Archetipi lovecraftiani: l'eterno femminile

di Renzo Giorgetti - pagine 156 - euro 14,00 - Edizioni Diversa Sintonia

In tutta l’opera di Lovecraft un tema pare sempre trascurato, sottovalutato, negletto: quello del femminile. Egli infatti, nella sua odissea intellettuale ed onirica, sempre perso nella creazione fantastica, sembra quasi averlo volutamente obliato, non ritenendolo particolarmente importante e relegandolo in un angolo della sua produzione (dalla quarta di copertina).
Archetipi Lovecraftiani: L’Eterno Femminile” è un libro impegnativo e allo stesso tempo molto affascinante, qualcosa che non mi aspettavo di leggere, nonostante il titolo dica esattamente quel che c’è da sapere in merito all’argomento trattato nel volume.

In questo saggio la figura di Lovecraft viene analizzata attraverso un’indagine minuziosa che indaga la psicologia dell’artista, scandagliando il rapporto che egli ebbe con le donne (uomo poco interessato alle passioni carnali e anzi piuttosto incline all’ascetismo) e che poi lo influenzò nel corso della sua carriera letteraria. Nella letteratura di Lovecraft, in realtà, l’elemento femminile non è del tutto assente, c’è anche se ha sempre un ruolo marginale rispetto a quello maschile, o assume forme mitiche e divine (Lovecraft prende le mosse dai miti più disparati rielaborandoli). Troviamo dunque nella sua opera quello che Renzo Giorgetti definisce: eterno femminile, ovvero l’energia che sostiene la vita, energia allo stesso tempo creativa e distruttiva, la quale produce ed annienta. Ogni creatura femminile presente nei lavori di Lovecraft viene analizzata: la strega, la ninfa, la fata. Lo studio è minuzioso e condotto con acume e pertinenza, la scrittura è scorrevole e fornisce nozioni dettagliate corredate da note precise e continui riferimenti. Mi sento di consigliare il libro a tutti quelli che amano Lovecraft, o ne sono affascinati, o a coloro i quali leggono i saggi e non disdegnano di approfondire uno studio particolarmente specifico. “Archetipi lovecraftiani: L’Eterno Femminile” non è un libro di evasione o che scorre facilmente: serve molta concentrazione per affrontarlo, e non lo reputo una lettura da fare sotto l’ombrellone, non è dunque un libro per tutti e per qualsiasi momento della giornata. Altra piccola nota dolente sono dei refusi qua e là, che possono dare fastidio ed appesantire la lettura. Mi soffermo poi, come è mio solito, sulla copertina, che è bellissima e raffigura un’opera di Nicholas Roerich: “La madre del mondo”, del 1924. Riassumendo: libro consigliato a chi ha voglia di studiare e fare qualche ricerca per capire quel che sta leggendo. Interessante e ben scritto.
Voto: 7,5
[Alessandra M. Pagliari]

Incipit
Queste parole faceva dire Edgar Allan Poe al protagonista del suo racconto “Berenice”, ma mai si sarebbe immaginato che in un futuro, anche piuttosto vicino, ci sarebbe stato un uomo che avrebbe fatto sua questa dichiarazione, vivendola inoltre in maniera attiva e convinta. Quest’uomo naturalmente è Howard Phillips Lovecraft, che di Poe fu anche ammiratore, nonché “allievo”, almeno spiritualmente. La sua arte è indiscutibilmente unica e ne riflette il carattere, portando alla luce tutte le idee, visioni e concetti formativi presenti nella sua mente, e dandoci preziose informazioni per delineare in maniera più precisa la sua figura umana.