Regia: Federico Lagna
Nazionalità: Italia
Anno: 2010
Un giovanissimo laureando propone al professore della sua facoltà una tesi ambiziosa: smentire una volta per tutte il mistero che si cela dietro la possessione demoniaca, vero tabù per chiunque si occupi dello studio sulla mente. La sua ricerca però, avrà risultati inaspettati... o forse no?
E' bello vedere produzioni nostrane con tanta inventiva e voglia di fare. Questo film diretto e sceneggiato da Federico Lagna ne è la prova, la prova che nel panorama italiano il cinema non è del tutto morto, al contrario. Ci sono giovani che vogliono fare, e che mettono passione nel mestiere dietro la macchina da presa. Ma e dico ma, questo Demons Twilight inizia benissimo per poi decrescere perdendo terreno, raggiunge un discreto livello di tensione che poi drasticamente cala per qualche carenza di sceneggiatura, tutta sul finale che non regge, chiudendo troppo velocemente. Un vero peccato, perchè la fotografia, le location e l'idea di fondo erano davvero promettenti: la fotografia è accattivante, tutta la pellicola è permeata da quest'aura di cupa oscurità dark che contorna i luoghi, l'abitazione principale e gli stessi personaggi, soprattutto il protagonista, Marco, un giovane e intraprendente laureando che pur di fare una tesi straordinaria su di un argomento delicato per la psicologia, la possessione demoniaca, non esita a tirare ed usare senza remore amici e ragazza, senza curarsi delle ripercussioni che potrebbero esservi. Marco, oscuro sia nell'essere che nelle azioni, è forse il personaggio più carismatico e nel contempo ben caratterizzato della pellicola, interpretato da un bravo Gabriele Dell'Aiera, ma anche Nicole, una bellissima ed eterea Elisa Lombardo nelle vesti di una giovane posseduta dal demonio non è da scartare per recitazione...ma ancora un altro ma. Tutti purtroppo, chi più e chi meno, per quanto riescano a rendere credibili i loro personaggi, a delineare bene la loro ambizione, le loro motivazioni e paure, l'audacia della gioventù e del non rispetto di vecchi e imposti limiti e dogmi, tutti sembrano mantenere una recitazione altisonante da teatranti, c'è troppa enfasi che rende forzata e poco realistica la recitazione. Direzione magistrale, sceneggiatura buona ma purtroppo decisamente debole sul finale, effetti speciali pochi ma messi al punto giusto e al momento giusto. In definitiva, un film da vedere perchè ben fatto sorvolando sulle varie pecche e sul finale purtroppo decadente, per dimostrare a se stessi che gli italiani sanno ancora fare cinema horror. Non sarà magistrale, ma una visione non dovrebbe essergli negata, anche per farsi un'idea delle potenzialità future del regista. Possiamo ben sperare in Lagna allora, se continua così prestando solo un pò più di attenzione agli errori promette davvero bene. Ma i finali a sorpresa lasciamoli stare Lagna, ok?
Voto: 6
(John Smith)