Regia: Ariel Schulman e Henry Joost
Cast: Kathryn Newton, Brady Allen, Katie Featherston, Matt Shively
Soggetto: Oren Peli
Durata: 93 minuti
Produzione: USA
Anno:
2012
Robbie, un bambino la cui madre ha avuto un crollo psicologico, si trasferisce a casa dei vicini in attesa che la mamma si riprenda. Nel momento in cui il bambino mette piede nella nuova casa, la giovane Alex e il suo fidanzato si accorgono di alcuni strani episodi che si stanno verificando nell’abitazione, forse legati a qualcosa di paranormale. Decisi ad immortalare le presenze, iniziano a riprendere le varie stanze della casa con ogni mezzo possibile.
Inutile spendere altre parole sul film-fenomeno Paranormal Activity, uno dei maggiori successi horror degli ultimi anni. Ormai arrivati al quarto capitolo, la saga pare non abbia voglia di chiudere i battenti. E perchè dovrebbe farlo visto che ogni volta è un successo garantito? Costi ridotti a zero e incassi enormi sono un ottimo motivo per allungare il brodo fino a quando gli spettatori non saranno stufi di vedere presenze in giro per le case dei vari famigliari, amici e parenti di Micah Sloat e Katie Featherston.
Seppur con incassi minori dei precedenti capitoli, Paranormal Activity 4 ha raggiunto nel weekend di apertura la validissima cifra di 30 milioni di dollari, che se viene paragonata con i costi effettivi della pellicola il rapporto è stellare.
Le regole sono le stesse dei film precedenti: unità di spazio limitata agli interni di un paio di case e qualche ripresa nel giardino, porte che sbattono, lampadari che cadono e alcune apparizioni in più rispetto agli altri, pur rimanendo sempre nello stile del "c'è ma non si vede" e lasciando spazio completo all’immaginazione dello spettatore.
La storia riparte dalla fine del secondo capitolo per poi catapultarsi anni dopo ed entrare nella vita di due adolescenti (la quindicenne Kathrin Newton, farà girare la testa a molti ragazzini) apparentemente slegati dalla famiglia Sloat, che si accorgono di non essere soli in casa. Affascinati e terrorizzati allo stesso tempo dalle presenze che disturbano le loro giovani vite, i due ragazzini utilizzano ogni metodo di ripresa a disposizione (e il più tecnologico possibile) per immortalare queste inquietanti manifestazioni.
Basta videocamere e VHS e largo agli smartphone, alle webcam e addirittura alla Kinect della Xbox in una serie di immagini (piuttosto suggestive) che sembrano uscite da Tron.
Si modernizza il metodo di ripresa ma la sostanza è la stessa. La trama è poca cosa, le idee sono le stesse dei capitoli precedenti e anche la messa in scena è identica ai suoi predecessori. Quindi se non avevate amato la paura invisibile tipica della saga, se non siete fan dei found footage che tanto vanno di moda nel nuovo millennio, se non volete assistere ad un film fotocopia, lasciate stare.
Se invece avete amato i primi tre capitoli e vi siete spaventati, anche qui non rimarrete delusi ma assisterete ad un prodotto di puro intrattenimento con lo spessore di un foglio di carta.
Ormai si sente troppo puzza di minestra riscaldata e il finale aperto non lascia spazio a nessun equivoco: ci sarà un altro sequel. Speriamo soltanto che i prossimi registi siano in grado di rinnovare l’idea.
Voto: 5
(Andrea Costantini)