Regista: Stuart Gordon
Cast: Ian Patrick Williams, Carolyn Purdy-Gordon, Carrie Lorraine
Produzione: Usa
Anno: 1987
Una famiglia in viaggio rimane bloccata in un bosco nel bel mezzo di un temporale. Fortunatamente troverà rifugio in una enorme casa dove saranno accolti da una strana coppia di anziani il cui hobby è costruire giocattoli... troveranno molto più di un solitario riparo dal maltempo, perchè i cari vecchietti non sono soli in casa.
Tutti i giocattoli sono fedeli ai bambini, questa è una verità a cui tutti abbiamo creduto, ed è la forza portante di questo film. Nessuno può prendere in mano un suo vecchio giocattolo e non accennare un sorriso; i giocattoli sono i nostri primi amici ma alcuni di loro, a volte, o per eventi traumatici, o per semplice aspetto grottesco, possono scatenare nei bambini sentimenti come paura o inquietudine. Il grande Stuart Gordon ci regala questo piccolo gioiellino pieno di moralità e paure infantili mai represse del tutto: Dolls.
Un titolo semplice, "Bambole" dall'inglese, nulla di straordinario o eclatante. Ma questo titolo, accostato al nome del regista che ci ha regalato Re-Animator ed altre perle e per giunta datato anni 80, fa venire i brividi a tutti coloro che, sotto sotto, sono rimasti bambini: risveglia ricordi e paure, fantasie su giocattoli guardiani di notti insonni e giocattoli che diventano loro stessi demoni dell'infanzia... una bipolarità che colpisce nel profondo.
Come ogni incubo ipotizzabile grazie al cinema, ovviamente ne sono stati sfornati decine e decine di titoli con protagonisti bambole o giocattoli, intere e fortunate saghe che inquietano ancora esperti fanatici dell'orrore video. Come non citare l'evergreen Childs Play's, con il suo Chuky, la bambola assassina? O ancora Demonic Toys, o Puppet Master o ancora il sorprendente e più recente Dead Silent, con gli inquietanti pupazzi da ventriloqui... saghe con giocattoli che seminano paura ed orrore, anzicchè proteggere e divertire i piccoli cui sono destinati.
Ne abbiamo visti di horror, per poterci definire esperti o quanto meno fanatici o ancora intenditori del genere. Abbiamo visto capolavori, disastri e ogni possibile creatura o oggetto, e tutti, chi più, chi meno e chi per niente, tutti, per un motivo o un'altro, ci hanno colpito o lasciato indifferenti.
Ma non i film che hanno per protagonisti i giocattoli. Questo genere, per quanto scarna possa essere la sceneggiatura, a prescindere da ogni possibile fattore, ci attira e nel contempo ci inquieta. Ed è fortunatamente il caso di Dolls. Non fraintendete, non è certamente perfetto, non ha una trama degna dei primi Spielberg o Lucas, da Kolossal o da film epocale... ma nel suo piccolo sa regalare dei brividi piacevoli, perché tutti siamo stati bambini. Tutti abbiamo creduto fermamente che i giocattoli potessero proteggerci dal buio, e su questa idea si basa il film di Gordon: sfrutta questa minaccia latente, la paura del buio unita a ciò che dal buio dovrebbe proteggerci.
I protagonisti sono una famiglia poco legata, senza alcun dubbio. Un padre autoritario e materiale, che obbliga la figlia, frutto di una relazione terminata con un divorzio, a rimanere con i piedi per terra, cercando di privarla del supporto della fantasia e della magia che ancora permea il mondo dei piccoli; una matrigna che odia apertamente la bambina, che le rinfaccia che la sua presenza non è benvoluta... e la piccola, tra tutti questi grandi che a forza vogliono attirarla nel loro mondo grigio, cattivo e materiale, cerca in tutti i modi di credere nel buono e nella magia.
Il film inizia con il giusto tempo, senza fretta, ma che non ci fa aspettare troppo per entrare nel vivo dell'azione. Tempistica giusta e calcolata, anche se l'ingresso degli altri "ospiti obbligati" nella casa degli anziani forse è un pò forzato, ma tempisticamente giusto per evitare di perdere tempo in storie parallele e spiegazioni eccessive. Il come non è rilevante, solo il cosa accadrà importa. Tutto alla fine ha un senso, ogni scena è pensata prima di essere girata, senza risultare fuori luogo. Tutti avranno quello che si meritano, perchè il male non sempre è ingiusto. Gordon riesce anche a velare di metafore e comicità alcuni personaggi, ma senza mai stereotiparli troppo, cosa che gli riesce alquanto bene. Tocco di classe la musica iniziale, inquietante e dalla melodia antica, come un vecchio carillon della nonna, meriterebbe da sola l'ascolto per i brividi che riesce a regalare. E le bambole, ovviamente. Come non parlare dei protagonisti non umani del film? Questi pupazzetti, questi "folletti", come li chiama la bambina, sono animati con la tecnica della stop-motion che il regista riesce ad usare abilmente, senza strafare, oltre a ricercare in fugaci apparizioni/sparizioni molto del loro movimento, in modo da evitare al massimo il risultato di goffo e fittizio, ed il risultato finale ne guadagna, rende il tutto pulito e scorrevole. Di splatterosità nulla di memorabile, di sangue non se ne vede neanche tanto, probabilmente un solo secchiello da 15 litri diluito ed usato per tutta la durata del film, ma basta ed avanza.
Una pellicola che si lascia guardare, senza impegno e senza sforzo. Un film che è un pò una favola per adulti, ma di certo piacevole. Un film che andrebbe visto con gli occhi di un bambino coraggioso per poterne apprezzare la visione. O con mamma e papà vicino.
Voto: 6
(John Smith)