Il vampiro che ride

Le vie del male sono infinite

- Ah! Sei una donna!
- Lasciatemi!
- Scopri la faccia!
- Un diavolo!
- È una donna diavolo!
- Impicchiamola!
- Porta sventura! Maledetta!

Suhiro Maruo è un autore che si presenta fin da subito, dalle primissime pagine, con la sua inconfondibile cifra stilistica: un tratto raffinato e barocco, una minuziosa perizia compositiva della tavola con un’attenta gestione dei suoi equilibri a cui viene contrappuntata un’esplicita e ribollente scabrosità.
Una forma narrativa che è specchio deformante del Giappone, tratteggiato nel “Vampiro che ride” come estremamente perverso e decadente, ambiente fecondo per impiantarci sopra una personale interpretazione del mito del vampiro.
Ben lontano dagli stereotipi occidentali di sensuali bohemien e tenebrosi aristocratici i vampiri di Maruo sono figli della società in cui vivono e di cui assurgono a marcescente oggettivazione. Il paradosso è che questi esseri sovrannaturali non ne sono nemmeno la parte peggiore.

All’interno di questa umanità sciagurata la lente di ingrandimento viene posta sugli adolescenti: soli, emarginati e in preda ai peggiori istinti, si sfogano in violenze e cattiverie, sono avvezzi alla prostituzione e protesi all’estasi momentanea, incuranti del domani.
Il “Vampiro che ride” è la vicenda di un’iniziazione, di nascita, sviluppo e maturità di due di loro: Luna e Konosuke, che “nascono” grazie alla centenaria Donna Cammello che gli fa da “madre” accompagnandoli in un “mostruoso “bildungsroman” dove prima si abituano alla loro condizione, e poi, maturano passando da vittime a carnefici. Quasi contenti di poter così raddrizzare qualche stortura si muovono in un mondo talmente deviato da far sembrare loro i “normali” e dove si ergono a portatori di una sorta di aberrante e disfunzionale giustizia.
La loro condizione che sembra eterna, è però in realtà un’eternità abbrutita, un’eternità di invecchiamento precoce, di secchezza e aridità.

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Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

L’intera opera è una parabola sulla capillarità e la diffusione (e infusione) del male. Un male che non muore mai, che ritorna, che si trasforma, che non smette mai di corrompere. Che passa addirittura di generazione in generazione tramandato e ogni volta attualizzato. Un male che ha molti modi di manifestarsi e “nascere”, non soltanto tramite il contagio diretto. Un male che è indubbiamente una, se non l’unica, delle poche certezze, visto che anche la morte non lo è più!

Per Maruo si sono sprecati aggettivi e definizioni: il De Sade dei manga, fumettista Grand Guignol, eccentrico, efferato, gotico, grottesco, putrescente. Tutte definizioni assolutamente veritiere ma che pongono (giustamente anche) l’accento soltanto sull’aspetto estremo, quando è anche da sottolineare che accanto a tutto questo è capace di regalare inattesi squarci di splendente poesia oscura.
L’opera si completa di due volumi. Il primo edito come prima opera pubblicata dalla Coconino Press nel 2000 e poi riproposto nel 2014 in una nuova edizione comprendente il secondo capitolo, intitolato “Paradiso”.
Un’ottima porta d’ingresso al mondo oscuro e grottesco di Suehiro Maruo che nella sua bibliografia alterna invenzioni totalmente originali ad adattamenti dello scrittore Endogawa Rampo, con Maruo stesso considerato nume tutelare del movimento ero-guro.

L'autore

Suehiro Maruo
Nato nel 1956 a Kyusshu, in Giappone, Suehiro Maruo è un autore di culto per i lettori giapponesi, ma anche per quelli europei.
Ha elaborato una sua poetica personalissima, in bilico tra delicatezza e violenza, basata su un disegno molto curato e su storie dove il fantastico e l’horror si fondono con l’ironia, il grottesco e a volte con l’osservazione minuziosa della realtà.
Ha collaborato con l’innovativa rivista nipponica “Garo”, e con i più importanti editori underground.
Ha al suo attivo oltre una ventina di libri a fumetti, molti dei quali per la casa editrice Seirindoh, e dai suoi lavori sono stati realizzati anche cd rom e cartoni animati.
(fonte sito Fandango)

Dati tecnici

Titolo originale: 笑う吸血鬼 (Warau Kyūketsuki)
Sceneggiatura: Suehiro Maruo
Disegni: Suehiro Maruo
Uscita italiana: 2000, 2014
Pubblicato da: Coconino Press, Fandango
Volumi: 2
Web: volume 1, volume 2

Luca Franceschini è nato a Barga (LU) il 1° luglio 1980. È cresciuto e vive a Lucca, respirando fumetti e interessandosi di scrittura, poesia e musica. Laureato in filosofia, è tra i soci di un'azienda di comunicazione.
È stato finalista al Lucca Underground Festival Contest nel 2015 e nel 2016.
A dicembre 2015 è risultato secondo classificato al Premio per sceneggiatori di fumetti Ade Capone.
Dal 2016 collabora con l'editore Cronaca di Topolinia per il quale cura la serie a fumetti noir/hard boiled Lucky Town, la serie di fantascienza Lunar Lex, lo storico-fantascientifico Nyx, l’urban fantasy Jinn e il furry CatStar.
Collabora anche con la Bugs Comics con storie contenute nelle riviste Mostri e Alieni.
Con Delos Digital ha pubblicato i racconti sci-fi Alternative Birth Experiment e Conflitto di Sistema nella collana Futuro Presente e i racconti horror L'orologio a pendolo e Cinquecento Anime nella collana Horror Story.
A novembre 2019 cura l’adattamento a fumetti de “Il vampiro” di John W. Polidori per Nicola Pesce Editore.
FB: lucanote
IG: luka_franceschini



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