La parte variabile del discorso che si aggiunge al nome per precisarne una qualità o per determinarlo meglio, si chiama aggettivo. Si tratta di una parola che ci aiuta a identificare e a distinguere le caratteristiche delle persone, degli animali, delle cose e anche dei sentimenti.
Gli aggettivi qualificativi esprimono una qualità o una condizione del nome a cui si
riferiscono e concordano nel genere e nel numero con esso. Tra le qualità che gli
aggettivi attribuiscono ai nomi possiamo distinguere quelle che definiscono:
- la forma es. quadrato, triangolare ecc.
- il colore es. rosso, nero, verde ecc.
- la materia es. cartaceo, metallico ecc.
- il peso es. pesante, leggero ecc.
- la dimensione es. grosso, alto, piccolo ecc.
- il tempo es. estivo, notturno ecc.
- il luogo es. campestre, lagunare ecc.
- il giudizio es. bello, appariscente, buono ecc.
- il sentimento es. allegro, triste, ecc.
- la sensazione es. comodo, sgradevole ecc.
Laggettivo qualificativo concorda nel genere e nel numero con il nome a cui si
riferisce. Se esso si accompagna a due o più nomi la concordanza può variare:
Se entrambi i nomi sono di genere maschile, laggettivo va al plurale maschile es.
Il cane e il gatto sono nemici.
Se entrambi i nomi sono di genere femminile laggettivo va al plurale femminile
es.
Lucia e Giorgia sono felicissime.
Se i nomi sono di genere diverso, laggettivo va al plurale maschile, oppure può
concordare con il nome più vicino es.
Il pullover e la gonna sono nuovi.
Ho comprato pomodori e pere mature.
Non esistono regole precise per la posizione dellaggettivo ma è bene tener
presente alcune indicazioni utili.
Laggettivo si posiziona prima del nome:
quando ha senso generico e descrittivo es.
un vecchio libro, un verde prato.
quando laggettivo esprime una qualità essenziale del nome a cui si riferisce,
(ha funzione di epiteto) es.
Il pio Enea, il pluvio Giove.
Laggettivo si posiziona dopo il nome:
quando ha valore distintivo, cioè indica appartenenza a una categoria, a una forma, a una
materia, a un colore. Es.
scuola media, terreno argilloso, piatto ovale.
Quando è costituito da un participio es.
Una bibita dissetante, una tavola apparecchiata.
Se gli aggettivi sono più di uno si possono collocare prima o dopo il nome, ma si può
anche mettere il nome in mezzo es.
Una grande e gustosa pizza.
Una pizza gustosa e grande.
Una grande pizza gustosa.
Laggettivo qualificativo ha tre gradi:
Quando esprime solo lesistenza di una qualità, senza precisarne la misura in cui
è posseduta, è di grado positivo es.
Anna è intelligente.
Quando stabilisce un paragone rispetto ad altre persone o cose è di grado
comparativo es.
Carla è più intelligente di Mario.
Carla è intelligente come Mario.
Carla è meno intelligente di Mario.
Quando esprime una qualità al massimo grado di intensità è di grado
superlativo es.
Carla è intelligentissima.
Carla è la più intelligente della classe.
Il grado comparativo mette a confronto:
due termini in riferimento ad una medesima qualità che possiedono
entrambi es.
Carla è più intelligente di Mario (comparativo di maggioranza).
Carla è intelligente come Mario (comparativo di uguaglianza).
Carla è meno intelligente di Mario (comparativo di minoranza).
Due qualità diverse riferite allo stesso termine es.
Carla è più intelligente che bella.
Carla è tanto intelligente quanto bella.
Carla è meno intelligente che bella.
Il primo elemento di confronto viene detto primo termine di paragone, laltro secondo
termine di paragone.
Il grado superlativo indica che una persona o una cosa possiedono una qualità al
massimo grado di intensità e può essere relativo o assoluto.
Se la qualità è espressa nel suo massimo o minimo grado in riferimento a un gruppo di
persone o cose si ha il superlativo relativo di maggioranza o di minoranza es.
Maria è la più bella della classe.
Luca è il meno bravo della squadra.
Se la qualità è espressa nel suo grado più alto senza alcun paragone, si ha il
superlativo assoluto es.
Franco è fortissimo.
Se da unindicazione o determinazione di spazio, tempo, possesso e quantità
laggettivo è detto determinativo.
In particolare:
quando indica possesso, proprietà, appartenenza, laggettivo si chiama possessivo;
quando dimostra o indica la posizione di una persona, un animale o di una cosa nello
spazio, nel tempo o nel discorso rispetto a chi parla o chi ascolta, laggettivo si
chiama dimostrativo;
quando indica in modo generico la quantità o la qualità delle persone o della cose cui
si riferisce si chiama indefinito;
quando indica una quantità determinata di persone o cose si chiama numerale;
quando introduce una domanda o una esclamazione si chiama interrogativo o esclamativo.
Gli aggettivi possessivi indicano a chi appartiene ciò di cui si parla. Essi sono:
Singolare maschile - mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro.
Singolare femminile - mia, tua, sua, nostra, vostra, loro.
Plurale maschile - miei, tuoi, suoi, nostri, vostri, loro.
Plurale femminile - mie, tue, sue, nostre, vostre, loro.
Gli aggettivi possessivi concordano in genere e numero con il nome che accompagnano es.
Le mie scarpe sono sporche.
Amo il mio cane.
Fanno eccezione loro e altrui che rimangono invariati es.
La loro lite è ridicola.
Le loro liti sono ridicole.
Si adopera laggettivo suo, sua, suoi, sue, quando il possessore è uno solo es.
Carla ama i suoi figli.
Se i possessori sono più di uno si usa laggettivo loro es.
La mamma e il papà rimproverano i loro figli.
Laggettivo proprio, propria, propri, proprie si usa al posto di suo e loro quando chi compie lazione e
il possessore sono la medesima persona es.
Il popolo oppresso lotta per la propria indipendenza.
Laggettivo altrui è invariabile e indica un possessore generico diverso da chi
parla o chi ascolta es.
Rispetta le opinioni altrui (degli altri).
Gli aggettivi dimostrativi indicano la posizione di ciò di cui si parla rispetto a chi
parla o a chi ascolta.
La vicinanza o la lontananza può riguardare lo spazio, il tempo, un discorso.
Essi sono:
Singolare maschile - questo, codesto, quel, quello.
Singolare femminile - questa, codesta, quella.
Plurale maschile - questi, codesti, quei, quegli.
Plurale femminile - queste, codeste, quelle.
Questo indica la cosa o la persona vicina a chi parla es.
Mangia questa pizza.
Codesto indica la cosa o la persona vicina a chi ascolta es.
Passami codesto libro.
Quello indica la cosa o la persona lontana sia da chi parla che da chi
ascolta es.
Adoro quel locale.
Essi indicano in modo indeterminato la quantità o la qualità del nome che accompagnano.
Sono molto numerosi, ma si è soliti riunirli in due gruppi in base al significato.
Quelli che indicano quantità sono: alcuno, alquanto, ciascuno, molto, nessuno, qualche
tanto, troppo, tutto, vario.
Quelli che indicano qualità sono: altro, certo, qualsiasi, qualsivoglia, qualunque tale,
taluno.
Essi servono per formulare una domanda o per esprimere unesclamazione. Si usano
sempre davanti a un nome e non sono mai preceduti dallarticolo. Sono:
Singolare maschile - che, quale, quanto.
Singolare femminile - che, quale, quanta.
Plurale maschile - che, quali, quanti.
Plurale femminile - che, quali, quante.
Esempi:
Che giorno è oggi?
Che antipatico!
Essi esprimono il concetto di numero perchè uniti al nome, indicano una quantità
determinata di persone o di cose. Si distinguono in:
Cardinali - uno, due, tre, ecc.
Ordinali - primo, secondo, terzo, ecc.
Moltiplicativi - doppio, triplo, ecc.
Collettivi - doppia, dozzina, ecc.
Distributivi - uno alla volta, a due a due, ecc.
Frazionari - un terzo, due quinti, ecc.
Per quanto concerne i numerali cardinali è opportuno ricordare che sono tutti invariabili
ad eccezione di uno che ha anche la forma una, e di mille che al plurale fa mila.
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Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola alluso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.