Titolo originale: Mother
Regia: Andres Muschietti
Cast: Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse
Produzione: Canada, Spagna
Anno:
2013
Durata: 100 minuti
Dopo aver ucciso la moglie, Jeffrey fugge con le sue figlie Victoria e Lilly in una casa di campagna, con l’idea di commettere lo stesso orrore con le bambine. Ma qualcosa interviene, una figura scura che gli impedisce di compiere il gesto, uccidendolo. Delle bambine si perdono completamente le tracce. Anni dopo lo zio delle piccole non si è ancora dato per vinto e continua la ricerca fino a quando finalmente la buona notizia. Le bambine vengono ritrovate, stanno bene ma hanno vissuto, e sono cresciute, come degli animali. A quanto pare qualcuno si è preso cura di loro, qualcuno che loro chiamano Madre.
Tutto è cominciato quando Guillermo del Toro, geniale regista e produttore di pellicole fantasy del calibro "Il labirinto del Fauno" e "Pacific Rim" ha scoperto il cortometraggio di un certo Andrew Muschietti intitolato "Mamà". Era la storia di due bambine che cercavano di fuggire perché la Madre era tornata. Chi era questa Madre e perché le bambine scappavano quando lei si mostrava in tutta la sua mostruosità?
Del Toro, dopo aver visto il corto e averlo definito “una delle sequenze più terrificanti che avesse mai visto” ha deciso di trasformarlo in un lungometraggio, lasciando in cabina di pilotaggio proprio il regista Muschietti.
Ma perché "Mamà" è così tanto spaventoso da far impallidire uno come Del Toro che nella sua vita ha visto cose che noi umani non possiamo immaginare? Perché sono due minuti di terrore puro.
Impresa difficile trasformare quei due minuti in un lungometraggio, trattandosi di una scena singola senza una storia ben precisa e infatti il film prende soltanto spunto da questa scena, mantenendo le due bambine protagoniste e costruendoci intorno una storia completamente nuova.
Diciamo che se il cortometraggio è horror al cento per cento, "La Madre" è un dramma mascherato da horror. Del Toro ci aveva già abituato al dramma, quando ci aveva mostrato la guerra dagli occhi dei bambini in film come "Il labirinto del Fauno" e "La spina del Diavolo" e da uno come lui non ci si poteva aspettare che un’opera matura. Dal punto di vista oscuro non c’è nulla di nuovo da segnalare visto che la figura del fantasma viene rappresentata nel modo più classico possibile: femminile, brutta da vedere, inizialmente solo un’ombra che nella seconda parte si manifesta in tutto il suo orrore e che ci garantisce un numero minimo di salti sulla sedia. Nonostante la canonicità degli spaventi, lo spettatore vive una buona tensione durante tutta la prima parte in cui la madre soltanto una presenza, un’ombra che si intravede ma non si mostra mai.
Ma Muschietti è uno che la sa lunga, cerca l’orrore d’autore e lo fa in una scena in particolare dove si vede Lilly, la bambina più piccola giocare con qualcuno attraverso una porta socchiusa. Non vediamo con chi, ma lo sappiamo. Ed è una scena ben fatta, teneramente inquietante.
Ma come è facilmente intuibile, non sono gli spaventi al centro del film di Muschietti (anche se si vede che ha un buona propensione alle storie di paura) sono più che altro i sentimenti a vincere. La Madre, spaventoso mostro (anche se un po’ troppo digitale) non è altro che la rappresentazione di quel valore fondamentale che tutti noi chiamiamo famiglia, qualcosa di così grande che non possiamo farne a meno. La sua bruttezza, la sua apparente cattiveria sono solo dei veicoli che utilizza per ottenere ciò che più di tutto desidera e finché non avrà espiato le sue “faccende in sospeso” per dirlo in zuckeriana memoria, non abbandonerà mai la sua prole. Ne abbiamo la prova nel commovente finale che abbandona l’horror per abbracciare il dramma.
Ci sono alcuni momenti di fiacca ma si arriva al triste finale soddisfatti del viaggio, anche se non tutto convince fino in fondo.
Nel cast di tutto rispetto abbiamo Nikolaj Coster-Waldau (meglio noto al pubblico come Jamie Lannister de Il trono di spade) e una sempre brava Jessica Chastain che non ha ancora sbagliato un ruolo nella sua carriera.
Voto: 6-
(Andrea Costantini)