World War Z

di Max Brooks - pagine 307 - euro 16,00 - Cooper Editore

Se “Il manuale per sopravvivere agli zombi”, precedente fatica di Max Brooks, può essere considerato un libro semiserio che dà un semplice assaggio sul talento dell’autore, World War Z ne è la riprova concreta e definitiva.
Ambientato diversi anni dopo un’invasione mondiale di zombi (classicamente “romeriani”) che ha seriamente messo in discussione l’esistenza dell’uomo, WWZ ricostruisce i giorni della guerra contro i morti viventi, e lo fa in modo originale, assemblando una sorta di memoriale ottenuto dalle testimonianze di moltissimi superstiti passati indenni attraverso il terribile conflitto contro gli zombi. Vale a dire contro noi stessi, i nostri cari, i nostri amici, trasformati in belve fameliche desiderose solo di carne umana.

Difficile considerare WWZ come un classico romanzo, proprio perché è strutturato in modo da sembrare ben altro. Quasi come se fosse un vero e proprio esperimento letterario che, a parer mio, è da considerarsi pienamente riuscito.
World War Z è appunto strutturato in maniera assai originale, diverso da un romanzo horror “standard”, che concentra il punto di vista narrativo su pochi protagonisti in fuga da una catastrofe di questo tipo.
L'autore racconta l’epidemia di proporzioni mondiali attraverso interviste ai vari reduci di quella guerra, ma anche attraverso persone comuni, politici, sopravvissuti. Il tutto prende dunque l'aspetto di un interessante e singolare libro di storia raccontato in mille inteventi diversi e altrettanti punti di vista.
Esempio: vi è mai capitato di leggere un libro sulla Seconda Guerra Mondiale, in cui l'autore raccoglie le testimonianze di un ex partigiano, un soldato, un cittadino comune, un orfano di guerra, un ex nazista, un giornalista dell'epoca, amalgamando il tutto in un unico memoriale?
Ecco, "World War Z" è esattamente questo: la "guerra degli zombi" narrata attraverso chi ha avuto la fortuna di portare a casa la pelle. Il risultato è estremamente realistico, ed è per questo forse fa più paura di un normale romanzo che adotta un punto di vista di certo non onniscente. Brooks riesce infatti a dipingere un affresco “globale” di come la nostra civiltà potrebbe rapidamente collassare nel caso si dovesse imbattere in qualcosa del genere, un’eventualità ovviamente fantascientifica, ma oramai entrata nell’immaginario dei cultori dell’horror moderno. Max Brooks riprende i temi cari a George A. Romero, permettendosi però di creare una “docu-fiction” in grado di spaziare in molteplici direzioni, invece di raccontare semplicemente una singola storia. Questo potrebbe in qualche modo spaventare il lettore disincantato, desideroso semplicemente di leggere un romanzo di squartamenti e cervelli esplosi, come succede per certi filmetti di serie B che hanno molto declassificato il genere “zombesco”, così come era inizialmente stato creato da Romero, con forti valenze di denucia sociale, e caratterizzato da una visione apocalittica moderna e terribile.
WWZ è strutturato in un rigoroso ordine cronologico, come si addice appunto a un buon libro di storia. Dapprima abbiamo quindi le testimonianze dei pochi superstiti al focolaio iniziale dell’infezione, in Cina. Si passa poi alla diffusione dell’epidemia, passando ai paesi confinanti asiatici e poi, attraverso i profughi, in altri paesi dell’Africa e del Sud America. Facile anche leggere un sottile riferimento all’attualità: l’Occidente ignora quel che sta accadendo, e lo fa fin quando la morte sta lontana dai suoi confini, minacciando paesi lontani e generalmente ritenuti parte del terzo mondo.
La fase centrale del libro descrive il “Grande Panico”, vale a dire l’esplosione dell’epidemia anche nel resto del mondo. È forse la parte più riuscita, quella in cui vengono rievocate le cadute di città, paesi, nazioni. Max Brooks non ci risparmia nulla, usando la sua sfrenata fantasia per immaginare quanti più possibili scenari riguardanti l’invasione zombesca a diverse latitudini.
Si passa poi alla guerra vera e propria: quando i sopravvissuti riescono finalmente fermarsi per ragionare, possono passare alla controffensiva contro il nemico. Anche qui Brooks non si fa pregare nel descrivere diversi fronti di guerra: dalle grandi metropoli statunitensi, alla Russia, ai sotterranei di Parigi, passando per un Giappone drammaticamente spezzato dall’offensiva dei morti viventi su larga scala, fino alle geniali soluzioni adottate da Israele e India, che saranno da esempio anche per il resto del mondo in quella che sarà la battaglia finale contro gli zombi.
Il libro si conclude poi narrando brevemente la fase della “ricostruzione” di un mondo che non sarà più come prima, troppo colpito da quanto successo, eppure ancora in grado di rialzare la testa e lottare per rimarginare le ferite.
In tutta questo festival dell’immaginario horror, spiccano dei capitoletti particolarmente riusciti e suggestivi. Cito, senza poter spoilerare troppo: la prima comparsa in massa degli zombi, in una baraccopoli sudafricana; le ville dei VIP di Los Angeles trasformate in fortezze e prese d’assedio dai poveracci della middle-class in fuga dai morti viventi; la rocambolesca fuga di un otaku giapponese da una Tokyo incapace di sopravvire agli zombi; la “prima battaglia di New York”, in cui decine di migliaia di mostri riescono ad avere la meglio sulla modernissima fanteria dell’esercito statunitense; le battaglie nei sotterranei di Parigi.
Questi sono solo alcuni dei molti scenari partoriti dalla fantasia di mister Brooks, un autore davvero sorprendente, che con WWZ ha scritto sicuramente uno dei romanzi horror più originali ed azzeccati degli ultimi dieci anni.
Voto: 8
[Alessandro Girola]

Incipit
La chiamano in molti modi: la Crisi, gli Anni bui, la Peste ambulante, ma anche con nomi più trendy, come guerra mondiale degli Zombi o prima guerra degli Zombi. A me personalmente non piace quest'ultima etichetta, perchè presuppone un'inevitabile seconda guerra degli Zombi. Per me sarà sempre la guerra degli Zombi, e anche se molti possono contestare l'esatezza scientifica della parola "zombi", farebbero fatica a trovare un altro termine universalmente riconosciuto per le creature che hanno quasi provocato la nostra estinzione. Zombi resta una parola sconvolgente, ineguagliabile nella sua capacità di evocare così tante memorie o emozioni, e sono proprio queste memorie, e le emozioni, l'argomento di questo libro.