Concorso di poesia horror.
Flavia Federico interpreta "Notte a Whitechapel" di Luigi Brasili.
Tremi all’ora dell’ultimo canto
Ove il sospiro nel quale sei nata
È l’unico istante, e vale una vita.
Ascolta il suono, il rantolo lento
L’aria lontana, rubata, che fugge,
Nel nulla che bagna le guance.
Ma vieni, la notte è veloce,
Suona il rintocco, s’ode una voce.
Sei stata brava stanotte, mia mano
Lascia che il fiume ti mondi pian piano.
Rossa ragnatela di capillari
nella lucida sclera di luna.
La mia casa è dentro di te, nelle tue vene.
Labbra livide come le bacche del pungitopo
sulla neve dei tuoi denti affilati.
Nutri l’ombra che è dentro di te, dalle mie vene.
Sei tu l’acqua stagna del pozzo che è in fondo al mio cuore.
Ed è lì che io voglio affogare.
Dicono che la morte renda liberi
dalla sofferenza
e dalla speranza.
Dalla vita.
Io
sebbene cammini su questa terra maledetta
e respiri il suo odore malsano
io
sono morta
e ancora prigioniera.
Svuotata delle viscere e del sangue
solo percepivo
il deserto dei sensi.
E capii subito l'Orrore che mi attendeva
sotto spoglie eterne.
Dio, dove sei?
Urla gelide deflorano i sogni.
Lamenti, squarci silenti.
Sanguinee lacrime prosciugano il cuore.
Sevizie, respiri morenti.
Schernito, ferito, privato d'amore,
lui giace nel buio.
Risali dall'ombra, oh vendicatore!
Libera il mostro, scatena l' orrore.
Deturpa quei volti, dilania la carne.
Poichè tu sei rabbia, morte e dolore!
Giorno qualunque
Vita sottovalutata, rimandata, creduta infinita
Salgo in macchina, rassegnato da una routine che domani cambierà
Che cambierò
Sì. Domani
Un tonfo assordante
Non capisco
Una nuova casa? Ma avevo in mente qualcosa
Non ricordo
Ci penserò
domani
Ora godiamoci la mia nuova casa
La mia ultima casa
Fatta di legno pregiato.
Mi soffermo un istante
nel sogno di un vampiro.
Eccitato mi sveglio all’alba
con in gola il suo respiro.
E febbrilmente prego!
Prego davanti allo specchio
che non sia solo il mio delirio.
Li sfioro,
li rimiro e li rimiro...
Scintillanti, nella mia bocca,
così scarlatti,
sono i denti del vampiro!
Tu,
che brandisci nella mia mano
la lama scintillante
sospesa sul corpo di lei che dorme.
Tu,
che vibrerai il colpo fatale
che le violerà la pelle
e le infrangerà le coste
per raggiungere quel cuore
che non è più mio.
Tu,
che te ne ciberai
per farlo nostro per sempre.
Tu,
frena la tua brama
di sangue e di vendetta.
Blocca il mio braccio.
Tu,
Io.
Saprei,
disinfettare i tagli che ti autoinfliggi.
Se non mordessi.
Me.
Ripulirei le tue carcasse a sera,
e il giorno,
a soffocarti gli urli incontrollati.
Anch’io.
Potrei imparare pasti di cervelli
e brani
di alluci, gambette e occhi.
Succo di pianto,
ci mischierei,
e il sangue,
e la saliva.
Se tu volessi.
Aspetta ancora!
Non mi...
Tenetemi,
legatemi,
frenate infine il mio istinto,
spegnete la fiamma che arde da sempre il mio debole corpo.
Bramo
le tenere polpe
e gli amari umori delle profonde viscere
Anelo
passaggi golosi in tenere linfe
e le mielate essenze del cuore
Tenetemi,
legatemi,
frenate infine il mio istinto,
o mangerò anche voi