La coordinazione è un legame tra due o più proposizioni di pari
importanza, si può verificare per:
Asindeto, cioè per semplice accostamento logico di una
proposizione all’altra, in questo caso nessuna congiunzione fa da
legame, ma vengono utilizzati solo i segni di interpunzione (la virgola,
il punto e virgola, i due punti).
Es. Inciampò, cadde e si ruppe una gamba.
Polisindeto, cioè mediante le varie congiunzioni coordinanti.
Es. Ho acceso la televisione e ho visto un film.
A seconda della congiunzione coordinante, le proposizioni si dicono:
1) Copulative, quando sono collegate semplicemente da una
congiunzione copulativa che può essere positiva: e, anche, pure, ecc.; negativa: né, neanche, neppure ecc.
Es. Oggi ho mangiato tanto e ho mal di pancia.
2) Disgiuntive, quando sono collegate da una congiunzione
disgiuntiva come: o, oppure, ovvero, ecc. e l’una
esclude l’altra.
Es. Qui si vince o si muore
3) Avversative, quando sono collegate da una congiunzione
avversativa come: ma, però, anzi, ecc. e le due
proposizioni sono contrapposte.
Es. E’ una bella ragazza, ma molto antipatica.
4) Dichiarative, quando sono collegate da una congiunzione
dichiarativa come: ossia, cioè, infatti ecc. la
seconda proposizione conferma o spiega quanto dice la prima.
Es. Non mangia mai le verdure, infatti non le tollera.
5) Conclusive, quando sono collegate da una congiunzione
conclusiva come: dunque, quindi, perciò ecc. e
delle due proposizioni la seconda è la conseguenza della prima.
Es. E’ molto orgoglioso di loro, perciò li ha voluti premiare.
6) Correlative, quando sono collegate da coppie di
congiunzioni che si richiamano tra di loro come o, così, come, tanto, quanto, ecc.
Es. O la va o la spacca
La proposizione secondaria è una frase che arricchisce e completa il
significato della proposizione, ma sintatticamente non è autonoma, essa
infatti non può stare da sola ma fa sempre parte di un periodo in
dipendenza da un’altra proposizione che può essere sia principale sia
secondaria e che è detta reggente.
Es. La nonna ha organizzato una festa perché era il suo compleanno (prop. secondaria).
Quando la proposizione secondaria ha il verbo al modo finito
(indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo) si dice esplicita es. Il bambino piange perché è caduto
Quando la proposizione secondaria ha il verbo al modo indefinito
(infinito, participio, gerundio) si dice implicita es. Sbagliando si impara
Le secondarie possono essere di primo, secondo, terzo grado a seconda
del loro legame con la principale. Le secondarie, infatti, possono
dipendere dalla principale o dalla coordinata alla principale, possono
dipendere le une dalle altre, possono essere coordinate tra loro, questo
ne determina il grado.
Se nella proposizione i complementi completano di fatto il significato
della frase, nel periodo, le proposizioni secondarie completano il
significato della proposizione principale e quindi nell’analisi del
periodo esse svolgono la stessa funzione dei complementi nell’analisi
logica. Si può pertanto affermare che quasi tutti i tipi di complementi,
come anche il soggetto, hanno una corrispondente proposizione
subordinata o secondaria.
A seconda della funzione che svolgono dunque, le secondarie possono esse
di vario tipo: soggettive, oggettive, interrogative, relative,
temporali, finali, causali, ecc.
La proposizione soggettiva è la subordinata che svolge la funzione
di soggetto rispetto al predicato della reggente.
Le subordinate soggettive sono rette:
- da verbi impersonali o usati in forma impersonale: importa, sembra, basta, accade, si dice, si teme
- da predicati nominali: è necessario, è importante, è
vero, è usanza, è bene
Es. Mi sembra che voi non siate attenti
La proposizione oggettiva è la subordinata che svolge la funzione di
complemento oggetto rispetto al predicato della reggente.
Le subordinate oggettive sono rette da verbi che esprimono:
- affermazioni, dichiarazioni, conoscenze: dichiarare, dire, sapere, informare
- opinioni: pensare, ritenere, credere, supporre
- percezioni o ricordi: vedere, sentire, percepire, ricordare, dimenticare
- volontà e sentimenti: desiderare, sperare, ordinare, permettere, temere
Es. Penso che siate davvero intelligenti
La proposizione interrogativa indiretta è la subordinata che esprime una
domanda o un dubbio in forma indiretta.
Le interrogative indirette dipendono da:
- verbi che esprimono un domanda: chiedere, domandare, informarsi
- verbi che esprimono un dubbio o un’incertezza: dubitare, ignorare, non sapere
Es. Mi chiedo se siete preparati
La proposizione relativa è una subordinata introdotta da un pronome o da
un avverbio relativo che completa o chiarisce il significato di un
elemento della reggente.
Es. Apprezzo gli alunni che studiano
La proposizione temporale è la subordinata che indica il tempo o la
circostanza in cui avviene quanto è espresso dalla reggente.
Tra la reggente e la temporale può esserci un rapporto di:
- anteriorità: Prima di decidere pensaci bene
- posteriorità: Dopo che prese l’aspirina il mal di testa
le passò
- contemporaneità: Molti ragazzi guardano la televisione mentre studiano
La proposizione causale è la subordinata che indica la causa o la
ragione del fatto o della situazione espressi nella reggente.
Es. Per aver mangiato troppa cioccolata sono stato male tutto
il giorno.
La proposizione finale è la subordinata che indica il fine, l’obiettivo
dell’azione espressa nella reggente.
Es: Richiamerò Luca perchè vi raggiunga al cinema
Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola alluso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.