo s'incazza pure"
"Maria, senti tuo marito mi ha dato ottocento euro in meno!"
"Potreste gridare meno tutti e due! Possono entrare clienti da un momento
all'altro" supplicò la moglie.
Raccogliemmo entrambi il suo consiglio e a fine giornata ci sedemmo a discutere della
questione.
"Senti Alex, me ne devi ottocento, c'è poco da discutere, al limite posso concederti
due settimane di tempo"
"Senti bello, io ti dò quel che posso, e poi ti do anche da mangiare, quasi ti
mantengo!"
A quel punto persi il controllo, aveva oltrepassato ogni limite della mia pazienza.
"Senti, io sono stanco morto, ora me ne vado a dormire, ne parleremo domani"
dissi io
"E vattene pezzente, per quel che fai, pure i duecento mi hai rubato!"
"Adesso basta, ci vediamo domani che è meglio!"
Ebbi una notte agitata e dentro di me qualcosa stava cambiando velocemente, il ragazzo
tranquillo e timido stava morendo, al suo posto da lì a breve ci sarebbe stato un mostro
omicida, forse era un processo già avviato da qualche tempo, forse da quando due anni
prima morirono i miei genitori in un incidente e io solo e appena maggiorenne mi trovai ad
affrontare la vita.
L'indomani, a proposito, entrai due ore dopo l'orario di lavoro e subito Alex mi attaccò:
"Ma bene, adesso ci facciamo gli orari da soli!"
"Senti Alex, se tu mi puoi pagare quanto puoi, beh io posso venire quando posso.
Alex, voglio i miei soldi, ora!" sentenziai
"Devo lavorare, se vuoi andartene quella è la porta" mi disse senza neanche
guardarmi in faccia
"Tornerò stasera prima della chiusura, ma prepara i soldi, io non aspetto
più!"
La mattina e il primo pomeriggio lo dedicai ai miei pensieri, e così mi concessi una
bella passeggiata tra la molta gente che affollava la strada davanti al mare.
Pensai a molte cose, ma la prima era che Alex avrebbe dovuto pagarmi, o mi dava i soldi,
tutti e in contanti, o l'avrebbe pagata cara, molto cara, talmente alto sarebbe stato il
prezzo che subito pensai al rosso, il colore del sangue che avrebbe versato alla mia
rabbia, oramai il vecchio Fedele della timidezza e dell'indecisione era morto stecchito.
Una volta a casa decisi come più o meno avrei agito, pensai che prima della chiusura non
c'è mai nessuno dentro alla bottega e gli altri esercizi della piazza sono già chiusi,
non c'è nessuno in giro a quell'ora nei dintorni, solo io, il bastardo e il resto della
sua famiglia.
Prima di uscire mi scolai due bottiglie di birra, sapevo che mi avrebbe aiutato ad
affrontare con coraggio la questione, dopo mi misi in tasca un coltello a serramanico,
indossai la giacca di pelle nera e uscii, l'aria fuori era di quiete assoluta, ma si sa
prima e dopo una bufera c'è solo la quiete, solo del vile ma necessario denaro avrebbe
impedito ciò che neanche io avrei mai immaginato potesse succedere quella sera e poi
quella notte.
Appena entrato Alex mi attaccò subito con il suo fare sgarbato e prepotente:
"Che cazzo ci fai qui? Sbaglio o ti eri licenziato?"
"Non posso licenziarmi, non sono mai stato in regola in questo schifo di
negozio!"
"Ma cosa stai dicendo, ti risparmio perchè sei ubriaco, fai bene a ubriacarti con la
cazzo di vita che hai"
"Non ti preoccupare della mia vita, i soldi dove sono?" chiesi io freddamente
"I soldi io li tengo in banca"
"I miei soldi, il denaro che mi devi, dammelo ora e qui fila tutto liscio!"
minacciai io
"Se no che fai pezzo di deficiente, mi incendi il negozio? Vattene sennò ti butto
fuori a calci in culo!"
mi diressi alla porta, chiusi la saracinesca da dentro e chiusi la porta interna.
"Che cazzo fai cretino, hai paura che ti vedano prendere botte?"
in quel momento dal retrobottega venne fuori la moglie con i due bambini:
"Fedele, sei venuto per i soldi o per litigare?" disse Maria
"Per i soldi" dissi io
"Ma se i soldi non ci sono, l'alternativa non è il litigio" conclusi con
freddezza
"Alex, che sta succedendo, perchè la saracinesca è abbassata e la porta
chiusa?" chiese la moglie
"Alex? Rispondi?" insistette la moglie
"Tranquilla Maria, qua va tutto bene, il nostro amico ha solo bevuto un pò troppo,
adesso ci saluta e forse tra qualche mese i suoi soldi li vede tutti, nel frattempo gli
regaliamo delle candele per la luce di casa, vero che adesso ci saluti Fedele?"
Pian piano Alex si avvicinò a me ed io in un batter d'occhio riuscii a prendere il
coltello dalla tasca e nel giro di pochi decimi di secondo Alex cadde a terra con la lama
nella pancia.
La moglie si mise ad urlare, ma per poco, la presi per un braccio e la spinsi nel
retrobottega insieme ai bambini ammutoliti dalla scena violenta.
"Fedele, ma cosa stai facendo?" chiese tremante la moglie
"Zitta troia, adesso ti lego alla sedia e ti chiudo la bocca, se nel frattempo urli
ti ammazzo".
La moglie si lasciò legare, e i bambini anche, erano troppo teorizzati per urlare.
Ritornai da Alex, lo trascinai nel retrobottega e lo legai con fatica, dato la stazza,
alla sedia.
La moglie morì poco dopo, credo di infarto, ma lei non era importante nel mio gioco, a me
interessava lui, il bastardo, era con lui che volevo divertirmi un pò!
"Svegliato stronzo!" gli urlai schiaffeggiandolo.
"Che sta succedendo? Fedele che cazzo è successo?" chiese tramortito la carogna
"Niente, voglio solo giocare con te, tutto qua, e devo darti una notizia buona e una
cattiva, prima la buona: i tuoi figli sono ancora vivi e sono dietro di te, legati e
imbavagliati. La cattiva è che dietro di te c'è un cadavere legato alla sedia, ed è tua
moglie, ti conviene non urlare per non innervosirmi, potrei anche uccidere i due bimbi e
magari te."
"Ok, non urlo, ma i bimbi lasciali stare" rispose confuso
"Ma sì, non li tocco, io voglio giocare un pò con te, però prima voglio farti
alcune domande: perchè non mi hai pagato? Perchè mi hai sempre trattato di merda?
Perchè non mi hai insegnato a fare la pizza? No, non rispondere, sono cose passate e poi
tu di soldi non ne hai mica, vero? Insomma quella jeep fuori comprata qualche giorno fa è
un regalo, dimmi che è un regalo!"
"Sì, è un regalo, senti se mi liberi io la vendo e ti dò i soldi, ti dò tutti i
soldi che vuoi!"
"Ma io non voglio più i soldi, io voglio la mia dignità di uomo, ma poi ormai qua
c'è un morto, troppo tardi, ormai io sono finito, mi aspetta la galera a vita, ormai ci
resta poco tempo per giocare, tra poche ore qui sarà pieno di polizia, io non sono un
professionista, mi prenderanno subito
abbiamo sette o otto ore per giocare. Allegro
Alex, dai anche se non mi hai mai insegnato a fare la pizza io non mi offendo, vorrà dire
che ne faremo una insieme ora, anzi io la faccio e tu controlli che tutto va bene, ok?
"Fedele, sei ubriaco, io non capisco ciò che vuoi fare, slegami e vedrai che non vai
in galera"
"Non ti preoccupare, a me sta bene andare in galera, almeno lì avrò di che mangiare
e avrò anche la luce elettrica, cosa che qua mi manca e noi sappiamo di chi è la colpa,
vero bastardo?"
Presi la sedia con la moglie e gliela misi davanti, "Guarda Alex, non puzza ancora il
cadavere, ti consiglio di non urlare però, sennò devo di nuovo uccidere e i bimbi sono
lì dietro con quattro grandi occhi sgranati, penso non si stiano divertendo molto"
"Ma che vuoi fare fedele?"
"Niente, volevo farti vedere gli ingredienti per la pizza, insomma, ci vuole fantasia
anche in cucina, è un'arte anche quella!"
"Ma che c'entra mia moglie con la pizza?"
"Ma non hai ancora capito, ma Alex sarà lei l'ingrediente principale della nuova
pizza!"
"Fedele, sei impazzito?"
"Non ci siamo, ora ti imbavaglio, se poi urli finisce che qualcuno ci sente e il
nostro gioco finisce, con l'aggravante che io non divento neanche un pizzaiolo bravo come
te."
Lo imbavagliai, gli guardai gli occhi rossi dal terror e questo era ancora niente, eravamo
solo all'inizio del divertimento!
"Adesso guarda, vado di là e prendo un tuo impasto, voglio che in qualche modo
collabori anche tu a questa nuova pizza"
Presi l'impasto e tornai nel retrobottega, il locale era al buio, l'unico modo per
scoprire che qualcosa non andava era notare la saracinesca si abbassata, ma non chiusa, ma
a due dita da terra, purtroppo per Alex nessuno dei pochi passanti lo notò e così potei
andare avanti nel gioco.
"Eccomi qua Alex, adesso cominciamo a fare questa nuova pizza, per prima cosa bisogna
metterci il sugo, ma il sugo è finito, oggi lo hai usato tutto? Male, bisogna sempre
farne di più e non spilorciare, bisogna trovare qualcosa di simile, un surrogato via!
Idea, tua moglie ormai è morta!
Mi sembra però che una volta fosse d'accordo con la donazione degli organi o
sbaglio?"
Alex disse di sì con la testa ma lo fece con rassegnazione e stanchezza, quasi ormai
avesse capito il mio gioco: afferrai il coltello e presi una bacinella, la posi tra le
mani della moglie morta e con la lama cominciai a tagliarle la pancia.
"Sai Alex, quanto serve il sangue negli ospedali? Io però non lo dono mai, ho troppo
paura degli aghi, certo me lo togliessero da morto sarebbe diverso, forse però non si
può, comunque fortunata tua moglie, lo dona da morta!"
Cercai di raccogliere più sangue possibile, presi la bacinella e versai il contenuto
sopra alla pasta.
"Va bene Alex, l'ho spalmato abbastanza? Ops, scusa non puoi vedere da lì seduto,
alla fine però te la faccio assaggiare! Adesso, che ne dici di un bel peperone al centro?
Lasciami indovinare? Non hai più peperoni, Alex, che mi combini, ma per fortuna il tuo
amico e futuro collega ha la soluzione"
Ripresi il coltello e tagliai di netto il naso della moglie, stavolta lo feci davanti ai
suoi occhi terrorizzati, con la coda dell'occhio notai i due bimbi svenire, ma lui no,
Alex era un duro, ma ormai sapeva che era in balia della mia follia.
"Alex, guarda quanto sangue e chi pulisce più? scommetto che eri meno incazzato
quando trovasti la merda di cavallo nel cesso vero? Sai Alex io sapevo tutto, ero amico
delle ragazze, o dovrei dire delle troie? Non si parla mai male delle persone, non è
educazione e poi vedi nella vita le cattiverie si pagano con degli interessi, ma non
parliamo d'interessi sennò mi vengono in mente i soldi che mi devi!
Forza Alex, adesso che il naso della puttana è al centro della pizza mi è venuta
un'altra idea stravagante e se ci mettessimo due occhi? Sembrerebbe una faccina!"
Presi il collo della moglie e cominciai a tagliargli la testa, fu un lavoro lungo e
complicato, tanto difficile che non vi riuscii, allora presi il cadavere e lo stesi sul
tavolo.
"Vedi Alex, voglio farti vedere nei dettagli quello che farò ... Alex?" il
bastardo mi svenne, forse era anche colpa della puzza di cadavere e sangue.
"Alex? Sveglia" lo schiaffeggiai e si ridestò, almeno parzialmente.
"Alex, sei in un bagno di sudore, ma che ti succede stasera?".
Presi il coltello e sotto il suo sguardo cavai gli occhi alla defunta, conclusa
l'operazione, deposi gli occhi sulla pizza.
"Adesso dovrebbe cuocere, ma se accendiamo il forno poi si rischia anche di fare
casino e allora poi arriva la polizia e il gioco finisce, facciamo così, assaggiala tu
cruda, dai se è buona noi saremmo gli inventori della prima pizza che si mangia cruda,
sai che risparmio di tempo e denaro per la categoria tua e tra poco anche mia!
Cominciai a tagliare una fetta della pizza, afferrai la testa del bastardo gli tolsi il
bavaglio e incominciai a fargliela mangiare pian piano, non gridò il bastardo, forse era
sotto shock.
"Alex, non sputarla! Se non è buona dimmelo subito, ma non sputarla per terra, lo
sai che poi le pulizie tocca farle a me e sai bene quanto io tenga all'igiene.
Peccato non ti è piaciuta, forse non erano freschi gli ingredienti, ma certo! La colpa è
forse di tua moglie, magari se usiamo carne più giovane, forse
ma no i bimbi no,
non li tocco, poi sono così carini vederli svenuti, sembra che dormano! E se usassi la
tua faccia di merda? Ma sì! Ti scuoio il volto quasi fosse una maschera di carnevale e la
spalmo sulla pizza!"
"No, meglio di no, poi chi l'assaggia? Forse i bimbi? No ho promesso di lasciarli
stare!"
Ogni volta che parlavo lui mi capiva, si vedeva dalla faccia terrorizzata dalle mie idee,
era stanco morto e sotto shock ma ancora capiva.
Erano oramai le cinque del mattino, i bimbi ogni tanto si riprendevano e poi si
riaddormentavano, il cadavere della moglie era sul tavolo pieno di sangue e con la faccia
inesistente e lui era mezzo morto.
"Basta Alex, adesso vado in cassa mi prendo i soldi e poi vedrò che fare"
Andai alla cassa mi presi ottocento euro e ritornai nel retro bottega.
"Ho deciso Alex, ti uccido definitivamente"
Presi il coltello e lo accoltellai una decina di volte, lui poco dopo smise di respirare.
Mi diressi dai due bambini, li slegai gli tolsi il bavaglio ma loro non si mossero, i loro
occhi erano sbarrati dalla paura e dal terrore di quella notte, volevo ucciderli ma li
vidi così provati dal dolore che decisi di lasciarli in vita, avrebbero talmente sofferto
dopo quell'evento che la mia maledizione e la mia ira sarebbe caduta anche su di loro,
invece da morti si sarebbero liberati, peccato, mi pentii dopo questo ragionamento di aver
ucciso Alex, sarebbe stato meglio vederlo soffrire per tutta la vita, in fondo, con la
morte l'ho liberato, tutto questo per una mente malata? La mia, oppure per ottocento euro
e la dignità? Sempre la mia.
Gianluca Albertazzi abita a Genova.