di Stephenie Meyer - pagine 412 - euro 16,50 - Fazi Editore
Isabella Swann si trasferisce nella piovosa cittadina di Forks per vivere insieme a suo padre. Il primo giorno di scuola conosce Edward Cullen, un bellissimo ragazzo, appartenente a una delle famiglie più importanti del luogo. Tra i due nasce prima un'amicizia dapprima sospettosa, poi più intima, fino a sfociare in una passione travolgente, ma ciò costringerà Isabella a rischiare la vita, perché il suo fidanzato nasconde un terribile segreto.
Proclamato come nuovo fenomeno di costume a livello planetario, "Twilight"
rappresenta la classica operazione commerciale ben costruita, volta a trasformare un
lavoro mediocre in un'inarrestabile macchina di soldi. Di solito non boccio un libro solo
perché ha il destino di essere osannato dalla massa, ma qui abbiamo un bel po' di cose
che mi hanno fatto storcere il naso e che alla fine mi hanno fatto pronunciare la frase:
Questo libro non mi è piaciuto.
Cominciamo.
Può una storia essere considerata horror solo per la presenza di essere soprannaturali
come i vampiri?
Se la risposta è sì, allora la Stephenie Meyer ha fallito il suo
obiettivo, perché non vi è traccia di orrore e paura durante la lettura, fatta eccezione
per le ultime trenta pagina, in cui finalmente compare un vampiro lontano parente dei suoi
antenati che hanno fatto la fortuna del genere horror.
Se la risposta è no, allora proseguiamo nell'analisi. Siamo di fronte al tentativo di
narrare una storia d'amore tra due ragazzi, delle loro paure, dei dubbi. Nulla di male,
anche se il copione è un po' banale: lei la classica ragazza impacciata e timida, lui il
bello senz'anima, diviso fra il suo lato buono e la parte più cattiva nascosta nel
profondo. Nulla di male, se non fosse per un piccolo particolare: Edward è un vampiro. E
qui casca l'asino. Isabella, o come dice lei Bella, secondo me non ha tutte le rotelle a
posto, in quanto la scoperta della vera natura del suo amato viene accettata come se si
trattasse di un furto in un supermercato, roba di tutti i giorni. Nessuna paura, tutto
viene normalizzato in nome dell'amore, ma la credibilità della storia va a farsi
benedire. Potrei continuare, ma non voglio annoiare ulteriormente chi sta leggendo queste
poche righe. Termino con una speranza che è più un'invocazione: ma quando torneranno i
buoni vecchi vampiri che uccidono, terrorizzano e sono nemici giurati del genere umano?
Voto: 4
[Nanny Ranz]
Incipit
Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti
ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro non l'avrei immaginata così.
Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra parte della
stanza stretta e lunga, e lui ricambiava con uno sguardo garbato.
Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra persona, qualcuno
che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa.
Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per
quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti
offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla
fine si conclude. Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con passo lento
e sfrontato, pronto a uccidermi.