L'innocenza ha il colore del sangue

di Raffaele Dori - pagine 196 - euro 13,00 - Giraldi Editore

Due persone nella notte, una casa misteriosa con occupanti altrettanto misteriosi, e sangue sangue sangue. Vi ricorda qualcosa? Cinematograficamente parlando è probabile di sì, a partire dal famoso The hills have eyes fino ai teen slasher di ultima generazione. Gli ingredienti nel libro di Raffaele Dori ci sono tutti: Lucky e Lisa, di ritorno da una serata a base alcolica, si fermano presso una villetta isolata, in cui abitano una strana ragazzina, una nonna ancor più strana e altri due uomini. La prima a sparire sarà Lisa, e Lucky dovrà affrontare tutta l'allegra famigliola per tentare di salvare l'amica.

Clichè a parte, ci sono alcune cose che funzionano e altre che funzionano molto meno. La prima parte ha un ritmo lento mentre corre in maniera decisa nella seconda. La pecca principale sta proprio nel mezzo, dove un infodump gigantesco svela tutti i segreti della sanguinosa famiglia, rubando malamente interesse al prosieguo del libro.
Lo stile si attesta comunque su livelli discreti, con descrizioni pregevoli (anche se talvolta ampollose) e una certa abilità nel dosare il lessico, abbastanza “sciolto” e funzionale al contesto, e nel mischiare flashback, monologhi e parti di diario. Pollice verso per quanto riguarda la caratterizzazione di alcuni personaggi, primo su tutti la fantomatica nonna (“responsabile” dell'infodump di cui sopra), mentre la personalità di Lisa viene affrontata in maniera persino eccessiva, e l'economia del libro ne risente.
Tutto sommato, la lettura è gradevole e il lavoro di Dori va incoraggiato.
Voto: 6
[Gabriele Lattanzio]

Incipit
Il semaforo rosso.
Gli arrivò tardi al cervello. Piantò il piede, strinse le mani al volante, fu spinto in avanti poi contro il sedile. Lo stridio delle gomme frenò la macchina oltre lo stop. Niente di veloce da sinistra o da destra, per fortuna, nessuno scoppio di lamiere. Fai retromarcia, si disse, in fretta, prima di schiantarti in un groviglio di ferraglia; non concedere nulla alla sfiga, neanche un secondo. Ingranò la retro, il braccio appesantito dalla birra, e senza voltarsi lasciò la frizione: dieci metri di ritorno scriteriati, da paura, che avrebbero sformato il paraurti d'una Cherokee. Invece dietro solo il buio, solo asfalto caldo in una notte senza luna.