Tre passi nel delirio

Titolo originale: Histoires extraordinaires
Regia: Roger Vadim, Louis Malle, Federico Fellini
Paese di produzione: Francia, Italia
Anno: 1968
Durata: 116 minutia

Trama

In realtà le trame sono 3 in quanto si trattò di un film definito “collettivo” formato da tre episodi, ognuno girato da un regista diverso, in questo caso tre grandi maestri: Roger Vadim, Louis Malle e Federico Fellini (o Fellini andava messo per primo?!). Comunque tre episodi ispirati ai racconti straordinari del grande scrittore americano Edgar Allan Poe: una contessa rifiutata da uno stalliere (e parente) si vendica in modo eclatante e implacabile; un militare ossessionato dal proprio doppio, dal proprio sosia buono, cerca in tutti i modi di ucciderlo per essere libero di compiere il male; un attore anglosassone alcolizzato sbarca a Roma per lavoro, e qui cerca più che mai la propria distruzione, disturbato dalla visione di una bambina che sembra il Demonio.
Federico Fellini firma "Toby Dammit", con la sceneggiatura di Bernardino Zapponi, Louis Malle dirige "William Wilson", mentre Roger Vadim mette in scena "Metzengerstein".

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Recensione

Le opere di Vadim e Louis Malle sono entrambe in costume, mentre il Toby Dammit di Fellini è ambientato nella Roma sede dei colossal anni 60, in cui un tormentato attore nordico (Terence Stamp) - chiamato ad interpretare un film western – esplode nel suo fastidio e dannazione, stralunato e decadente, cercando a bordo di un bolide decappottabile quel sollievo che non c’è. Una Roma in cui non c’è più spazio per l’ironia e l’indulgenza, dominata da un registro sinistro e totalmente senza speranza, lontana anni luce dalla “Dolce Vita” che fù.
Grande sfoggio di divi e divine, siamo nel 1967 e Alain Delon e Brigitte Bardot sono dei totem indiscussi, in Francia e nel mondo, la stessa Jane Fonda (all’epoca compagna di Vadim) rappresentava – coi suoi abitini succinti – una vera icona sexy e pop al tempo stesso.

E’ interessante come registi e attori normalmente impegnati in opere soprattutto drammatiche si siano stavolta cimentati in una trilogia dominata dall’incubo e dal terrore, dal mistero e dal sangue, con risultati sorprendenti.
Infine, se taluni critici hanno indicato nell’episodio di Fellini quello più riuscito, più puntuale, in questa sede possiamo dire che ciascuno merita una visione attenta, approfondita, sottolineando semmai che uno dei pregi di Toby Dammit sta nell’avere uno stile, una direzione, marcati e precisi, definiti e convinti.
“Tre passi…” si colloca in ogni caso come un plastico esempio di Horror anni ‘70 (benchè girato nel 1967), sperimentale, caratterizzato, fallace e inedito, coraggioso e spiazzante.
Voto: 6,5

Claudio Bacchi è nato il 04-12-1970 a Foligno (PG) ed ha sempre avuto una grande passione per la scrittura, coltivata come profondo interesse e non come occupazione principale. Laureato in Scienze Politiche, nel corso degli anni ha pubblicato numerose recensioni cinematografiche su vari siti web di settore e collaborato con la rivista "C'Era 2000" per brevi racconti. Nel 2000 pubblica il romanzo giovanilista "Pursauenghi poi bang", con la casa editrice Laurum, e in seguito fa stampare alcune centinaia di copie dell'altro romanzo "Salvala guitar", nel 2017. E' un grande appassionato di cinema, animalista e vegetariano.



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