di Luca Masali - pagine 433 - euro 18,00 - Castelvecchi
“Il mondo nuovo, una stupefacente scultura di ossicine minuscole,
intagliate a forma di figurine umane e di animali, prigioniere di una
contorta palizzata” con queste parole Luca Masali in una sua intervista
spiega da cosa abbia preso ispirazione per questo suo romanzo per la cui
stesura ha impiegato anni.
Un racconto dunque basato su una storia vera il cui protagonista è
identificato soltanto attraverso le iniziali del suo nome, U.G., come si
usava una volta nei manicomi.
Nella narrazione la scultura prende il nome di “Sentiero della vergine”
e sarà al centro degli studi di un altro protagonista del romanzo,
strillato in copertina, Cesare Lombroso.
Ma ci troviamo davanti a un romanzo corale i cui eroi sono diversi e dai
molteplici talenti.
Facciamo perciò la conoscenza di Emilio Salgari e della sua follia, di
Eusapia Palladino celebre medium di fine ottocento citata persino da
Arthur Conan Doyle, Giovanni Marro collega di Lombroso, tutti personaggi
realmente esistiti e che Masali cala in una vicenda incredibilmente
realistica.
Una mattina di primavera del 1890 i contadini di Scarmagno, paesino in
provincia di Ivrea, vengono svegliati da urla agghiaccianti che
provengono da una stalla isolata. Arrivati scoprono che una delle
vacche, che ha appena partorito un vitellino, è stata completamente
scarnificata e l’autore del gesto coperto dal sangue e dalle feci
dell’animale. Una donna lo identifica come il figlio di una compaesana,
di mestiere carabiniere professione onorata che lo salva dal linciaggio
e lo vede finire rinchiuso nel manicomio di Collegno.
Qui il dottor Giovanni Marro e l’antropologo Cesare Lombroso si
convincono subito che U.G., sia un maniaco pluriomicida che uccide la
povera gente terrorizzandola quanto gli effetti della diffusissima
pellagra.
Rinchiuso tra le pareti dell’ospedale psichiatrico, vessato dalle “cure”
che gli vengono impartite, U.G. inizia ad assemblare la sua opera
utilizzando gli avanzi, le ossa, degli animali più disparati: vacche,
polli, conigli, opera che sembra metterlo in contatto con delle visioni
in cui incontra la vergine Maria che avrebbe da dirgli qualcosa se non
fosse per la piastra di metallo che le cuce le bocca.
U.G. condividendo la visione con il suo compagno di sventura Emilio
Salgari, deciderà di evadere e di chiarire l’equivoco.
Ma dalla pazzia non c’è scampo alcuno e il prezzo da pagare per scoprire
la verità sarà il più alto possibile.
Un’avventura a tinte forti, fatta di omicidi, follie, supplizi spacciati
per cure mediche, autopsie, esperimenti al limite della tortura con
sullo sfondo una inspiegabile epidemia.
Un romanzo a metà strada tra il romanzo storico e il thriller
psicologico, ma anche una storia dell’orrore, quello umano, quello che
fa più paura.
Voto: 8,0 pallosissimo interludio compreso
[Marco Montozzi]
Incipit
Era nudo, inchiodato a terra da paletti acuminati di legno che
gli trapassavano i palmi delle mani e i piedi. La terra era secca e
screpolata, come quello che resta dopo che il sole ha asciugato una
risaia. Argilla grigia, dura come il ferro, come quella in cui suo padre
si ammazzava di lavoro a piantare il riso, nelle lontane terre del Vercellese.