di Ira Levin - pagine 184 - euro 8,40 - Mondadori
Gli sposi Woodhouse, Rosemary e Guy, riescono finalmente a trovare la casa dei loro sogni nel Bramford, un lussuoso palazzo vittoriano situato a New York. Mentre la coppia stringe amicizia con i pittoreschi inquilini della porta accanto, Rosemary rimane incinta. Tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando non capitano alcuni fatti sinistri e inspiegabili. Rosemary comincia così a nutrire qualche sospetto sui premurosi vicini di casi: quali sono le loro reali intenzioni?
Con la pubblicazione di "Rosemary's baby" Ira Levin esordisce con successo nel campo del soprannaturale e precisamente nel sulfureo terreno
delle sette sataniche e della stregoneria. La sua brevità, l'azzeccato mix tra horror e
thriller, l'ottima narrazione e la suspense che non lascia tregua fino alla fine rendono
questo libro davvero avvincente.
Da leggere assolutamente!
Voto: 8/9
Incipit
Rosemary e Guy Woodhouse avevano già firmato il contratto d'affitto per un
appartamento di cinque locali in un palazzone tutto bianco sulla First Avenue quando, da
una certa signora Cortez, appresero che nel Bramford era libero un appartamento di quattro
locali. Il Bramford, un vecchio edificio nero e imponente, era un agglomerato di
appartamenti coi soffitti alti, ricercatissimi per via dei camini e dei particolari
vittoriani. Rosemary e Guy si erano messi in lista sin dal giorno in cui si erano sposati,
ma alla fine avevano dovuto arrendersi.
Guy le riferì la notizia premendosi il microfono contro il petto; Rosemary mandò un
gemito: - Oh, nooo! - e per poco parve sul punto di scoppiare in lacrime.
- Ormai è troppo tardi - disse Guy, parlando nel microfono. - Abbiamo firmato il
contratto proprio ieri. - Rosemary gli afferrò il braccio. - Non potremmo disdirlo? - gli
chiese. - Trovare una scusa?.
- Un attimo, signora Cortez. - Guy tappò di nuovo il microfono. - Che scusa? - chiese.
Lei levò le braccia al cielo, agitata. - Non so. Possiamo dirgli la verità. Che ci è
capitata l'occasione di un appartamento al Bramford.
- Tesoro - replicò Guy - a quelli non gliene importa niente.
- Troverai una scusa Guy. Proviamo, per piacere. Dille che faremo un tentativo, ti prego,
prima che riattacchi.
- Ma abbiamo firmato un contratto, Ro! Siamo inchiodati.
- Ti prego! Quella riattacca! - piagnucolò Rosemary e, con esagerata apprensione,
afferrò il microfono e cercò di spingerglielo all'altezza della bocca.