Concorso di poesia horror.
Elena Vesnaver interpreta "Hyde" di Luigi Milani.
Mia è
La squisita ebbrezza
Di notti scarlatte
Di pura follia
Quando,
Da me evaso,
La vita altrui
Recido.
L'amore
è una vena
che s'increspa
e s'empie
d'insetti
lungo rosse
condutture
- rigurgito -
il rumore di fondo
del paradiso nero
eterna,
e lascivo
perdona
gli ormai
increspati
flussi
del Lago Segreto,
tra le fronde
abbandonate
di una tragedia
sincopata
Ha lo sguardo euforico da padre antico
un corpo immobile che giace,
Gatto ingoia fragili perversioni
E sotto alle unghie
Carne masticata durante il frastuono.
Ciò che non mette paura uccide,
un baciami ancora invoca perdono,
è una lama, una firma indelebile
Su un corpo immobile
Mentre gatto di carta sorride
A fragili perversioni damore.
Lame di luce sottile,
filamenti di vita,
dantichi sussurri.
Cera fusa sul corpo non morto,
lanima sfugge,
l'istante è già ieri.
Il silenzio è tortura,
il legno si scalda,
infinita la vita che avanza.
Poi il bagliore erompe,
chiude linganno infinito
di questa vita mai vita.
E poi, solo un filo di tenebra,
come fuoco nero,
a squarciare la luce.
Eccoti
Occhi chiusi senza sonno
E leggero il passo
[le
mani
Mentre ti cingo di panno i polsi
[i
ferri
E sprimaccio gli incubi
Con il cuscino
Respiri
Fiato che sa di carne
[cruda
[di
cane
Una domanda
Ti spalanca gli occhi
[spaccando croste
Resto
Come avessi le palpebre cucite
[alle
tue
Ssh
Ti dico
[che
in amore
Non ho mai portato occhiali
O valigie
La luce di una candela
allontana a fatica
la bocca delloscurità
che avida vuol succhiare
quel poco amore
che ho per la vita.
Sinuosa
si aggira intorno a me,
mi osserva
mi desidera
mostrandomi orribili memorie
che mi tranciano il cervello.
Piango:
impotente osservo
la luce
che lenta si consuma
e la belva buia,
sempre più vicina,
paziente aspetta.
Occhi impenetrabili,
pelle
bianca come la luna.
Figlia della notte,
assetate son le labbra
di
tributo altrui
pronte ad assaporare
liquido vitale
delizia del
palato.
Non raggi di sole
padroni dellanima sua.
Nessunombra le
appartiene
non riflesso negli specchi.
Le luci dellalba
le son
nemiche,
le dilaniano
le putride membra
senza tempo.
Carico lamine sottili, odori grevi
Petali leggeri, disperato
sferzo, fuggo, anelo
e mentre passo dimentico
d'essere stato uomo, d'essere stato io,
d'aver dolorosamente amato la vita
te cercando chiara morte;
solo il salice ricorda
e timido respira gocce vermiglie
confuse nell'infinito
sapore dell'addio.
Nessun lampo di luce
potrà illuminare questa notte.
La sofferenza insegue
la mia ombra,
e come ombra mi accecherà.
Il nulla si materializza,
sangue nei sogni,
tutto quanto sta crollando.
Abbandono la mia anima
fra le onde di un mare pallido.
Sarà allora Lei: la morte
l'unico siero
al veleno della vita?
Mi sento freddo
La notte
Ti piove dentro
Lei vertigine
Lei sorella cannibale
Ha scavato il suo nido di tarme
Goccia cava pietra
Uno squarcio nel centro
Della mente
Inganno fine origine
Lei è il morso
È lorrida mascella
E rode macina inghiotte
Il soffio putrefatto
del polmone
Rantoli di mosche
Sulla tua carcassa
La notte ti muore
dentro
Sto morendo,
mentre nuvole s'infiammano,
anelli intarsiati di rubini
diventano cenere,
e persone comuni
abbandonano lo sguardo dei lupi
sotto le loro fauci.
Spine di odio nel cervello,
grovigli di sangue
mi attanagliano.
Esalo
Il respiro ultimo e più sublime.
Inalo
Fumi di emozioni antiche.
I piedi nella fossa
le mani nel fango
la nostalgia alla gola.
Un branco di cani
randagi
che tirano calci
alla luna.
La rigidezza del tempo
pietrificato
sul cuore.
Le ragnatele a distesa
tra lincertezza
e il dolore.
Le sentinelle di vetro
nella paura contorte.
Dal campanile del cielo
piove silente
la morte!
Dio della polvere danza nel sole.
Il libro nel cielo richiama seguaci:
fedeli che non tradiscono, bianchi nel sapere.
Vaga la Morte a recare notizie,
da paese a città, da lago a mare,
danzino tutti il ballo delle pietre,
vivano tutti per il Solo della sabbia.
Dio della polvere striscia ignorante.
Mero fantasma sdrucito,
lembo di vuoto,
ovvio scarto di mistero,
se ti affronto con fiero cipiglio
chi è il fuggitivo,
chi si colma d'orrore
nel suo lacero panno
unto dalla macina d'olive
scampando appena dun soffio
all'ingranaggio natale
al rigurgito della vita?
Cè freddo, e nero e cè tenebra
Cè pianto, urla isteriche
Sentire, sulla pelle, dentro se stessi
La notte che urla, sbraita, ti chiama e vive
Cè qualcosa nel buio, negli angoli, sotto le certezze
Cè il mare, e le onde e un verso lontano
E tornerà
E pallide figure
Cè il vespro e il suo ansimare
Cè sempre qualcosa
Intorno a noi
La radica scura,
foderata scarlatta,
là resta, muta,
soffusa dovatta,
che leva il brusìo
di ogni sospiro,
aggravando il cupo
dellassente respiro...
Nei calami cola
la linfa novella;
lape ritorna
alla sua cella.
Si muove una foglia
nel vento di aprile;
si apre, colora
e torna a ingiallire.
Scheletri vivi danzanti
in gioiose aride steppe
un ghigno di luna
Sorride a mucchi di ossa innamorati
Scheletri di bambini giocano
perdono femori e tibie
Poi una luce
la fine
Corrono scheletri urlanti
Pezzi di pelle cadono dal cielo
Piccole falangi si tendono
fragile carne li cela
Ora sono furbi, deboli,
scatole chiuse che accumulano
odi
Scolpisco i tuoi contorni
per giungere allidea
lo scheletro scarnifico
raschio cesello e limo.
Bevo il rosso rubino
che sprizza ad ogni tocco.
Ricerco dove nasce
la luce che svanisce.
Se provo ad afferrarla
mi sfugge lenergia
emana la materia
trabocca di potenza.
Ed è reminescenza
quel poco che intravedo.
Vedo la tua bocca
rossa e aperta
come una ferita.
Ridi
acuta e gutturale
e non cè più pianto
né preghiera.
Ridi amore,
ridi ancora
perché io sono con te
e non ti lascerò
fino a quando dal tuo naso
vedrò uscirti lanima.
Allora il diavolo ti striscerà nel cuore
e non servirà
pregare e bestemmiare,
perchè sarai con me
muta
tra le mute figure morte.
Anime dannate,
nei cieli tempestosi,
in notti senza luna,
con nere nubi
amoreggiate,
anime dannate.
Squarciano tenebre
le vostre risa,
e godete, e godete
quando la gente
chiusa nei portoni,
teme. E l'ira del cielo
invocate voi, donne
corrotte.
Copre la terra
il vostro odio
che dispera della luce.
Risorgo dalla voragine del perpetuo silenzio
Libero dalle catene dell'inferno.
In me scorre gelida linfa
E il mio viver è solo
alla luce della luna,
mia Signora e mia condanna.
Mi travolge la sete,
i miei artigli bramano carne
e fremono
in quell'ultimo battito.
Dispiego ali nere nella notte
e m'illumino di tenebra.
Dieci grammi premono lievi
Dieci uomini muoiono in piedi.
Così poco pesa il tuo occhio
spiccato dall'orbita, vuoto e già morto.
Un patto sinistro timona il tuo io
Satana accetta e spalanca l'oblio.
In cambio dell'occhio marcio e ormai solo
dieci nemici periscono al suolo
Orbo e felice mastichi e ridi
con Satana balli canti e poi spiri.
La mamma aveva
ragione
E allora
Lho rovinata io
Con il bloccasterzo, nel box
Ne ho
comprato uno nuovo
Adesso è nel fiume e da morta ha ingoiato pietre
Non la troveranno più
A tutti ho detto: è uscita a fare la spesa
Sto male
Scrivo ogni notte
Questa confessione
La diffondo in rete
Ma
nessuno mi crede
E io sono
Sempre più rovinato
Dentro
Buia è la notte, tetra è la via
ma cosa cè dietro quella foschia?
Ad un tratto appare uno spettro
Oh che paura! Devo scappare presto
Ad un tratto mi fermo e mi giro
o che stupida era solo un vampiro
Vieni con me, facciamo due passi
perché tra un po dovremo lasciarci
Per tornare dentro le bare
speriamo che il gallo non stia per cantare
Buio.
Il cuore pulsa.
Rumore di sabbia.
Terra che mi viene addosso.
Odo un pianto.
Mi muovo.
Poco.
Non posso alzarmi.
Né urlare.
Aprite!
Voci.
Preghiere.
Eterno Riposo?
Fatemi uscire da qui!
Laria
Come la speranza.
Sta finendo.
Armato di unghie graffio.
Le unghie si spezzano.
Non posso pensare al dolore.
I pugni
Spingo
Più forte
Maledetti.
Tornerò.
Solitaria nel buio cerca liberazione,
il suo è un grido non ascoltato
Cade a terra
Non vuole rialzarsi
Osserva:
oscurità
le tombe sono ambrate da lama di Bieca Falciatrice
Addio al mondo sospira!
Era felice!
un sorriso sul viso,
una lacrima sulla guancia
Pensava:
il ricordo,
a cosa serviva ora
era troppo tardi.
Ho sognato che un uomo moriva.
La sua carne
tagliuzzata
in un ingranaggio perfetto.
Sorrisi genuini ovunque,
ma bave di sangue: normalità.
L'ucciso non lasciava traccia di sé;
lacrime asciutte sul volto di una donna:
riusciva già a pensare
a quando avrebbe mangiato
contenta
il corpo del suo uomo.
Rabbia, disgusto.
Dov'ero?...!
Io le vedo
O almeno credo di vederle
Le guardo, le sfioro
Sono con loro
Con le falene dei miei sogni
Saziati
Oscura Signora,
sono il tuo banchetto,
la leccornia preferita.
Avvampa fiamme nere
nel Faro senza luce,
gioia per Poseidone,
sono nave vagante nella tempesta.
Scava le rive d'ossa
con fiumi d'elminti
e modellami
ad altare d'afflizione.
Con bocche d'Idra
attingi pure alla rossa Fonte.
Ma la contamina una stilla d'amore:
sarà per te veleno.
È sempre più freddo
eppure cè il sole,
la bestia è già prossima,
ne senti lafrore
Or guardi la mano
lontana da te,
il braccio ormai monco,
fontana di sé.
Non cè più dolore,
non cè più paura,
cè solo certezza di morte sicura.
Assisti ormai fermo,
non riesci a fuggire,
sai bene che ormai potrai solo morire.
Morte è il nome che mi danno
Ma molti non capiscono linganno
Chi mi teme non conosce
Quali sono dei vivi le angosce
Solo con me vi è riposo
E dirvi di più non oso.
Attendete il vostro momento
E non cedete mai allo sgomento
Per chi non rispetta il mio volere
E prima del tempo qui perviene
Non aspettano soddisfazioni
Ma soltanto punizioni!
Adesso resterai con me,
per sempre con me.
Volevi andartene,
non mi amavi più,
così dicevi.
Ti ho tagliato la gola mentre dormivi.
Il cuore lho mangiato
senza quasi cuocerlo,
gli altri pezzi
li ho seppelliti in giardino.
E rimasta solo la testa,
i lunghi capelli ormai stopposi.
Ora che fa così caldo
dovrei tenerla sempre
chiusa nel freezer.
Tra fumo scarlatto che ammanta ogni cosa
I demoni urlano e sputano strali
Sul banco che gronda viscere a iosa
In mano lunghe bacchette ancestrali
Che non giungon mai alla bocca erosa
Da fame eterna, regina dei mali
La fila spinge e la mia carne posa
Dinnanzi lira dei signori immortali
È giunta, mi squarcia, la morte ingloriosa!
Taccartocci come foglia?
Non ancora, cara mia...
Ma alla fine della via,
prima pur desser prozia,
di Miss Mors sarai in soglia...
Come foglia taccartocci?
No, ma taccartoccerai!
Verrà un tempo che... vedrai,
sì, vedrai che lo farai...
Venustà scomparirà,
e poi Miss arriverà,
per te e i tanti tuoi bambocci.
Languon in silenzio le giovani membra,
luomo le è accanto, ma poco rimembra.
Lultimo afflato or ora lei ha
esalato,
chino sul collo, un bacio rubato.
Gocce di sangue, le
macchian il vestito,
luomo, nel buio, la guarda intristito.
Prima
dellalba, il Signore della notte,
unito si è a lei, nellabbraccio
della morte.
Immergiti tra le mie braccia tenere,
bacia la bocca dambrosia di Venere!
Sei la mitica meta della mia vita,
sogno etereo, mio desìo, o Rita.
Ilo fu soffocato da leste lingue tentacolari,
abbagliato da arcane melodi, screziati fari.
Sirene e tritoni manducaron lorrido pasto,
nel dì per lor di fasto, per leroe nefasto.
Correndo inciampo in un teschio umano,
cado pesante su viscido liquame,
un'informe massa di pus ed escrementi,
che contribuisco ad incrementare
col vomito che sconquassa.
Il clangore di catene si intensifica avvicinandosi:
le pupille si contraggono allo sforzo immane,
mentre agghiaccianti urla esplodono dalle mie labbra.
Vermi carnivori han divorato il mio cuore,
lasciando escrementi e miscugli disgustosi,
capaci solo di partorire nuovi vermi carnivori
e rivoltanti pronti a cibarsi di carne di cuore,
ancora ed ancora ed ancora...
ed al fine rimarrà solo merda di cuore
a rimembrarmi lodio che provo.
Zic, zac, zoc
freddo metallo a lacerar le carni
plink, plunk, plonk
rivoli rossi a bagnar la pelle
split, splat, splot
rossi passi a perdersi nel buio,
e sempre più nere le notti per ognuno.
Mamma,
Perché hai ucciso
Il mio fratellino?
Perché hai sacrificato
La sua carne innocente,
Sorella della mia
E figlia della tua?
Giustizia ha una sola parola:
Vendetta.
Ora sarò io a sacrificare te
Nel sonno del tuo letto
Con questo coltello,
Come sei stata te a sacrificare lui
Nel sonno del tuo ventre
Con i bisturi dell'aborto.